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Fabrizio Santori - page 2

Macron e i migranti, ora se ne può discutere

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Forse Macron non ha capito che non c’è più Gentiloni a Palazzo Chigi. Così come la Spagna si vanta di aver accolto una nave dimenticando quello che l’Italia ha subito per anni a causa di governi deboli e al soldo delle cooperative della finta integrazione

. Ricordiamo ai francesi che sono stati loro a bombardare la Libia generando un’instabilità politica nel nord Africa che ha causato l’aumento dei flussi migratori; e ancora sia Marocco che Spagna hanno costruito muri, attingendo a fondi comunitari, per limitare gli ingressi clandestini; la Turchia ha fatto lo stesso e ha limitato, malgrado i 3 miliardi di euro concessi dall’UE, l’ingresso a quanti ne avevano diritto perchè richiedenti asilo o provenienti dalla Siria; l’Ungheria e gli altri paesi dell’Est sono arrivati perfino a sospendere il trattato di Dublino e poi la stessa Francia ha da tempo chiuso i suoi porti.

La Spagna ha, addirittura, sparato contro gli immigrati che attraversavano lo stretto di Gibilterra. E Dulcis in fundo, come non ricordare i vergognosi atti della Francia alla frontiera di Ventimiglia e a Calais?

Non hanno pudore chiedete scusa all’Italia e agli italiani e ridateci pure La Gioconda

Insicurezza e illegalità, i Romani hanno smesso di combattere?

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E’ un periodo che l’insicurezza nella Capitale sembrerebbe non far più notizia. Se ne parlava spesso ai tempi di Veltroni e fu Alemanno a giovarne.

Poi, nel quinquennio del centrodestra, si rinfacciava alla nuova Giunta la presenza di degrado, percezione di insicurezza e campi nomadi in città. Stesso corretto trattamento fu subito da Ignazio Marino, nella breve parentesi post alemanniana.

In questi mesi, invece, l’argomento non sembrerebbe far più notizia, forse perché messo in ombra dall’ondata di profughi e di eventi di criminalità che, effettivamente e con risonanza, si sono registrati in tutta Italia, anche nei comuni più tranquilli del Bel Paese. O forse perché media, salotti e procure erano troppo impegnati a dar fuoco alle polveri sulla questione Mafia Capitale, sulle testate degli Spada e sulla grande criminalità che stendeva la sua longa manu su Roma e le sue periferie.

L’analisi potrebbe anche andare più a fondo, fino ad arrivare a pensare che questa città e i suoi cittadini si siano arresi, o semplicemente abituati, a sacche di degrado, periferie nel caos, nomadi ovunque e, finanche, donne trovate arse in un parco all’Eur.

Non voglio pensarlo, ma come se fosse tutto normale per il romano assistere ad episodi di questo genere, di gravità e brutalità inimmaginabile. Inimmaginabile, almeno fino a poco tempo fa…

Se c’è dunque una fortuna di cui sta godendo la sindaca Raggi è la fine dei processi al Sindaco di Roma sulle questioni inerenti la sicurezza, la legalità, il decoro.

Forse perché, su questo argomento, è stata creata una operazione di rinvio di non poco conto, nel momento in cui la maggioranza pentastellata in Campidoglio dichiarava di avere pronto un Piano Nomadi in grado di risolvere l’annoso problema in città. Di questo piano nomadi, però, non c’è traccia e non si riscontrerebbero neanche passi significativi che facciano pensare a una strategia in corso di definizione.

Sta di fatto che se una signora di 49 anni veniva bruciata in un parco pubblico qualche anno fa, si sarebbe richiesta senza mezzi termini la testa del Sindaco e i Romani non avrebbero esitato a manifestare il proprio sdegno, la legittima feroce critica alle politiche della sicurezza in città.

Oggi non è più così…

Oggi, dopo l’abbuffata mediatica di Mafia Capitale e le lunghe discussioni sul vergognoso malcostume della politica romana, la nostra classe dirigente, e con essa la cittadinanza, non si è posta più l’interrogativo di cosa accadesse nel presente tra le strade della Città Eterna. Parlo di microcriminalità, quella che quotidianamente insidia la serenità del cittadino, in particolare di quello appartenente ai ceti più deboli, su tutti donne ed anziani, ma anche del più vasto e strutturato sistema criminale insediatosi da qualche anno a Roma, dove non si vede più l’ombra della mafia nostrana ma di quella che, naturalmente, l’ha sostituita.

Insomma, ragionare, discutere e, si spera poi, il provvedere in merito alle questioni di sicurezza dovrebbe essere un’abitudine che media e cittadini devono tornare a fare proprie, per non mollare la presa su una priorità che resta tale.

La mafia nigeriana, i cadaveri ritrovati nei parchi e nei campi rom, le sparatorie e le rese dei conti soprattutto nei quartieri periferici non sembrano più fare notizia, come se ciò che doveva restare un romanzo criminale si fosse trasformato in una triste quanto evidente realtà da dover accettare.

