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Auditorium Parco della musica - page 13

I Coma Cose in tour all’Auditorium

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Roma, 27 agosto 2021

Fausto Lama e California, hanno portato ieri sera sul palco della Cavea i brani delle nuove canzoni che compongono il loro ultimo e secondo album intitolato “Nostralgia”.
L’album, composto da soli sei brani e un outro, racconta intimamente le storie di Francesca e Fausto prima che i due si conoscessero.

Il duo milanese ha emozionato e coinvolto con la loro verve gli spettatori presenti, interpretando anche i brani che li hanno resi celebri nella loro rapida quanto significativa ascesa, iniziata nel 2018, che li ha portati ad affermarsi nel panorama musicale italiano.

Non poteva certo mancare l’interpretazione, a suggello della serata, dell’ormai famosissima “Fiamme negli occhi”, che presentata a Sanremo 2021 nella prima partecipazione del duo, si è rivelata un grande successo, ottenendo tra l’altro la certificazione di disco di platino.

La scaletta della serata

Intro live
Mille Tempeste
Deserto
Jugoslavia
Via Gola
La canzone dei lupi
Anima Lattina
Mancarsi
Discoteche abbandonate
La rabbia
Cannibalismo / Golgota
Beach Boys
Guerre fredde
Fiamme negli occhi
Pakistan
Nudo integrale
Zombie al Carrefour
Outro
A Lametta
Granata
Post-Concerto
Squali

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IL MURO DEL CANTO Controvento Tour 2021

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Roma, 26 Agosto 2021

Il Muro del Canto torna a Roma, presentando il Tour Controvento dove, come dichiarato da Alessandro Pieravanti: “la cosa che più ci premeva nel venire qua stasera nel fare questo concerto era farvi sentire i pezzi nuovi quelli che saranno nel prossimo disco”.

Ed oltre al nuovo singolo “Controvento“, che ha dato nome al tour, sono stati presentati Lupa e Cometa.

Altra sorpresa durante il concerto è il ricordo della scomparsa di Erriquez, leader della Bandabardò, a cui hanno dedicato “Ubriaco canta Amore“, invitando sul palco Ramon storico percussionista e trombettista della Bandabardò.

Insieme a Ramon sono stati suonati vari brani del Muro in più una dedica a Cuba con il brano Chan Chan dei Buena Vista Social Club.

Pubblico caldo come al solito che ha cantato e ballato i brani presentati.

La Scaletta:

  • Canzone Arrabiata (Acustica)
  • Ridi Pajaccio (Acustica)
  • 7 Vizi Capitale
  • Stoica
  • Reggime Er Gioco
  • L’Orto delle Stelle
  • Madonna della Lame
  • Controvento
  • Lupa
  • Cometa
  • Come Tre
  • L’Osteria dei Frati
  • Cristo de Legno
  • Strade da Dimenticà
  • 500
  • Domani
  • Ubriaco canta Amore (Ramon)
  • Quanno scenne la Notte  (Ramon)
  • L’Anima de li Mejo  (Ramon)
  • L’Amore mio non More  (Ramon)
  • Ciao Core
  • Il Canto degli Affamati
  • Chan Chan  (Ramon)
  • La Vita è Una  (Ramon)
  • Controvento
  • Luce Mia

Max Gazzè a Roma con il suo tour “La matematica dei rami”

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Roma, 30 luglio 2021

Accompagnato dal gruppo Magical Mystery Band (conosciuto dal pubblico anche come M.M.B), sul palco della Cavea Auditorium Parco della Musica è andato in scena ieri sera il concerto del poliedrico Max Gazzé.

Il cantautore romano ha ripercorso vecchi successi e brani inediti dell’ultimo album presentato al Festival di Sanremo, esibendosi come consueto al basso e coadiuvato da Max Dedo, Cristiano Micalizzi, Daniele Fiaschi e Clemente Ferrari.

Il concerto si è aperto e chiuso con due brani tratti dal suo primo album “La favola di Adamo ed Eva” del 1998, rispettivamente dal titolo “Etereo” e “Una musica può fare”.

Tra gli altri da segnalare il pezzo “Il vero amore” interpretato in duetto con la bravissima artista napoletana Greta Zuccoli, conosciuta durante l’ultimo Festival di Sanremo.

