Consiglio Europeo prende posizione sul traffico di migranti

In seguito alla riunione con il primo ministro Davutoğlu, i capi di Stato e di governo dell’UE hanno affrontato la situazione in materia di migrazione, in particolare per quanto concerne la rotta dei Balcani occidentali. Hanno accolto con favore la discussione avuta con il primo ministro turco sulle relazioni UE-Turchia e sui progressi compiuti nell’attuazione del piano d’azione comune, di cui in questi giorni abbiamo parlato su europeanaffairs.media.

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La Turchia ha confermato il suo impegno ad attuare l’accordo bilaterale greco-turco in materia di riammissione al fine di accettare il rapido ritorno di tutti i migranti non bisognosi di protezione internazionale che hanno compiuto la traversata dalla Turchia alla Grecia e di riaccogliere tutti i migranti irregolari fermati nelle acque turche.

I capi di Stato e di governo hanno convenuto che sono necessarie iniziative coraggiose per chiudere le rotte del traffico di esseri umani, smantellare il modello di attività dei trafficanti, proteggere le nostre frontiere esterne e porre fine alla crisi migratoria in Europa. Secondo i politici europei, occorrerà in particolare spezzare proprio il legame che esiste tra la traversata in mare e l’insediamento in Europa.

Per questo è stata sottolineata l’importanza dell’attività della NATO nel mar Egeo, diventata ormai già operativa. Anche i membri non UE della NATO sobo stati invitati a sostenere attivamente queste iniziative.

Tra gli ulteriori e nuovi obiettivi prefissati dal Consiglio spiccano quello di far rientrare, a spese dell’UE, tutti i nuovi migranti irregolari che hanno compiuto la traversata dalla Turchia alle isole greche e far sì che, per ogni siriano che la Turchia riammette dalle isole greche, un altro siriano sia reinsediato dalla Turchia negli Stati membri dell’UE, secondo quanto previsto dagli accordi esistenti.

Il presidente del Consiglio europeo porterà avanti dette proposte e definirà i dettagli con la parte turca prima della prossima riunione dell’alto consesso politico.

I capi di Stato e di governo dell’UE hanno inoltre discusso con il primo ministro turco in merito alla situazione dei media in Turchia ed hanno inoltre ricordato che il Consiglio europeo, nella riunione del 18 e 19 febbraio, ha deciso di ripristinare una situazione in cui tutti i membri dello spazio Schengen applichino appieno il codice frontiere Schengen, tenendo conto al contempo delle specificità delle frontiere marittime, e di porre fine ad un atteggiamento sinora rivelatosi permissivo.

Secondo i politici europei, inoltre, i flussi irregolari di migranti lungo la rotta dei Balcani occidentali si sarebbero fortunatamente esauriti.

Affinché tale situazione possa perdurare è necessario intervenire secondo le seguenti linee:

  • stare al fianco della Grecia in questo momento difficile e fare tutto il possibile per contribuire a gestire la situazione che si è venuta a creare in seguito a tali sviluppi. Si tratta di una responsabilità collettiva dell’UE che richiede una mobilitazione rapida ed efficiente di tutti gli strumenti e le risorse dell’UE disponibili, nonché dei contributi degli Stati membri;
  • fornire una risposta immediata ed efficace alla situazione umanitaria estremamente difficile in rapida evoluzione sul terreno. La Commissione, in stretta collaborazione con la Grecia, gli altri Stati membri e le organizzazioni non governative, fornirà urgentemente un sostegno di emergenza sulla base di una valutazione, effettuata dalla Commissione e dalla Grecia, delle necessità e di un piano di emergenza e di risposta. In questo contesto, i capi di Stato o di governo accolgono con favore la proposta della Commissione sulla fornitura di sostegno di emergenza all’interno dell’UE ed esortano il Consiglio ad adottarla prima del Consiglio europeo di marzo, ampliando in tale modo la gamma di strumenti finanziari utilizzabili, e invitano l’autorità di bilancio ad adottare le eventuali misure di follow-up necessarie;
  • fornire ulteriore assistenza alla Grecia nella gestione delle frontiere esterne, comprese quelle con l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia e l’Albania, e garantire il corretto funzionamento dei punti di crisi, con il 100% di identificazioni, registrazioni e controlli di sicurezza, e la messa a disposizione di sufficienti capacità di accoglienza. Frontex lancerà al più presto un’ulteriore richiesta di agenti distaccati nazionali e tutti gli Stati membri dovrebbero rispondere in maniera esaustiva entro il 1º aprile. Europol schiererà rapidamente gli agenti distaccati in tutti i punti di crisi al fine di potenziare i controlli di sicurezza e sostenere le autorità greche nella lotta contro i trafficanti;
  • aiutare la Grecia ad assicurare il ritorno generale, su larga scala e accelerato in Turchia di tutti i migranti irregolari che non necessitano di protezione internazionale, in base all’accordo di riammissione Grecia-Turchia e, dal 1º giugno, all’accordo di riammissione UE-Turchia;
  • accelerare in maniera significativa l’attuazione della ricollocazione al fine di alleviare il pesante onere che grava attualmente sulla Grecia. L’EASO lancerà un’ulteriore richiesta di consulenze nazionali per sostenere il sistema di asilo greco e tutti gli Stati membri dovrebbero rispondere in maniera rapida ed esaustiva. Gli Stati membri sono altresì invitati a fornire con urgenza ulteriori posti di ricollocazione. La Commissione riferirà mensilmente al Consiglio in merito all’attuazione degli impegni in materia di ricollocazione;
  • continuare a cooperare strettamente con i paesi dei Balcani occidentali non appartenenti all’UE e fornire la necessaria assistenza;
  • attuare gli impegni di reinsediamento esistenti e proseguire i lavori su un programma volontario credibile di ammissione umanitaria con la Turchia;
  • adottare immediatamente tutte le misure necessarie in relazione all’eventuale apertura di nuove rotte e intensificare la lotta contro i trafficanti;
  • portare avanti, in via prioritaria, tutti gli elementi della tabella di marcia della Commissione sul “ritorno a Schengen”, in modo da porre fine ai controlli temporanei alle frontiere interne e ripristinare il normale funzionamento dello spazio Schengen prima della fine dell’anno.
    Il presente documento non fissa nuovi impegni per gli Stati membri per quanto concerne la ricollocazione e il reinsediamento.

Si tratta di misure urgenti che devono essere adottate nel contesto dell’attuale situazione sul terreno e dovrebbero essere oggetto di costante valutazione. Il Consiglio europeo ritornerà sul fascicolo della migrazione in tutti i suoi aspetti in occasione del Consiglio europeo di marzo per consolidare ulteriormente l’attuazione congiunta europea della nostra strategia globale in materia di migrazione.

 

Domenico Martinelli

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