Spoon River è un’antologia di memorie- alcune ricostruite, altre reinventate- di vita, con tutte le sfumature che essa comporta. L’antologia è scritta in versi, seguendo la forma dell’epigrafe che non presume al suo interno una rima ma un ritmo.
L’autore, Edgare Lee Masters, definì tale forma di scrittura così: “qualcosa di meno della poesia e di più della prosa”. Leggendo tale opera si ha la sensazione di avere di fronte un romanzo corale, ambientato nel cuore della provincia puritana americana d’inizio Novecento. A distanza di un secolo, il capolavoro, immortale e con lati oscuri, di Masters viene ripresentato ai lettori con una grafica più coinvolgente. L’opera tutt’oggi riesce a scaturire emozioni che appartengono sia ai protagonisti di Spoon River sia ai giorni nostri.
Lo stesso Fabrizio de Andrè ha preso spunto dall’antologia per la scrittura di un suo brano. L’antologia di Spoon River si configura come un mondo dove la vita e la morte si danno il cambio, e le voci di chi trapassa possono spogliarsi del pregiudizio e cantare libere verità fino a quel momento taciute.
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