Il concerto di Gazzè ha visto inoltre come opening act l’artista Folcast (nome d’arte di Daniele Folcarelli) che ha presentato alcuni brani, tra cui “Narcolessia”.

La scaletta della serata:

Etereo
Considerando
Le casalinghe di Shanghai
Il vero amore
La nostra vita nuova
Vento d’estate
Il solito sesso
Poeta minore
Di nascosto
Il farmacista
L’animale guida
Un’altra adolescenza
Mentre dormi
L’ultimo cielo
Il timido ubriaco
Ti sembra normale
Un’altra vita
La favola di Adamo ed Eva
Sotto casa
Il bagliore dato a questo sole
Sirio è sparita
L’uomo più furbo
La vita com’è

Una musica può fare

Il tour “Gigante Live” di Piero Pelù a Roma

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Roma, 19 luglio 2021

Ieri sera è andata in scena all’Auditorium Parco della Musica la tappa romana del nuovo tour di Piero Pelù “Gigante Live”.

L’artista si è esibito sul palco insieme al gruppo dei Bandidos, con Alessandro Finazzo alla chitarra, Luca Martelli alla batteria e sequenze, Dado Neri al basso e Francesco Felcini al suono di sala e agli effetti speciali.Una interpretazione che pur avendo il rock come linea guida conduttrice, ha incluso al suo interno molti altri generi, tipici della storia di Pelù e dei Litfiba.
Sin dall’inizio del concerto, che si apre con “Vivere il mio tempo”, e prosegue con gli storici successi quali tra gli altri “Io ci sarò”, “Gigante”, “Regina di cuori”, Pelù riesce a trascinare i circa 1.500 spettatori presenti nella Cavea, scatenando emozioni e partecipazione.
Una bellissima serata di musica live dopo mesi molto difficili per “liberare la mente”, come Pelù ci invita a fare alle note di “Tribù”.

La scaletta della serata:

  • Intro
  • Vivere il mio tempo
  • Io ci sarò
  • Gigante
  • Ragazzo
  • Dea musica
  • Fata Morgana
  • Tribù
  • Re del silenzio
  • Prendimi così
  • Regina di cuori – Rumore
  • Fossi foco
  • Fiorirà
  • Eroi nel vento
  • Spirito
  • Bomga Boomerang
  • Gira nel mio cerchio
  • La preda/Resta
  • Lacio Drom
  • Toro Loco

Prima dell’ingresso sul palco di Pelù, il cantautore romano Andrea Cassetta (ex Dove i pesci affogano e vincitore dell’O-Zone contest) ha presentato alcuni suoi brani, tra cui l’inedito “Ipocriti di merda“.

“Songs” di Umberto Tozzi in concerto a Roma

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Roma, 13 luglio 2021

Il nuovo progetto del cantautore torinese, denominato “Songs”, è andato in scena ieri sera all’Auditorium Parco della Musica.
Sul palco della Cavea, Umberto Tozzi, tra gli artisti italiani più apprezzati e amati di sempre, ha eseguito le grandi canzoni che lo hanno portato al successo sin dai primi anni ’80 e anche alcuni pezzi inediti, il tutto rivisto in una nuova chiave acustica.
L’artista ha presentato la scaletta seguente, alternandosi alla chitarra e al pianoforte.

  1. Intro + Se non avessi te
  2. Notte rosa
  3. Immensamente
  4. Gli altri siamo noi
  5. A cosa servono le mani
  6. Gente di mare
  7. Come stai?
  8. Quasi quasi
  9. Gesù che prendi il tram
  10. Ti amo
  11. Tu
  12. Un fiume dentro il mare
  13. Donna amante mia
  14. Io camminerò
  15. Dimentica, dimentica
  16. Lei
  17. Qualcosa qualcuno
  18. Eva
  19. Tu sei di me
  20. Perdendo Anna
  21. Fermati allo stop
  22. Gabbie
  23. Si può dare di più
  24. Gloria

Robben Ford e Bill Evans – Miles, blues and beyond

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Roma, 5 Luglio 2021

La Gallery Fotografica

Nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica questa volta due mostri sacri del blues e della jazz fusion, sono infatti di scena Robben Ford e Bill Evans. Il chitarrista ed il sassofonista americani confermano il loro connubio con il tour “Miles, blues and beyond”, il cui titolo prende spunto dalle loro passate collaborazioni proprio con Miles Davis. Due grandissimi con alle spalle svariate nomination ai Grammy e collaborazione che oltre a Devis vedono incrociare le strade delle loro carriere musicali con John McLaughlin, Herbie Hancock , Mick Jagger, Bob Dylan, Jimmy Witherspoon, George Harrison, Joni Mitchell, Lee Ritenour, Dave Grusin, Randy Brecker e moltissimi altri.

