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live music - page 4

Gli Yellowjackets al Roma Jazz Festival

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Una delle band più iconiche e leggendarie del panorama mondiale della musica jazz e fusion, gli Yellowjackets, si sono esibiti ieri sera sul palco della Sala Sinopoli, gremita per l’occasione, nell’ambito del Roma Jazz Festival 2023.

Grazie ad una carriera di oltre quarant’anni, venticinque album pubblicati e oltre un milione di copie vendute, hanno contribuito in modo determinante all’evoluzione di questo genere musicale, diventandone un punto di riferimento imprescindibile.

La band non ha mai avuto paura di sperimentare, incorporando continuamente nei propri brani elementi e influenze di generi musicali diversi, e questo gli ha consentito nel tempo di creare un sound decisamente originale.

Un connubio perfetto tra virtuosismi strumentali e ricerca di melodie coivolgenti, molto gradevoli da ascoltare.

Sul palco sono saliti: Bob Mintzer (sassonofo), Russell Ferrante (tastiere), Dane Alderson (basso), William Kennedy (batteria).

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Asaf Avidan – “Ichnology solo tour 2023”

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Dopo il tour del 2022 a supporto dell’album Anagnorisis con una serie di concerti con band, il 7 novembre scorso, Asaf Avidan ha fatto ritorno sul palco dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Rom.

In questo nuovo tour, dal titolo “Ichnology solo tour 2023”, Avidan ha ripercorso i successi della sua carriera, interpretando i suoi brani più famosi, tra cui l’incredibile hit “Reckoning Song (One Day)“, che ha raggiunto oltre 270 milioni di visualizzazioni su YouTube.

Questa volta l’artista israeliano si è sibito da solo, come “one-man-band”, alternandosi al piano, con le chitarre acustiche e l’armonica, accompagnando la sue inconfondibili tonalità vocali, oltre ad utilizzare una serie di effetti per arricchire le atmosfere.

Senz’altro un concerto ed un tour come occasione per l’artista per riflettere sulla propria carriera artistica e sulla sua vita personale, da condividere con i suoi fan internazionali.

Domani 10 novembre, l’artista sarà a Milano per la seconda e ultima tappa italiana del tour.

La immagini della serata

 

Ilaria Argiolas a ‘L’asino che vola’

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Nello storico live club della capitale ‘L’asino che vola‘, che via via nel tempo è stato culla di molti cantautori, Ilaria Argiolas  si è esibita ieri sera, presentando le canzoni del suo primo album dal titolo ‘M’hanno chiamato Ilaria’, pubblicato qualche settimana fa.

La cantautrice romana di origine sarda è certamente artista stravagante ed esplosiva, che propone un rock incisivo e graffiante arricchito da un tocco di romanità a tradire le sue origini.

In questo album, composto da 12 brani, Ilaria racconta di storie di vita vissuta, di verità, di vita reale, con la mescolanza di bello e di brutto, senza mancare di ironia e a volte di provocazione.
Sinteticamente il messaggio che ci fornisce la cantante è che nonostante tutto ‘la natura umana incassa la vita e va avanti’.

Ospiti della serata, tra gli altri, Grazia Di Michele, cantautrice italiana più volte partecipante al Festival Di Sanremo, e Phil Palmer, chitarrista britannico di fama internazionale.

La scaletta del live

La mia borgata – ballad
Via vai
Aiha Aiha
Orietta
Lettura testi di Rocket (ospite)
Pe’ fa la vita meno amara
Odio Amore
Le cose più belle
Ospite Grazia Di Michele
Nuda come gli angeli
Io er core ce l’ho a destra
Mix Rino Gaetano/Zucchero/Battisti/Blues
I prosperi de Roma
Famo l’amore – insieme a Numa (ospite)
Vorrei guaritte io
La mia borgata

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Sei tutto l’indie (di cui ho bisogno)

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Sei tutto l’indie Fest

Si è festeggiato al Monk il decimo anniversario di “Sei tutto l’Indie”, community fondata da Giuseppe Piccoli e Gianmarco Perrotta nel 2013.

A rappresentare lo spirito della community, si sono esibiti Kuni, Soloperisoci, Clavdio e Management. È proprio degli allora Management del Dolore Postoperatorio il brano Pornobisogno, dal cui ritornello è stato coniato il nome del progetto.

Questo anniversario è anche l’occasione per riflettere sullo stato attuale del circuito indie, cosa è rimasto dello spirito e del sound originale e quali possono essere le evoluzioni attuali e future.

