Libri, autori e tanto altro

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LIBRI - page 15

Recensioni, pubblicazioni e news sulle nuove e meno nuove pubblicazioni

“Anni bui”, in campidoglio il libro di lordi che racconta le vittime in divisa

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Sono brutali gli anni settanta che Roma vive nella cappa del terrorismo. Quartieri contesi tra rossi e neri. Barriere, in apparenza, senza confini ma con il timore di venirne imbrigliati. ”Anni Bui”, il libro di Salvatore Lordi presentato questo pomeriggio in Campidoglio, racconta anche questa Roma, storie di mogli rimasti senza mariti, di figli senza padri e di genitori senza figli. Una Roma che assiste impotente al dolore di quei ragazzi che, indossando una divisa, sono ammazzati dalla violenza politica. Con la testimonianza dei vertici delle Forze dell’Ordine e una prefazione del magistrato Guido Salvini, ”Anni Bui” ripercorre 25 anni di storia del terrorismo in Italia, vista da un’angolazione differente: da quella dei familiari vittime del terrorismo.

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In libreria, ‘Il fuoruscito’ di Marco Ventura

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Marco Ventura, classe ’60, giornalista, scrittore, autore tv, gia’ inviato di guerra del ‘Giornale’ di Montanelli, in questo libro ripercorre la vita dell’editore ebreo Angelo Fortunato Formiggini, modenese, figura cardine della vita culturale degli anni Venti e Trenta del Novecento. Formiggini fu il primo suicida contro le leggi razziali e le persecuzioni del regime fascista.

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La fortuna dello Sposalizio della Vergine

Laura Picchio Lechi, storica dell’arte e archivista, ha realizzato un’acuta analisi dello “Sposalizio della Vergine” di Raffaello, sottolineando somiglianze e differenze con il quadro raffigurante il medesimo soggetto realizzato dal Perugino. Il volume “Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, tra fortuna critica e documenti inediti”, pubblicato dalla casa editrice fiorentina Leo S. Olschki, ripercorre la creazione del mito raffaellesco, indaga il contesto intellettuale, politico e collezionistico. Lo “Sposalizio della Vergine” è una pala d’altare realizzata da Raffaello Sanzio, datato 1504 è conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano, commissionato da Filippo Albizzini nel 1501 per la cappella dedicata a San Giuseppe e al Nome di Gesù. Firma e data vengono posti sulla sommità del tempio: Raphael Urbinas, MDIII. Posizione molto evidente che rivela il proprio compiacimento sia nei confronti del quadro, sia della propria patria. Ricordando la propria terra d’origine nell’iscrizione sul tempio – ricorda l’autrice – Raffaello manifesta l’attaccamento dalle proprie origini culturali proprio quando è in procinto di abbandonare l’Umbria.  L’opera rimanda alle antiche celebrazioni del 23 gennaio, data dello sposalizio della Vergine Maria e di San Giuseppe. La bellezza ideale emerge come amore per le architetture ordinate, è un modo per ricordare la struttura universale armonica e la perfezione divina. Non è un caso se la prima forma geometrica su cui cade l’occhio è il triangolo che sormonta la porta del tempio. Nella sua forma equilatera il triangolo simboleggia l’armonia e la proporzione ed esprime un senso di equilibrio dinamico tra le parti.

Come emerge dagli studi di Claudia La Malfa, dai carteggi di Giuseppe Lechi, Raffaello si fa portavoce di un linguaggio rivoluzionario ispirato all’antico. Per molti secoli lo stile delle sue opere ha costituito il fondamento stesso dell’idea di classicità.

Era la tavola di Raffaello divina, e non dipinta ma viva, e talmente ben fatta e colorita da lui, che fra le belle che egli dipinse mentre visse, ancora che tutte siano miracolose, ben poteva chiamarsi rara.

Secondo Giorgio Vasari, Raffaello raggiunse il canone della bellezza perfetta attraverso l’applicazione dei precetti che regolano la proporzione dei copri e dello scorcio in prospettiva ricavati dallo studio dell’arte classica. Le sue invenzioni sono apprezzate per la capacità di rappresentare il mondo reale nella dimensione dell’ideale. La sua grandezza risiede nella divina perfezione. Come emerge dalle “Vite” di Vasari, Raffaello incarnò gli ideali artistici e le tendenze della tradizione umanistica. L’Urbinate assimilò il mondo classico arrivando a una comprensione dell’antichità, difficilmente raggiunta da altri. L’artista è stato in grado di fondere la grazia del misticismo umbro con lo scandire plastico e spaziale fiorentino, che, in alcune circostanze, ricorda un po’ Piero della Francesca. 

Ricordiamo che studiando le fatiche de’ maestri vecchi e quelle de’ moderni, prese da tutti il meglio, e fattone raccolta, arricchì l’arte della pittura di quella intera perfezione che ebbero anticamente le figure d’Appello e di Zeusi. Inoltre, in Raffaello gli stessi soggetti sono strutturati in modo solido, inseriti in suggestivi paesaggi, pervasi da moti affettivi, da architetture perfette, da elaborazioni prospettiche che rimandano a Leonardo e a Bramante.

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Un angelo digitale

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Intervista all’autore Stefano Gelati

Stefano Gelati, autore del libro “Un angelo digitale” (Vertigo, 2023), racconta la storia di Stefano Baroni, che in seguito a un tumore gli viene offerta l’opportunità di vivere in una dimensione virtuale, per rimediare al degrado della società che lo circonda. 

 

Quale valenza assumono le emozioni nel mondo reale e nel cyberspazio? Esiste una differenza?