Con un disco relativamente fresco alle spalle, “The sun room” nel 2019, i due musicisti ne propongono alcuni brani alternandoli ad altri dalle sonorità che spaziano sempre tra il jazz fusion, il blues ed il rock con degli omaggi al mitico Miles Davis che fanno gioire gli amanti del genere in platea.

Ad accompagnarli altri due artisti non di meno conto, Wolfgang Haffner alla batteria e Gary Grainger al basso.

Måneskin – Roma Summer Fest 2019

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Roma – Auditorium Parco della Musica 23.06.2019

– Live report di Claudio Enea
– Pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea

D:”Dopo XFactor avete iniziato con il botto, che intenzioni avete?”
R:”Di continuare con il botto!” (Da intervista RAI)

E ci sta riuscendo alla grande il gruppo romano, numeri veramente incredibili, 135.000 biglietti venduti in poco meno di due anni, gli eventi fin qui prevalentemente sold-out, 12 dischi di platino, 4 dischi d’oro, doppio di platino per l’album “Il ballo della vita”, consapevolezza della loro crescita e  anche un po di spavalderia che si possono comunque permettere visti i risultati.

La Cavea è al completo, 5000 presenti, tanti i coetanei della band, come ovvio che sia, per questo che era considerato da alcuni un fenomeno passeggero e che invece sta confermando quanto di buono si era visto fin dai primi momenti.

Un urlo compatto accoglie in scena la band che ripropone tutti i brani che l’hanno portata al successo più qualche cover importante. I presenti nell’anello alto sono all’inizio tutti composti e seduti al loro posto, ma dura poco, fino a quando Damiano non li esorta ad alzarsi, “non si è mai visto un concerto rock con la gente seduta”.

Un’ora e mezza in cui saltano e corrono da un lato all’altro del grande palco senza risparmiarsi, trasmettendo l’adrenalina che li percorre, ed il pubblico sembra gradire accompagnandoli e cantando ogni brano, da ”Fear for Nobody” a “Immortale”, da “Chosen” a “Morirò da re” per finire con “Torna a casa”,.

Iinsomma un bell’inizio per questo Roma Summer Fest 2019 che ci accompagnerà per tutta l’estate e quale miglior modo di iniziare se non con il botto?

La scaletta

Pregalleria



La band:
Damiano David – voce
Victoria De Angelis – basso
Thomas Raggi – chitarra
Ethan Torchio – batteria e percussioni

PFM canta De Andrè – Anniversary

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Auditorium Parco della Musica di Roma 26.05.2019
Open Act di Micol Arpa (Picchioni)

– Live report di Luis “Redwood” Almasi
– Pregalleria e galleria fotografica di Claudio Enea

26 maggio e ventiseiesimo concerto di questa fortunata ed acclamata tournée che dal marzo scorso attraversa in lungo e in largo tutta l’Italia, aggiungendo date su date. Secondo concerto romano, questa volta non al teatro Brancaccio (nel cuore di tanti faberiani soprattutto per il famoso video) bensì nella prestigiosa Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica.

Opening act di Micol e la sua “arpa rock” che suona in piedi esprimendo così, anche col corpo, la volontà di rinnovare e contaminare questo antico strumento. “Verranno a chiederti del nostro amore” viene accolta calorosamente da un pubblico in fondo sorpreso dal gradito preambolo; ma è con “Via del Campo” che si crea un feeling speciale. Strumento affascinante l’arpa che rievoca suoni ancestrali, memorie infantili di carillon e ninnenanne. Forse per questo Micol vola spesso sino alle note più acute dello strumento e ci sembra di sentir cantare le parole: ognuno nella mente; ognuno col cuore. Che bello l’Auditorium lasciato semi-illuminato. Micol ringrazia la PFM e tutti per averle regalato questo palco. Mentre suona “Canzone dell’amore perduto”, nell’aria si accendono centinaia di lucciole (LED, ndr) che ci fanno sognare questa primavera che sembra non voler ancora tornare.