Apre i festeggiamenti un breve incontro nel cortile del Monk, con Exitwell, sul tema dell’Indie italiano. Come e quando è nato? A che punto è adesso? E’attivo, è morto, e soprattutto ha ancora senso parlare di Indie quando l’indie diventa mainstream (riferimento all’album di Calcutta assolutamente voluto)? Può avere senso universalmente, ò è un tipo di attitudine che può essere sincero e spontaneo solo nei localini di una città come Roma?

Potremmo filosofeggiare per ore, ma è giunta l’ora di tornare in sala e assistere all’eterea performance di Kuni, pop elegante tinteggiata di rock, di stampo prettamente (ahimé oserei dire) internazionale. A suo agio sul palco (a parte una battaglia persa con gli in ear), Eleonora ha stoffa e potremmo sentirne parlare a breve, quando il progetto sarà un filo più definito e pronto a decollare veramente.

La “festa” continua con i Soloperisoci (al secolo Ernesto e i Soci) in formazione ridotta e temporanea che scatena l’entusiasmo dei presenti. Presentano i brani del loro album di debutto “Ingresso Riservato” (posso stringere la mano virtualmente a chi sceglie nomi e titoli di questa band?). Le prime file cantano a squarciagola i testi delle canzoni, con frasi che sono già slogan, e sembra davvero di tornare a dieci anni fa, quando nei locali si esibivano gruppi e artisti che crescevano grazie ai loro seguaci. Pop rock scaltro, interessante, con venature post-punk, e che ti resta ben bene incollato al cervello, schiarendoci l’idea di quello che può essere la scena attuale. Se la cavano più che dignitosamente e non vediamo l’ora di tornare a vederli in formazione completa, indossando le loro iconiche magliette.

Dopo le nuove leve è il turno di un rinnovato e più profondo Clavdio. Notevoli doti di scrittura che rendono allegra ogni vena malinconica che trafigge i suoi brani.  Una scaletta che spazia dai brani dei suoi esordi, quando era ancora “Il Rondine” a quelli dei suoi album “Togliatti Boulevard” e il più recente “Guerra Fredda”. Grandi capacità di scrittura, una penna in apparenza semplice, ma piena di richiami e giochi di parole, capace di trasmettere una scarica di emozioni sincere. Nella sua esibizione solitaria, Clavdio ci fa ben sperare che l’indie respiri ancora a pieni polmoni, al di là di ogni più pessimistico pronostico.

Siamo ancora in questo stato semi-onirico, immersi nei ricordi e nelle evocazioni, quando sul palco esplode la furia dei Management.  E cambiamo totalmente registro. La staticità di Clavdio, che ci ha smosso un milione di colori nel cuore (riferimento al suo brano assolutamente voluto), è spazzata via, o meglio risvegliata bruscamente dal sogno, dalla folle energia dei Management. Adrenalina, teatralità, provocazione, un’esibizione che ti lascia i lividi addosso, e che ti piace. Innegabili il carisma (e la follia) di Luca Romagnoli, biondo-platinato di fresco, con la sua sovrumana carica adrenalinica, che travolge e stravolge tutto ciò che si trova davanti e infiamma letteralmente il Monk. Una carrellata di brani, principalmente dal loro album “Ansia Capitale”, fino alla conclusiva, immancabile, già citata “Pornobisogno”.

Ospite d’eccezione Niccolò Carnesi, stella del cantautorato italiano, che ha all’attivo molteplici collaborazioni tra cui Brunori SAS, Lo Stato Sociale, Dente, Dimartino, Luci della Centrale elettrica, Appino, etc. Romagnoli butta giù, o meglio invade, le barriere che dividono pubblico e artisti sul palco, in un’esibizione che resterà nella storia (annunciata una lunga pausa dai live per i Management) per la qualità sonora e per la carica emotiva condivisa in questa serata speciale di “commemorazione” di uno dei più solidi movimenti della musica italiana, nato senza sapere di esserlo.

Si spengono le luci al grido di “l’indie è morto”, ma non ne siamo così sicuri. La serata prosegue, il live lascia il posto alle selezioni musicali e al popolo danzante. Se ce ne andiamo senza aver trovato risposta ai nostri interrogativi, abbiamo assaporato quanto abbiamo ancora voglia di concerti nei locali, di scoprire nuova musica, di cantare i testi sottopalco e avere un senso di appartenenza a qualcosa che sta prendendo forma. In questa serata nostalgica, ha vinto tutto l’indie di cui abbiamo ancora bisogno.

