Stunt Pilots: (quasi) pronti al decollo!

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Dopo aver conquistato il pubblico piazzandosi al secondo posto del talent “X Factor”, gli Stunt Pilots hanno annunciato due date, a Milano e Roma, andate esaurite in un attimo.

Il power trio ha dimostrato simpatia, carisma, potenza e grande coesione. Grazie alla sapiente gestione da parte del loro coach Dargen d’Amico, hanno fatto un percorso senza intoppi, presentando quasi esclusivamente brani internazionali e il loro inedito “Imma stunt”.

Serata speciale al Monk di Roma, in cui organizzano la scaletta giocando con il nome della band e suddividendo il concerto in varie fasi: decollo, viaggio, discesa, atterraggio. Prima dell’inizio una voce fuori campo fa annunci proprio come in un aeroporto, preparando il pubblico allo spettacolo che sta per avere inizio. Allacciate le cinture!

La batteria è piazzata al centro del palco, ed è infatti Farina uno dei protagonisti indiscussi di questa band. Il resto del palco se lo mangia il bassista Moonet, che sembra non sapere dove stia di casa la timidezza. Il biondo Zo resta quasi in disparte e lascia che siano la chitarra e la voce a mescolarsi con il resto. Ne traspaiono equilibrio e complicità all’interno della band, che sembra essere lì soprattutto per divertirsi e condividere un momento di energia e adrenalina con il pubblico appena conquistato.

Al di là di una manciata di brani che portano la loro firma, la più alta percentuale dello show è fatta dalle cover portate anche in TV e che lasciano alla fine dei conti il sapore di una festa di liceo o di un contest di esordienti più che di un vero e proprio concerto.

C’è forse una corsa troppo impellente a voler farsi vedere dal vivo finché è ancora caldo l’entusiasmo dei seguaci delle trasmissioni TV, ma nel complesso il progetto risulta ancora poco definito, benché in possesso delle qualità necessarie per evolvere in qualcosa di più ampio respiro.

Alla fine della serata colpiscono di più i brani firmati dal gruppo che non le numerose cover. Appena riusciranno a scollarsi di dosso l’etichetta del talent, e avranno un numero sufficiente di pubblicazioni ed estratti dal proprio repertorio, avranno sicuramente molte cose da raccontare sul palco, che già tengono in maniera più che professionale. Interessanti infatti il timbro vocale, la costruzione dei pezzi e le atmosfere tra rock, funk, grunge, pop e autotune. Hanno ancora qualche viaggio di prova da fare e poi saranno pronti per il decollo verso qualcosa d più grande.

Ad aprire il concerto Swim Soul con la partecipazione di Juice Judah, trap e rap made in USA che non hanno faticato a conquistare il giovane pubblico in sala grazie alle loro sonorità attuali e originali e alla loro presenza scenica.

La galleria immagini:

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