La Premiata Forneria Marconi non è seconda a tante altre eccellenze italiane che ci rendono preziosi agli occhi del mondo. Unica band nostrana che negli anni ’70 riuscì ad avere successo anche all’estero, fu protagonista assoluta di una svolta storica per la musica d’Autore, unendo la propria energia rock progressive e l’enorme capacità tecnica alla poesia in musica di uno dei più grandi cantautori di tutti i tempi. “Fabrizio De André in concerto arrangiamenti PFM” fu una tournée prima ed un disco poi che ebbero un grande successo di pubblico e di vendite fino ad assumere, nel tempo, le caratteristiche di un vero e proprio mito. Era il 1979 e “PFM canta De André Anniversary” celebra e rinnova quella meraviglia, 40 anni dopo.

<<Cominciava così>>, ricorda Franz Di Cioccio, mentre parte l’arpeggio di “Bocca di rosa”. Subito ci immaginiamo proiettati in quel freddo gennaio del 1979 e la magia comincia nel modo più prevedibile e, proprio per questo, più diretto e giusto. C’è voglia di partecipare, di battere le mani ed esprimere calore, coinvolgimento ma “La guerra di Piero” cambia in un attimo l’atmosfera e il pubblico si tace. Lucio “violino” Fabbri ha un fraseggio di un’espressività unica: sempre fedele e preciso; sempre diverso come una meravigliosa voce fatta di legno, crine, corde, mani e cuore (e ce n’è tanto). Ora l’Auditorium pare stretto in un abbraccio collettivo e siamo appena all’inizio…

La fisarmonica è la stessa dei concerti del 1979 così come le mani che la suonano, quelle del tastierista storico della PFM Flavio Premoli. Curò personalmente molti degli arrangiamenti PFM per le canzoni di Fabrizio De André e “Un giudice” (preceduta da “Andrea”, ndr) si conferma uno dei pezzi migliori, anche questa sera. Appena il tempo per Franz di presentare i 9 membri della band e parte “Rimini” con il suo incedere dolcemente cadenzato dai contrappunti di chitarra. La musica ha una tale ricchezza di colori, di raffinati intrecci melodici, da superare in bellezza le parole peraltro stupende. Emozionante!

C’è attenzione ai suoni. Negli anni alcuni membri storici della band hanno preso altre strade ma Patrick Djivas è ancora qui, con il suo basso fretless a regalarci il suo stupendo arrangiamento di “Giugno ’73”. Il violino di Lucio Fabbri ed i campanelli (crotali) suonati da Franz Di Cioccio completano le tinte di questo affresco, realmente evocativo di quell’esistenzialismo francese che contraddistinse un’epoca ed il modo di fare arte anche di Fabrizio De André.

Ora la musica lascia il posto alle parole ed ai bei ricordi della Sardegna del 1978 quando il Poeta (Fabrizio, ndr) e la Premiata Forneria Marconi, impegnata in un concerto a Nuoro, si ritrovano, si divertono. Il Poeta invita tutti a casa sua così, complice l’Agnata (la tenuta di De André vicino a Tempio Pausania, ndr) ed un mare di Vermentino (<<una droga che si può consumare liberamente>>, dice Franz) prende forma l’idea di fare qualcosa insieme.

La PFM aveva già collaborato con Fabrizio, quando ancora non si chiamava PFM ma “i Quelli”. Furono infatti molti dei musicisti della band a suonare ne “La buona novella”, il concept album del 1970 tratto dalla lettura di alcuni vangeli apocrifi. “Maria nella Bottega di un Falegname” e “il Testamento di Tito” diventano, nell’interpretazione della PFM nei concerti del ’79, quasi un tutt’uno dando vita ad una lunga suite veramente in stile progressive che questa sera viene preceduta da due nuovi arrangiamenti di altrettanti pezzi tratti sempre da quell’album.