 

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Fiorella Mannoia e Danilo Rea “illuminano” l’Auditorium

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Fiorella Mannoia e Danilo Rea si sono esibiti ieri sul palco dell’Auditorium Parco della Musica di Roma nell’ambito del loro tour, dal titolo “Luce”, che sta toccando le location più suggestive di tutta Italia.

Una occasione per ammirare il talento di questi due musicisti in un’atmosfera intima e suggestiva, con solo la voce di Fiorella Mannoia, una delle più grandi interpreti della canzone italiana, e il pianoforte di Danilo Rea, uno dei musicisti jazz italiani più apprezzati, che fondendosi regalano un’alchimia sonora unica.

A rafforzare oltremodo l’atmosfera potente e profonda sul palco anche la luce creata da udecine di candele a cingere i due artisti, da qui il nome del tour.

Ma la luce è anche quella che emana dalle esecuzioni della coppia artistica e che “illumina” la Sala Santa Cecilia stracolma per l’occasione.

Rea ha aperto il concerto con un medley di fantastici pezzi, tra i quali  , ‘Here Comes the Sun‘ ed ‘Hey Jude‘ dei Beatles, e alcuni brani di Fabrizio De André, come ‘Il pescatore’, ‘La canzone di Marinella’, ‘La canzone dell’amore perduto’ e ‘Bocca di Rosa‘.

Mannoia ha eseguito pezzi unici del suo repertorio quali tra gli altri ‘Oh che sarà’, ‘Come si cambia’, ‘Quello che le donne non dicono’ e ‘Che sia benedetta’ e splendidi brani dei nostri più illustri cantautori tra i quali  ‘Felicità’ e ‘Margherita’.

La scaletta del concerto

  1. Oh che sarà
  2. Come si cambia
  3. C’è tempo
  4. La donna cannone
  5. La cura
  6. I muscoli del capitano
  7. Besame mucho
  8. Quizas quizas
  9. Messico e nuvole
  10. Felicità
  11. Io vivrò senza te
  12. Insieme
  13. Sally
  14. Via con me
  15. Margherita
  16. E lucevan le stelle
  17. Che sia benedetta
  18. Quello che le donne non dicono

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‘La Notte’ romana di Ariete

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Per la terza tappa del suo tour 2023, Ariete si è esibita ieri sera al Palasport di Roma, sold-out per l’occasione.

La giovanissima artista romana, divenuta in poco tempo la voce della cosiddetta Generazione Z, ha presentato live i suoi brani più famosi, inclusi quelli del suo secondo e ultimo album pubblicato un mese fa, dal titolo “La notte”.

Tra i brani “L’Ultima Notte”, “Pillole”, “18 anni” e “Mare di guai”, quest’ultimo classificatosi al quattordicesimo posto nell’ultima edizione del Festival di Sanremo.

La scaletta del concerto

  1. “Intro”
  2. “Cose in Comune”
  3. “Mille Guerre”
  4. “Un’altra Ora”
  5. “L”
  6. “Dormiveglia”
  7. “Caramelle”
  8. “Nostalgia”
  9. “Sole Te”
  10. “Le Cose che Ho Fatto Per Piacerti”
  11. “Amianto”
  12. “Spifferi”
  13. “4 Inverni”
  14. “Tatuaggi”
  15. “Avviso”
  16. “Pillole”
  17. “Nulla”
  18. “Castelli Di Lenzuola”
  19. “Quel Bar”
  20. “Rumore”
  21. “Cicatrici”
  22. “La Notte”
  23. “Mare di Guai”
  24. “L’Ultima Notte”
  25. “18 Anni”

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I Negrita tornano per ua serata davvero elettrica all’Orion Club

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Dopo l’ultimo tour durato tre anni, e suonato interamente in acustico, i Negrita tornano finalmente all’elettrico per un nuovo viaggio che li porterà nei club di tutta Italia.
Data sold out quella all’Orion di Roma, e pubblico carichissimo che richiama a gran voce la band sul palco al grido di “Ehi Negrita!”.
Pau e i suoi non si fanno troppo attendere e regalano al pubblico presente nel locale una scaletta pazzesca che spazia attraverso la discografia della band.
Amplificatori a palla e chitarre elettriche per veicolare l’energia di brani come “Mama Maè”, “In ogni atomo” o “Radio Conga”, ma anche momenti più soft sulle note di “Ho imparato a sognare” e “Che rumore fa la felicità”.
Un concerto in cui la band ed il pubblico presente hanno scambiato vibrazioni, dialogato attraverso la musica e si sono fisicamente sfiorati. Tantissime le mani alzate in aria, e tante anche le volte in cui Pau e gli altri si sono protesi oltre il palco, per regalare sorrisi, gesti veloci, ed annullare la distanza fisica fra stage e parterre.
Una serata davvero carica di tantissima energia positiva: i Negrita sono tornati, e sono tornati alla grande!!!