E, allora, non posso che concludere augurandomi che i Romani si ridestino da questo torpore, senza strumentalizzazioni ma affinchè la sicurezza e la legalità delle nostre strade tornino, quotidianamente, a rappresentare una delle priorità della classe dirigente cittadina.

Di Fabrizio Santori

#Metoo e #noninmionome, a Barcellona sono fatti per noi solo hashtag

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Mi ha molto colpito la contestazione della Spagna contro la sentenza che “alleggerisce” la pena a un branco di stupratori che nel 2016 violentarono una ragazza a Pamplona. È abuso non stupro ha sentenziato il giudice: 9 anni invece che 20. Gli spagnoli sono inorriditi di fronte alla lieve condanna e si sono ribellati : tutti in strada a urlare “vergogna” per aver violentato questa donna due volte.

Spagna bloccata per tre giorni e allora c’è stata la retromarcia. Addirittura le suore di clausura sono scese in piazza. Il mio primo pensiero è stato perché da noi nessuno lo ha mai fatto? Abbiamo avuto anche qui sentenze vergognose, che gridano vendetta (l’ultima quella per la morte di Marco Vannini) eppure a nessuno viene in mente di scendere in piazza a urlare il proprio sdegno.

Mi è capitato molto spesso di provare a organizzare cortei di protesta, ma dopo l’iniziale entusiasmo “a voce” tranne rarissime occasioni alle manifestazioni venivano in pochi, spesso neanche i diretti interessati. Perché? Perché, semplicemente, noi siamo il popolo di Twitter, di Facebook, dove la rabbia e lo sdegno li gridiamo sul telefonino, seduti comodi comodi sul divano.

A meno che, non vendano Totti o Donnarumma e allora tutti in strada a organizzare la rivoluzione…povera Italia! Gli spagnoli ci hanno dato un grande schiaffo morale: i vari #metoo e #noninmionome per loro sono fatti, per noi solo hashtag. C’è molto da riflettere se vogliamo cambiare le cose

Fabrizio Santori

Responsabile del Movimento Difendiamo l’Italia

Una fiaccola per ricordare Pamela

in CRONACA/SICUREZZA by

Si è svolta 13 aprile la fiaccolata organizzata a Roma per ricordare Pamela Mastropietro, la giovane ragazza romana barbaramente uccisa a Macerata lo scorso gennaio.

Una folla composta si e stratta attorno ad Alessandra Verni, a suo marito, allo zio Marco Valerio Verni promotore della manifestazione insieme a Fabrizio Santori, il consigliere Figliomeni e i tanti tanti amici della famiglia e di Pamela.

Presenti alla fiaccolata anche le istituzioni con il Sindaco di Roma Virginia Raggi accanto al l’onorevole Giorgia Meloni, il senatore Rampelli e l’on Maurizio Gasparri.

Dopo aver percorso il tatto di strada che collega via Saluzzo a piazza Re di Roma il corteo si è fermato dove e stata posta una targa in memoria di Pamela accanto ad un albero piantato per l’occasione e una panchina di colore rosso a ricordo di tutte le donne vittime di violenza.

La manifestazione si è conclusa con una serie di interventi che sono stati utili a comprendere cosa sia successo a Pamela perché non succeda mai più

Giorgia Meloni in una dichiarazione rilasciataci durante la manifestazione ha voluto manifestare la sua partecipazione al dolore della famiglia e il suo impegno a non far dimenticare questo atto di violenza assurda che è stato per troppo tempo ignorato volutamente dal governo per non dover giustificare l’assenza di sicurezza e le politiche di immigrazione fallimentari.

“Crediamo sia necessario e giusto tenere alta l’attenzione sulle vittime italiane dimenticate, su situazioni accadute per assenza dello stato, perché ci sono fatti violenza, fatti efferati e poi ci sono fatti di violenza commessi da chi non doveva trovarsi in Italia” ha voluto sottolineare Giorgia Meloni  leader di Fratelli d’Italia, ” noi speriamo in uno stato che sappia fare il suo lavoro, per questo accendiamo i riflettori su le vicende come quella di Pamela e tante altre, qui oggi sono presenti tante famiglie che hanno sofferto” continua l’onorevole “non vogliamo strumentalizzare ma vogliamo interrogarci su una Italia nella quale non viene garantita la sicurezza”.

Ancora molti i punti su cui fare luce, alcuni legati alla casa di accoglienza che ha permesso alla ragazza di allontanarsi dalla struttura, altri più in generale legati alla sicurezza delle nostre città che vedono nei punti nevralgici delle comunità stazioni ferroviarie, di bus, piazze e giardini ormai saldamente in pugno alla criminalità al sud come al nord.

Una richiesta accorata di giustizia e emersa da questa manifestazione per Pamela e per tutte le donne e gli uomini vittime di violenza nel nostro paese, una richiesta che emerge dalle parole di Alessandra, la madre si Pamela, ma anche dalla folla che è accorsa per partecipare alla fiaccolata.

Nel video il dettaglio della manifestazione e delle dichiarazioni dei partecipanti.

Alessandro Conte
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