Il magazine della tua Città

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Fabrizio Santori

Fabrizio Santori has 6 articles published.

Sull’urbanistica la rivoluzione grillina parte dai consulenti e dalla segreteria di Morassut e Veltroni

in POLITICA by

Nei giorni scorsi ho avuto modo di ascoltare e condividere la rabbia dei cittadini e di ben tre comitati di quartiere tra l’VIII e il IX municipio di Roma che chiedevano interventi per la sicurezza nei quadranti Ardeatina Cecchignola Vigna Murata in vista dell’arrivo di una nuova colata di cemento in zona con annesso l’ennesimo centro commerciale.

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Buche a Roma, difendiamo l’Italia “ class action contro immobilismo del comune di Roma”

in CRONACA by

Sosteniamo convintamente le iniziative di sensibilizzazione organizzate da Graziella Viviano, mamma di Elena Aubry, volata in cielo troppo presto a causa del manto stradale dissestato. Il fatto che anche in questi giorni l’asfalto di Roma sta mietendo vittime, riteniamo sia quanto mai opportuno alzare il livello di attenzione rispetto ad un tema che sembra quasi essere stato dimenticato dall’Amministrazione capitolina, che solo qualche mese fa aveva promesso una task force dedicata contro il dissesto stradale.

Non solo motociclisti vittime di buche killer, il nostro pool di avvocati sta raccogliendo le adesioni di tante altre vittime dimenticate, soprattutto persone anziane, che cadono sui marciapiedi di Roma rimanendo invalide per gravi responsabilità e che non sanno mai a chi rivolgersi per capire se hanno diritto ad essere risarcite oppure ad evitare cause inutili e costose. Sicuramente la nostra azione di supporto non servirà a far rivivere le vittime nè a recuperare un femore rotto ma certamente sarà di supporto a chi vuole giustizia o semplicemente a spronare l’amministrazione Raggi a fare qualcosa per le nostre strade colabrodo.

Macron e i migranti, ora se ne può discutere

in POLITICA by

Forse Macron non ha capito che non c’è più Gentiloni a Palazzo Chigi. Così come la Spagna si vanta di aver accolto una nave dimenticando quello che l’Italia ha subito per anni a causa di governi deboli e al soldo delle cooperative della finta integrazione

. Ricordiamo ai francesi che sono stati loro a bombardare la Libia generando un’instabilità politica nel nord Africa che ha causato l’aumento dei flussi migratori; e ancora sia Marocco che Spagna hanno costruito muri, attingendo a fondi comunitari, per limitare gli ingressi clandestini; la Turchia ha fatto lo stesso e ha limitato, malgrado i 3 miliardi di euro concessi dall’UE, l’ingresso a quanti ne avevano diritto perchè richiedenti asilo o provenienti dalla Siria; l’Ungheria e gli altri paesi dell’Est sono arrivati perfino a sospendere il trattato di Dublino e poi la stessa Francia ha da tempo chiuso i suoi porti.

La Spagna ha, addirittura, sparato contro gli immigrati che attraversavano lo stretto di Gibilterra. E Dulcis in fundo, come non ricordare i vergognosi atti della Francia alla frontiera di Ventimiglia e a Calais?

Non hanno pudore chiedete scusa all’Italia e agli italiani e ridateci pure La Gioconda

Il governo non piace? lo spread schizza alle stelle

in POLITICA by

Chissà come mai, ora che l’Italia sta per apprestarsi ad avere un governo che, almeno sulla carta, le ridà la dignità che merita, lo spread schizza e Francia e Germania ci accusano di “giocare con il fuoco”. Gli Stati Uniti parlano perfino di rischio dittatura.

La verità è che al resto del mondo fa comodo un’Italia zerbino, un’Italia “modello Gentiloni” dove si sta a capo chino e si dice sempre si alla UE. Gli italiani lo hanno capito e il 4 marzo hanno risposto: Centrodestra e movimento 5 stelle insieme hanno raggiunto quasi il 70% delle preferenze. Un risultato che non merita critiche né commenti, ma la presa d’atto che la gente si aspetta un cambio di rotta totale.

Basta con questa immigrazione incrollata e lucrosa, basta con i diktat dell’Europa, basta con questi politici asserviti e incollati alla poltrona. Per il bene del nostro Paese mi auguro con tutto il cuore che l’accordo fra Lega e M5s porti i risultati promessi. E pazienza se la stampa, i luminari della politica, e gli altri Paesi sono contrari a quella che chiamano “deriva populista”. Gli italiani esigono rispetto, e con il loro voto hanno deciso da chi vogliono essere governati.

Il resto sono chiacchiere, carta straccia. Anche le elezioni regionali in Valle D’Aosta hanno dato un segnale netto: si sta perseguendo la giusta strada. Speriamo dunque  che questo nuovo governo non ci deluda e avanti tutta ..senza paura né ricatti.

Fabrizio Santori

Portavoce di Difendiamo L’Italia

Iran, a rischio 30 miliardi di euro. L’Italia sia protagonista del Mediterraneo

in POLITICA by

Il presidente statuninense Trump ha rifiutato l’accordo sul nucleare precedentemente raggiunto da Obama e dall’Europa e ha messo in crisi numerose aziende. Si è immediatamente stretto l’asse Berlino – Parigi – Londra contro gli Stati Uniti D’America e come al solito l’Italia sta a guardare. Però sono a rischio numerosi investimenti “tricolori” avviati in Iran. Non solo petrolio, ma anche meccanica, engineering, componentistica e infrastrutture.