La formazione dei Negrita per questo tour vede Paolo “Pau” Bruni alla voce, Enrico “Drigo” Salvi  e Cesare “Mac” Petricich alle chitarre, Giacomo Rossetti al basso, Guglielmo Ridolfo Gagliano alle tastiere, e Cristiano Dalla Pellegrina alla batteria.

Qui sotto la scaletta della serata:

SIAMO ANCORA QUA
BAMBOLE
IL LIBRO IN UNA MANO
IO SONO
NEGATIVO
NON CI GUARDEREMO
IN OGNI ATOMO
HEMINGWAY – HOLLYWOOD
IL GIOCO
CHE RUMORE FA PA FELICITÀ
BRUCERO’ PER TE
RADIO CONGA
IL BALLO DECADENTE – NOTTE MED.
ROTOLANDO VERSO SUD
SALVATION – ALZATI TERESA
NON TORNERANNO PIU’
HO IMPARATO A SOGNARE
IL GIORNO DELLE VERITA’ – SPLENDIDO
LA TUA CANZONE
A MODO MIO
CAMBIO
MAMA MAE’
GIOIA INFINITA

Si ringraziano  Vertigo Concerti e Orion Club Ciampino

Fabri Fibra in concerto indossa la nuova maglia della Roma

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Nella serata di ieri Fabri Fibra ha tenuto all’Auditorium Parco della Musica l’ultimo concerto che chiude questo suo tour personale dal titolo Caos Live, che ha toccato diverse città italiane durante l’estate.

Sul palco insieme a lui solo gli elementi che l’artista marchigiano ritiene essenziali in un concerto rap, ovvero un DJ, lo storico Dj Double S, e un microfono.

Pur non essendo un tifoso giallorosso, Fabrizio Tarducci, vero nome di Fabri Fibra, si è presentato sul palco della Cavea indossando la nuova maglia nera con bordi giallorossi della AS Roma prodotta da Adidas e presentata  nei giorni scorsi.

Un pubblico entusiasta ha accolto il rapper intonando cori sin da prima dell’inizio del concerto e ovviamente, oltre ai brani interpretati, anche la particolare mise indossata, ha contribuito ancor di più ad accendere gli spettatori presenti che hanno seguito il live ballando e cantando.

La scaletta della serata

Intro
Stavo pensando a te
Pamplona
Luna piena
Non crollo
Non fare la puttana
Caos
Applausi per fibra
Rap in vena
Propaganda
Stelle
Demo nello stereo
Brutto figlio di
Goodfellas
Dalla a alla z
Tranne te
Fotografia
Panico
Fenomeno
Cronico
La pula bussò (remix)
Rap in guerra
Verso altri lidi
Yoshi
Cocaine
La giostra
Come Vasco
La soluzione
Rap futuristico
Bugiardo

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Neri Marcorè omaggia Gaber a Villa Ada

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In una delle ultime serate dal sapore ancora estivo, il festival di Villa Ada ha ospitato un ospite d’eccezione. Artista poliedrico e sempre affascinante, Neri Marcorè è salito sul palco per portare al pubblico una serata dedicata a Giorgio Gaber, e lo ha fatto con il garbo e l’indiscussa eleganza che da sempre lo caratterizzano.

Camicia bianca e pantalone scuro, Marcorè imbraccia la chitarra, accompagnato da una band composta da Domenico Mariorenzi alla seconda chitarra, Simone Talone alle percussioni, Fabrizio Guarino alla chitarra elettrica e Alessandro Patti al basso e contrabasso.

Istrionico ed affascinante,  l’attore cantante, che già più di una volta ha voluto omaggiare i grandi cantautori italiani con serate dedicate, presenta adesso, a vent’anni dalla sua scomparsa, un misto di canzoni e monologhi di Giorgio Gaber, ripercorrendo i suoi grandi successi musicali e dando voce nuovamente al suo umorismo sottile e mai scontato.

Alternando musica e parole, Neri Marcorè affabula e diverte i presenti, regalando loro una serata davvero particolare e riportando in vita anche solo per un poco il fantasma irriverente del cantautore milanese.

Qui sotto la gallery dello spettacolo:

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Chiara Lucarelli
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