Roma Città Libera – XXIX giornata della memoria della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti di mafia

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21 Marzo 2024. A Roma è finalmente primavera, e un sole meraviglioso accoglie tutti coloro che hanno scelto di partecipare al raduno organizzato da Libera per celebrare la XXIX Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti di mafia.


Le celebrazioni sono iniziate in realtà già il pomeriggio precedente, quando seicento familiari di vittime della mafia si sono raccolte all’interno della Basilica di Santa Maria in Trastevere per una veglia funebre in ricordo dei loro cari.
Il giorno successivo è poi la volta del lungo corteo, che dall’Esquilino attraversa il centro della città per arrivare al Circo Massimo. Sulle note di “A bocca chiusa” di Daniele Silvestri, “Mariposa” della Mannoia, e dell’immancabile “I cento passi”, dedicata a Peppino Impastato dai Modena City Ramblers, il Circo Massimo si riempie di bandiere colorate, di volti giovani e meno giovani.
Piú di centomila i presenti, uniti nella volontà di celebrare una giornata che non è solamente atto di memoria, ma anche e soprattutto di lotta e di resistenza.
Tante, tantissime le scuole di ogni grado presenti, e tanti anche gli striscioni ed i sorrisi sui volti dei ragazzi che li tengono tesi con fierezza.
La mattinata scorre via veloce, con interventi di vari esponenti dell’organizzazione, ma il momento più importante e commovente è indubbiamente quello della lettura di tutti i nomi delle vittime di mafia dall’inizio del 900 ad oggi. 1081 nomi, quelli conosciuti, letti ad alta voce a turno da personalità, parenti, amici. Ad accompagnare la lettura la musica dolce e malinconica di un quartetto d’archi.
Sui volti dei familiari seduti nelle prime file i segni della sofferenza, sovrapposti a quelli della forza che li porta ad essere lì, con una foto fra le mani o stampata sulla maglia, per chiedere ancora una volta la fine della violenza.
A conclusione della mattinata, cruciale e poi l’intervento di Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, che dal palco lancia un messaggio forte e chiaro per tutti:

“Fare memoria vuol dire impegnarsi non una giornata, ma ricordare i nomi di tutti quanti, con la stessa dignità e con la stessa forza. Dobbiamo raccogliere e custodire le memorie di questi nomi, di questi volti e sentirli qui dentro, sentire rinascere quelle memorie finite nell’oblio e trasformarle in pungolo, responsabilità. E’ importante impegnarsi tutti i giorni. Bisogna fare un lavoro nelle scuole, nelle università e nei territori. Non dobbiamo dimenticarci che le mafie sono forti, anche più di prima. Sparano di meno ma ci sono. E lanciano un messaggio alla politica. Alcuni provvedimenti ci pongono domande, interrogativi. Bisogna evitare di demolire dei pilastri, dei meccanismi che in questi anni hanno dimostrato di essere efficaci nel contrasto alla criminalità, alla corruzione, all’illegalità. Vedo che alcuni provvedimenti viaggiano un pochettino nella direzione opposta”.

Attenzione dunque, e sempre e costantemente impegno, memoria, e resistenza, in modo da poter tutti contribuire ad eradicare non solo le mafie, ma tutti i mali che da esse scaturiscono: l’intolleranza, l’egoismo, l’indifferenza e l’immobilismo.
Per raggiungere tutto questo bisogna porre l’accento anche sull’educazione, l’informazione, la riscoperta dei valori fondamentali dell’uomo, ed ecco che allora la seconda parte di questa XXIX Giornata della memoria e dell’impegno è dedicata a seminari di apprendimento tematici, aperti a tutti ma dedicati soprattutto ai ragazzi.
Tante le tematiche trattate, dal racket al gioco d’azzardo, dalla corruzione, alle donne di mafia, all’estorsione; per conoscere, per capire, per comprendere a fondo le tante tematiche legate al termine mafia. Soltanto così sarà forse possibile finalmente creare, citando ancora una volta le parole di Don Ciotti, “un’Italia libera dalle mafie, dalla corruzione e dell’ingiustizia. Libera di parlare di pace, di curare chi sta male e di accogliere chi arriva da lontano. Un Paese libero e cittadini liberi perché responsabili ”.

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