Anche il Marocco riconosce lo Stato di Israele, il ruolo della mediazione USA

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Il Regno del Marocco è il quarto Paese arabo, in quattro mesi, ad avviare la normalizzazione dei rapporti con Israele nell’ambito dei cosiddetti Accordi di Abramo, sponsorizzati dall’amministrazione Trump.

Lo scorso 10 dicembre, infatti, i due Paesi hanno concordato la normalizzazione delle relazioni reciproche, stipulando un accordo che prevede, tra le altre cose, il riconoscimento statunitense del territorio conteso del Sahara occidentale come parte del Marocco. Questa regione del Nord Africa, ex colonia spagnola, è contesa da decenni tra Rabat e il Fronte Polisario, movimento separatista sostenuto dalla vicina Algeria, che mira all’ottenimento dell’indipendenza per la creazione di uno Stato autonomo. Nel suo annuncio su Twitter, Trump ha parlato di “un’altra svolta storica”, definendo l’accordo come “un enorme passo avanti per la pace in Medio Oriente”.

 

Ho sempre creduto in questa pace storica, e ora sta accadendo sotto i nostri occhi. Voglio ringraziare il presidente Trump per i suoi sforzi straordinari per portare la pace in Israele e in Medio Oriente”, ha commentato il primo ministro Israeliano, Benjamin Netanyahu, assicurando che ci sarà “una pace molto calorosa” tra i Paesi. In base all’accordo,  Marocco e Israele ristabiliranno relazioni diplomatiche ufficiali, con l’immediata riapertura degli uffici di collegamento a Rabat e Tel Aviv. Nell’ottica di facilitare gli scambi economici – e non – tra i due Paesi, viene concesso agli aerei israeliani di entrare nello spazio aereo marocchino, aprendo tratte di volo dirette tra i due Paesi.

Quanto al riconoscimento della sovranità di Rabat sulla regione del Sahara occidentale, alcuni osservatori hanno ritenuto la decisione degli USA come “merce di scambio” per la normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi. L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha definito il Sahara Occidentale come un “territorio conteso” e da anni cerca di organizzare un referendum di autodeterminazione, invano. Il riconoscimento da parte degli Stati Uniti rafforza quindi la posizione del Marocco, come emerge dal testo della dichiarazione della Casa Bianca, in cui si legge: “gli Stati Uniti credono che uno Stato saharawi indipendente non sia un’opzione realistica per risolvere il conflitto, e che la vera autonomia sotto la sovranità marocchina sia l’unica soluzione fattibile”, esortando le parti “ad impegnarsi in discussioni senza indugio, utilizzando il piano di autonomia del Marocco come unico quadro per negoziare una soluzione reciprocamente accettabile”.

Parlando ai giornalisti, Jared Kushner, genero di Trump e suo consigliere su molte materie, compresa la politica estera, ha dichiarato che è ormai inevitabile che anche l’Arabia Saudita, principale potenza araba della regione, riconosca Israele seguendo l’esempio di EAU, Bahrein, Sudan e Marocco. L’amministrazione Trump ha esercitato numerose pressioni sul regno saudita a questo scopo, per ora senza successo. Solo la scorsa settimana il Ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan Al Saud, ha dichiarato che Riad potrebbe prendere in considerazione una tale mossa solo se un accordo di pace tra israeliani e palestinesi “prevedrà la nascita di uno stato palestinese con dignità e con una sovranità praticabile e accettabile da tutti i palestinesi”.

Bookreporter Settembre

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