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RaiPlay: Play Books in manicomi e ospedali

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Manicomi e ospedali psichiatrici, luoghi simili per molti aspetti, in particolare nel sentimento di paura, di sofferenza e di alienazione. Al contempo, pero, luoghi di cura in grado di restituire storie di straordinaria umanità e per questo trama di molte opere. Le “istituzioni totali”, come le definì il sociologo David Goffman, sono protagoniste della nona puntata di Play Books, il magazine di RaiPlay dedicato alla letteratura, disponibile da oggi sulla piattaforma.

La puntata si apre con il monologo “Tutti non ci sono” interpretato da Dario D’Ambrosi, una struggente performance che cerca di indagare sull’origine della sofferenza mentale.

Ne “Il campo delle pere”, Nana Ekvtimishvili racconta della violenza consumata tra le mura di un orfanotrofio della Georgia postsovietica degli anni ’90. Chiamato “la scuola degli idioti”, i bambini con disabilità intellettiva, gli orfani e i figli di migranti venivano trattati alla stregua di malati mentali, cresciuti tra abusi e negligenza.

Étienne Kern nel suo libro “Il sarto volante” racconta ai lettori di Franz Reichelt, sarto di origine boema che, nel 1912, intendeva testare il suo paracadute. La sua particolare morte è filmata da una cinepresa: si lancia e cade piedi della Torre Eiffel. La “prima vittima del cinema”, come affermerà Truffaut, è testimonianza di una crudele disfatta ma anche di un inno alla folle speranza.

In “Balena”, invece, Giulia Muscatelli racconta di come un corpo possa “allargarsi” per colmare un vuoto. Una storia di insicurezze in cui alcune scuole sono associate ai luoghi di reclusione che tendono ad omologare e livellare le differenze di coloro che li frequentano.

La pellicola “Il segreto” diretta da Jim Sheridan, tratta dall’omonimo romanzo di Sebastian Barry, è raccontata da Marco Vitelli per questa puntata. Il film narra la sconvolgente e toccante vicenda di una donna costretta a vivere gran parte della sua esistenza rinchiusa in cupo e opprimente ospedale psichiatrico.

Nella nona puntata di Play Books, Claudio Morici racconta di Ken Kesey che, nel 1959, si sottopose volontariamente ad un esperimento sulle sostanze psicoattive, assumendole, all’università di Standford. Frequentò quindi un ospedale psichiatrico. Al termine dell’esperimento pubblicò il libro “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, tra i pilastri letterari sulla malattia mentale.

Il fumetto di Zuzu, invece, è “Crash Site” di Nathan Cowdry, dove il protagonista è un cane salvato da un rifugio per animali con disturbi mentali. Il piccolo protagonista è poi catapultato in una storia sadica con venature horror.

Megi Bulla sceglie invece il fantasy “Shutter Me”, il primo di una saga di sei libri di Tahereh Mafi. Narra di una ragazza relegata in una minuscola cella, con la sola compagnia di se stessa e di un diario a ricordarle che non sta impazzendo.

Emblematico è il repertorio dedicato alla poetessa Alda Merini che racconta della propria brutale esperienza in manicomio, che l’ha segnata irreversibilmente.

Vittorio Castelnuovo nella rubrica “Extra Books” di Vittorio Castelnuovo dedica spazio a Edith Bruck e al libro “Sono Francesco”, in cui rivela la sua ammirazione per il Papa. La scrittrice è al centro dei drammi del Novecento ma anche della rinascita culturale del nostro Paese.

Play Books, il magazine di RaiPlay dedicato all’editoria, svela gli autori e le più interessanti novità letterarie, italiane ed estere, con particolare interesse alla “generazione Z”.

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