Il no di Erdogan ad Al-Sisi: la proposta egiziana per un cessate il fuoco in Libia è “nata morta”

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Cade nel vuoto l’appello egiziano per un cessate il fuoco in Libia dopo che la Turchia si è dichiarata contraria, ritenendo che la proposta miri soltanto a salvaguardare il generale Khalifa Haftar, da settimane ripetutamente sconfitto negli scontri per la conquista di Tripoli.

Nell’ambito di un’iniziativa per la soluzione del conflitto libico, il 6 giugno scorso, il Cairo ha proposto un cessate il fuoco in Libia a partire dall’8 giugno.

L’“Iniziativa Cairo”, così soprannominata, è stata annunciata dal Presidente Abdel Fattah Al-Sisi nel corso di una conferenza stampa tenuta insieme al suo alleato Khalifa Haftar, sollecitando inoltre il sostegno delle Nazioni Unite all’iniziativa.

In particolare, è stato chiesto il ritiro di “tutti i mercenari stranieri sul territorio libico” e “lo smantellamento delle milizie con la consegna delle loro armi”. Sia la Russia che gli Emirati Arabi Uniti hanno accolto con favore la dichiarazione del Cairo, mentre la Germania ha ribadito i risultati raggiunti nei precedenti colloqui sotto l’egida dell’ONU.

 

Il 10 giugno scorso, tuttavia, il Ministro degli Esteri turco Mevlut Covusoglu ha respinto la proposta egiziana, considerata un tentativo per avvantaggiare Haftar ed il suo esercito, ormai indeboliti.

Ankara, come è noto, è infatti uno dei principali sostenitori del Governo di Accordo Nazionale (Gna) di Tripoli, l’unico riconosciuto a livello internazionale e oggetto di assedio da parte dell’LNA dall’aprile 2019.

“La richiesta per salvare Haftar non ci sembra sincera o credibile, […] lo sforzo per il cessate il fuoco del Cairo è nato morto”. Sono state queste le parole del Ministro turco, pronunciate a seguito della discussione avvenuta l’8 giugno tra il Presidente Erdogan ed il suo omologo statunitense Donald Trump.

Nel corso del bilaterale, i due hanno inoltre deciso di delegare i loro Ministri degli Esteri e della Difesa a discutere di ulteriori possibili iniziative in Libia. Il GNA, secondo quanto dichiarato da Erdogan, continuerà quindi a combattere per impadronirsi della città di Sirte e la base area di Al-Jufra, ancora controllate dal generale Haftar.

La liberazione di Sirte è infatti uno degli obiettivi principali dell’operazione turca “Sentieri della Vittoria”, che mira a recuperare la città costiera al fine di consentire al GNA di riprendere il controllo di giacimenti petroliferi.

Nel rifiutare la proposta egiziana, il Ministro della Difesa turco ha dichiarato che qualora Haftar continuasse a subire sconfitte sul campo di battaglia “certamente scomparirà” dal panorama libico.

 

Bookreporter Settembre

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