“L’infanzia di Maria” funziona alla grande. Il prog lascia a tratti spazio all’hard-rock, quasi al metal. Marco Sfogli alla chitarra elettrica è bravissimo. Un altro assolo di Djivas. Quando entra Lucio ti scoppia il cuore. Nella seconda parte del pezzo c’è posto addirittura per il blues e per sonorità arabeggianti verso la fine. C’è tanto ma ben pensato, ottimamente eseguito e il pezzo piace al pubblico: una vera ovazione (“vien giù il teatro” prima ancora che il pezzo finisca, ndr). “Il sogno di Maria” pare invece, per lo più, perdere tutta la sua dolcezza (a tratti sensuale) a favore di un approccio rock ed energico. Resta l’espressività, l’intimità nella parte finale (quando torna Giuseppe, ndr) dove peraltro il pezzo non è stato sostanzialmente riarrangiato. Il pubblico comunque apprezza.

Franz ci invita a metterci <<seduti sulla panchina del tempo>> e una piccola magia tecnologica fa cantare la voce registrata di Fabrizio De André mentre la band suona “La canzone di Marinella”. Applausi fragorosi sottolineano l’amore per Faber e soffocano il rimpianto di averlo perduto troppo presto. <<Eravamo in 10 su questo palco>> dice Di Cioccio con evidente emozione.

È il momento delle ballate. “Zirichiltaggia”, leggermente più lenta rispetto al ’79, cantanta dal bravissimo Alberto Bravin (voce, tastiere, chitarra) e “Volta la carta” con il pubblico che si diverte nel lasciarsi coinvolgere dal “gran cerimoniere” Franz di Cioccio: <<Branca, Branca, Branca… leon, leon, leon>>; <<Su le mani. Forte!>>.

Arriva “Amico fragile”. Il torrente di note che Fabrizio riusciva ad arpeggiare sulla chitarra classica con sorprendente fluidità è sostituito da uno strumming cadenzato. La voce di Franz è convincente, come può essere solo quella di chi sa realmente cosa significhi essere <<evaporato in una nuvola rossa>>. La band suona, eccome! Roberto Gualdi è bravissimo alla batteria che cede di buon grado alle graditissime incursioni di Franz, batterista frontman della PFM. Marco Sfogli (chitarra elettrica, ndr) evoca Franco Mussida (il chirarrista storico della PFM, ndr) ad ogni nota, facendoci capire di esserne stato permeato fin nel profondo. Non è imitazione ma interiorizzazione, rispetto ed evoluzione nel ricreare la magia di questi assoli che hanno fatto la storia della musica.

<<Bravi, bravi, bravi>>. Applausi fragorosi, incessanti. Il concerto è finito ma tutto il teatro grida come una sola voce: <<Fuori, fuori, fuori…>>. Eccoli.

La versione PFM de “Il Pescatore” fu la canzone con cui, sostanzialmente, Franz Di Cioccio convinse Fabrizio De André della bontà di questo progetto di collaborazione. Uno dei pezzi sacri della produzione De Andreiana che, a mio avviso, solo in questo arrangiamento trova il suo completamento, la sua pienezza. Ciò è vero al punto che Fabrizio non abbandonerà più questa versione facendone uno dei “cavalli di battaglia” che più identifica quella mitica tournée. Quale modo migliore di tornare sul palco per l’encore con il pubblico che canta i cori a squarciagola e pare un tutt’uno con chi è sul palco.

“È festa” in medley con “Impressioni in settembre”, due pezzi originali della PFM, suggellano la fine del concerto. C’è tempo solo per la foto di rito della band con tutto il pubblico alle spalle: <<Su le mani tutti! Domani la vedete su Facebook>>, ci esorta Franz.

Complimenti ai fonici per la resa sonora degna della PFM. Bellissime le luci che costituivano sostanzialmente l’unico effetto scenografico.

Consiglio a tutti di andare a vedere questo spettacolo almeno una volta perché è un pezzo di storia veramente importante della musica italiana. Si replica in tutta Italia e a Roma il 18 novembre 2019.

(Pregalleria)



Formazione:

  • Franz Di Cioccio – batteria, percussioni e voce
  • Patrick Djivas – basso
  • Flavio Premoli – tastiera, voce
  • Lucio Fabbri – violino, tastiera e chitarra
  • Roberto Gualdi – batteria
  • Alessandro Scaglione – tastiera, voce
  • Marco Sfogli – chitarra elettrica
  • Alberto Bravin – tastiere aggiuntive, chitarra acustica e voce
  • Michele Ascolese – Chitarra
1 11 12 13
Claudio Enea
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