Da Meloni a Sunak, Lula, Macron, i leader globali alla Cop28

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DUBAI (EMIRATI ARABI UNITI) (ITALPRESS) – A Cop28 è il momento della sfilata dei leader. Oggi sul palco della Conferenza delle parti delle Nazioni Unite sul clima è stata la volta dei capi di stato e di governo. La mattinata è cominciata con la classica foto di gruppo e i saluti al segretario delle Nazioni Unite Guterres, poi è proseguito con gli interventi dei potenti del mondo.
I leader globali, e in particolare quelli dei paesi in via di sviluppo più colpiti dalla crisi climatica, hanno insistito sul fatto che le grandi economie ed emettitori prendessero provvedimenti urgenti per ridurre le emissioni e finanziare il loss and damage.
Non solo. In giornata è stata firmata da 134 paesi una dichiarazione sull’agricoltura sostenibile, che sottolinea come il settore debba essere incluso nelle politiche per affrontare la crisi climatica. E’ la prima volta.

Le dichiarazioni
Tre minuti il tempo massimo per le dichiarazioni di intenti che, come sempre, aprono le due settimane di lavori. Qualcuno (non pochi) ha sforato ampiamente, ma le Cop sono l’occasione per i Paesi con meno visibilità di salire alla ribalta internazionale. Come accadde negli anni scorsi per la presidente delle Barbados Mia Mottley, diventata un simbolo della lotta delle piccole isole contro il cambiamento climatico.
Quest’anno non è nata alcuna stella, almeno per il momento, e ci sono assenze importanti. Come Joe Biden, al cui posto domani parlerà la vice Kamala Harris, e Xi Jinping. Mancherà anche il Papa, che ha dato forfait all’ultimo momento per motivi di salute. Non mancano, però, i big, che tra oggi e domani si stanno dividendo la scena.
Ha aperto il segretario delle Nazioni Unite Guterres, che ha chiesto ai leader di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili. “Il destino dell’umanità è in bilico – ha detto – Proteggere il clima è la più grande sfida a livello globale”.
Il presidente brasiliano Lula, applauditissimo, ha sottolineato come non sia possibile combattere il cambiamento climatico senza mettere nel mirino anche le disuguaglianze. Lula, che l’anno scorso a pochi giorni dall’elezione era stato la vera stella della conferenza dopo il mandato del negazionista Jair Bolsonaro, viene da quasi dodici mesi di governo e ha ricordato come l’Amazzonia stia attraversando una delle maggiori ondate di siccità della storia.
Discorso allarmato quello di re Carlo, in linea con la propria tradizione ambientalista. Di tutt’altro profilo l’intervento del premier britannico Rishi Sunak: il leader ha difeso dal palco le politiche ambientali del Regno Unito, criticate dagli ambientalisti per l’annuncio recente di nuove licenze per l’esplorazione del mare del Nord alla ricerca di idrocarburi.
Il presidente etiope Abiy Ahmed ha annunciato che il paese ha seminato 32,5 miliardi di piantine, trasformando un deserto in un paradiso di biodiversità e portandolo per la prima volta a diventare un esportatore di grano. Piante, ha sottolineato, resilienti al caldo e al clima arido.
Emmanuel Macron, presidente francese, ha sforato ampiamente i tre minuti. L’inquilino dell’Eliseo, come sempre, ha offerto un intervento complesso e che denota conoscenza dei temi climatici. Il leader ha annunciato che la Francia chiuderà l’ultima centrale a carbone nel 2027, e spinto i paesi del G7 a dare l’esempio abbandonando i combustibili fossili. Ha anche parlato di riscrivere le regole del WTO, l’Organizzazione mondiale del commercio, per consentire ai membri di trovare risorse per la transizione energetica.
Santiago Pena, il presidente del Paraguay ha detto che “tutta l’energia del Paese è pulita e rinnovabile” mentre Ursula von der Leyen ha parlato di tassare le emissioni carboniche, nodo controverso.

La dichiarazione sulla sostenibilità
Giornata di incontri per Giorgia Meloni, arrivata ieri negli Emirati. Meloni, che farà domani la propria dichiarazione di apertura, ha visto tra gli altri Erdogan, Rishi Sunak, Emmanuel Macron, il presidente somalo, il segretario di Stato americano Anthony Blinken. Non solo: la presidente ha annunciato che l’Italia contribuirà con cento milioni di euro al nuovo fondo per il loss and damage i cui dettagli sono stati concordati ieri.
Meloni ha parlato anche di agricoltura. “Il sistema alimentare italiano è tra i più avanzati e conosciuti in tutto il mondo – ha affermato – penso ad esempio ai principi della dieta mediterranea che non appartengono solo all’Italia e al Mediterraneo, ma a tutto il mondo. Siamo consapevoli di quanto il nostro know how sia prezioso anche per gli altri: la sicurezza alimentare per tutti è anche una delle priorità strategiche della nostra politica estera”.
“Abbiamo un progetto basato sulla collaborazione ad armi pari con il continente africano, rivolto al settore agricolo: il nostro scopo non è fare beneficenza, perchè la mia idea è che l’Africa non abbia bisogno di beneficenza ma di qualcosa di diverso: la possibilità di competere su un piano di parità”. Domani gli interventi degli altri leader globali. Poi la palla passerà ai negoziatori.
-foto xo8 –
(ITALPRESS)

Bookreporter Settembre