Sono alcuni dei principali settori di investimento e scambio che le imprese italiane hanno con l’Iran. Un rapporto sicuramente non facile, fra sanzioni e tensioni interne al paese, che potrebbe ulteriormente complicarsi con le ricadute della sfida in atto fra Washington e Tehran. Alla quale guardano, col fiato sospeso, le aziende italiane ed europee.

Il settore economicamente piu’ rilevante e’ ovviamente quello del petrolio con l’Eni. Tra gli altri settori di sicuro interesse spiccano le autostrade, l’alta velocità, l’ambiente, le rinnovabili, la meccanica, i materiali edili, l’automotive, il medicale, ma anche elicotteri, navi, servizi finanziari, gioielleria, pelletteria, food. Un occhio particolare è riservato anche alle infrastrutture, comparto di eccellenza italiana e in grande sviluppo in Iran. Fino a oggi l’interscambio tra i due Paesi per i primi 9 mesi 2017 ha abbondantemente superato i 3 miliardi. Numerosi e prestigiosi peraltro i marchi coinvolti tra cui si annoverano Fs, Ansaldo, Danieli, Fata, Maire Tecnimont, Immergas.

Ora che accade? Gli ordini sono in corso e le commesse avviate, addirittura alcuni pagamenti già anticipati. Trump non può giocare sulla pelle delle  Pmi e delle multinazionali europee sono a rischio migliaia di posti di lavoro e una chiusura del doppio binario economico tra Italia e Iran rischia di “congelare” 30 miliardi di euro di business.

Serve nell’immediato un governo forte e un ministro degli Esteri autorevole. Nel medio periodo l’Italia deve necessariamente costruire un tavolo per il Mediterraneo ed essere protagonista tutelando i propri interessi.

 

Fabrizio Santori

Portavoce Difendiamo l’Italia

Insicurezza e illegalità, i Romani hanno smesso di combattere?

in POLITICA by

E’ un periodo che l’insicurezza nella Capitale sembrerebbe non far più notizia. Se ne parlava spesso ai tempi di Veltroni e fu Alemanno a giovarne.

Poi, nel quinquennio del centrodestra, si rinfacciava alla nuova Giunta la presenza di degrado, percezione di insicurezza e campi nomadi in città. Stesso corretto trattamento fu subito da Ignazio Marino, nella breve parentesi post alemanniana.

In questi mesi, invece, l’argomento non sembrerebbe far più notizia, forse perché messo in ombra dall’ondata di profughi e di eventi di criminalità che, effettivamente e con risonanza, si sono registrati in tutta Italia, anche nei comuni più tranquilli del Bel Paese. O forse perché media, salotti e procure erano troppo impegnati a dar fuoco alle polveri sulla questione Mafia Capitale, sulle testate degli Spada e sulla grande criminalità che stendeva la sua longa manu su Roma e le sue periferie.

L’analisi potrebbe anche andare più a fondo, fino ad arrivare a pensare che questa città e i suoi cittadini si siano arresi, o semplicemente abituati, a sacche di degrado, periferie nel caos, nomadi ovunque e, finanche, donne trovate arse in un parco all’Eur.

Non voglio pensarlo, ma come se fosse tutto normale per il romano assistere ad episodi di questo genere, di gravità e brutalità inimmaginabile. Inimmaginabile, almeno fino a poco tempo fa…

Se c’è dunque una fortuna di cui sta godendo la sindaca Raggi è la fine dei processi al Sindaco di Roma sulle questioni inerenti la sicurezza, la legalità, il decoro.

Forse perché, su questo argomento, è stata creata una operazione di rinvio di non poco conto, nel momento in cui la maggioranza pentastellata in Campidoglio dichiarava di avere pronto un Piano Nomadi in grado di risolvere l’annoso problema in città. Di questo piano nomadi, però, non c’è traccia e non si riscontrerebbero neanche passi significativi che facciano pensare a una strategia in corso di definizione.

Sta di fatto che se una signora di 49 anni veniva bruciata in un parco pubblico qualche anno fa, si sarebbe richiesta senza mezzi termini la testa del Sindaco e i Romani non avrebbero esitato a manifestare il proprio sdegno, la legittima feroce critica alle politiche della sicurezza in città.

Oggi non è più così…

Oggi, dopo l’abbuffata mediatica di Mafia Capitale e le lunghe discussioni sul vergognoso malcostume della politica romana, la nostra classe dirigente, e con essa la cittadinanza, non si è posta più l’interrogativo di cosa accadesse nel presente tra le strade della Città Eterna. Parlo di microcriminalità, quella che quotidianamente insidia la serenità del cittadino, in particolare di quello appartenente ai ceti più deboli, su tutti donne ed anziani, ma anche del più vasto e strutturato sistema criminale insediatosi da qualche anno a Roma, dove non si vede più l’ombra della mafia nostrana ma di quella che, naturalmente, l’ha sostituita.

Insomma, ragionare, discutere e, si spera poi, il provvedere in merito alle questioni di sicurezza dovrebbe essere un’abitudine che media e cittadini devono tornare a fare proprie, per non mollare la presa su una priorità che resta tale.

La mafia nigeriana, i cadaveri ritrovati nei parchi e nei campi rom, le sparatorie e le rese dei conti soprattutto nei quartieri periferici non sembrano più fare notizia, come se ciò che doveva restare un romanzo criminale si fosse trasformato in una triste quanto evidente realtà da dover accettare.

E, allora, non posso che concludere augurandomi che i Romani si ridestino da questo torpore, senza strumentalizzazioni ma affinchè la sicurezza e la legalità delle nostre strade tornino, quotidianamente, a rappresentare una delle priorità della classe dirigente cittadina.

Di Fabrizio Santori

Fabrizio Santori
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