In modo imprevedibile e molto utile per umanizzare l’ambiente virtuale circostante, il protagonista si porta con sé tutte le sue emozioni, anche quelle che contrastano con la logica. Ma è una ricchezza, non un peso. Come gli ricorda in un passo il suo amico Gio, che è anche l’autore del processo di trasformazione: “Finché proverai disagio, imbarazzo, paura, orgoglio, amore, sarai infinitamente superiore anche alla più̀ potente macchina del mondo.”

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Di Anna Tulimieri

Non lo dire a nessuno

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Intervista all’autrice Gabriella Carmagnola 

Gabriella Carmagnola, autrice del libro “Non lo dire a nessuno” (Guida Editori, 2022), racconta la storia di Lucia, nata negli anni ’60 da una famiglia dell’alta borghesia lombarda, che in tenerissima età custodisce un segreto inconfessabile, di cui non parla con nessuno ma racconta tutto al lettore, in presa diretta. La protagonista negli anni diventa donna ma non dimentica quel trauma, e cerca una personale via d’uscita dal peso che si porta dentro, attingendo all’unica arma che ha a disposizione, la sua forza interiore. Lucia saprà incanalare questa forza in una carriera di successo, tra alti e bassi, sfidando tutti. Ma è nelle relazioni umane che dovrà faticare di più per recuperare la fiducia negli altri, spesso messa alla prova.

Come ha reagito Lucia alla violenza che ha dovuto subire per tutta la sua infanzia? Come questa reazione è cambiata nel corso degli anni?

Lucia ha un trauma iniziale, si tratta di una violenza fisica e psicologica. Inizialmente resta turbata sul fatto che la famiglia non voglia vedere quello che le sta succedendo, fa finta di non capire e di conseguenza Lucia si sente sola e abbandonata. Nascono in lei sentimenti contrastanti, da un lato un senso di colpa dall’altro una rabbia diffusa verso il mondo che le circonda e verso sé stessa. Lucia ha quindi un’infanzia travagliata, ribelle, con fenomeni di disturbi alimentari ma anche delle difficoltà nelle relazioni con gli uomini. Spesso ci sono tentativi di affermazioni professionale, ma sempre contrastati da quei sentimenti di rabbia, che la opprimono costantemente.

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Di Anna Tulimieri

Chi ha ucciso Simonetta Cesaroni?

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Chi ha ucciso Simonetta Cesaroni, intervista all’autrice del libro Raffaella Fanelli

Il 7 agosto 1990 è una calda giornata estiva, l’Italia ha appena vissuto l’emozione dei mondiali di calcio e Roma si sta svuotando per le vacanze estive, sono gli ultimi giorni di lavoro per molti. In via Carlo Poma Simonetta Cesaroni si è recata nel pomeriggio per il suo lavoro presso una associazione, ha venti anni e da li a poco sarebbe andata in vacanza. Quel pomeriggio la ventenne viene barbaramente uccisa. Dopo trent’anni dal suo assassinio non si è ancora trovato un colpevole per la morte della ragazza, quello di via Poma è uno dei più noti casi irrisolti nel quale si intersecano sbadatezze, falsi indizi, interrogatori mancati, depistaggi veri e supposti, mancati riscontri, suicidi sospetti, testimonianze non verificate e menzogne. Nel corso degli anni e dei processi che si sono susseguiti i principali sospettati si sono rivelati innocenti altri invece non sono mai stati indagati. Solo nel 2022, alcune rivelazioni hanno fatto vacillare l’alibi di una delle persone coinvolte. L’inchiesta è stata così riaperta ed è stata creata anche una commissione parlamentare d’inchiesta. Nel suo libro, Raffaella Fanelli mette a fuoco «tutta la verità possibile» è proponendo al lettore tante novità, tra le quali l’unica intervista rilasciata in vita da quello che appare il «centro oscuro» del delitto, l’avvocato Francesco Caracciolo di Sarno. 

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Per gli 80 anni di Lucio Dalla arriva un libro che celebra le canzoni più belle

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A 80 anni dalla nascita del cantautore, che cadranno l’8 marzo, l’autore Paolo Jachia ha scritto un volume che ripercorre le sue canzoni più belle. Il volume si intitola Lucio Dalla. Le più belle canzoni commentate. Il libro non celebra solo la persona di Dalla, dal punto di vista artistico, ma fornisce un commento sulle canzoni che ci trasmettono tante emozioni, ne svelano l’ideologia e i valori anche religiosi della musica di Dalla.

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Il 5 settembre arriverà nelle librerie Holly, il nuovo romanzo di Stephen King

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Holly Gibney è la nuova protagonista del romanzo di King. Il libro uscirà il 5 settembre in contemporanea negli Usa da Scribner, in Gran Bretagna e negli altri paesi di lingua inglese del Commonwealth da Hodder & Stoughton e in Italia, come da tradizione, da Sperling & Kupfer.

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Tammaro De Marinis e la cultura napoletana del primo Novecento, di Giancarlo Petrella

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Tammaro De Marinis, napoletano di nascita e fiorentino d’adozione, fu un assiduo frequentatore di archivi e di biblioteche napoletane e in poco tempo riuscì ad avere un enorme successo grazie alla sua attività di libraio. Pubblicò una serie di studi sul libro italiano del Rinascimento che hanno portato alla realizzazione di due straordinarie monografie: La legatura artistica in Italia nei secoli XV e XVI e La biblioteca napoletana dei re d’Aragona.

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Tele rosse, glebe nere di Francesco Campennì

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L’opera narra la rivolta popolare e contadina nel mezzogiorno dal XVII al XIX secolo, seguendo la scia della storia culturale, della lunga durata e della storia comparata.

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Redazione
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