Le forze armate dell’Esercito Nazionale Libico (LNA) e quelle del Governo di Accordo Nazionale (GNA) si sono scontrate il 18 aprile nei pressi di Tarhouna, a 65 km a Sud-Est di Tripoli. In particolare, le forze del governo tripolino di al-Serraj hanno attaccato l’accampamento nemico lì situato.
L’evento è stato reso noto dal portavoce dell’esercito tripolino, Mohamed Kanunu, il quale ha dichiarato un’ulteriore avanzata del GNA e l’arresto di 12 uomini vicini ad Haftar.
Lo scontro si inserisce nell’ambito dell’offensiva denominata “Tempesta di Pace”, lanciata delle forze del GNA lo scorso 13 aprile verso Ovest, ai danni delle postazioni militari del generale Khalifa Haftar. In questi giorni le forze del governo di Tripoli hanno riconquistato numerose città situate sulla costa occidentale della capitale libica, aprendo un nuovo canale verso il confine con la Tunisia e disegnando una nuova mappa geopolitica.
In un’intervista a La Repubblica il capo del Consiglio Presidenziale Serraj, ha dichiarato: “Avevamo accettato il cessate-il-fuoco e la tregua umanitaria […], ci aspettavamo che i pericoli dell’epidemia da coronavirus avrebbero trasformato Haftar in un uomo di parola. Ma lui ha visto nella pandemia un’opportunità per attaccarci, [..] bersagliando con bombardamenti indiscriminati Tripoli, le zone residenziali e addirittura l’ospedale pubblico di Al Khandra nel centro della capitale”.
L’attacco all’accampamento di Tarhouna, e le operazioni militari fin qui intraprese dal governo di al-Serraj, si configurano infatti come una risposta all’offensiva intrapresa il 4 aprile 2019 dal generale Khalifa Haftar, condotta con bombardamenti e scontri via terra per prendere il controllo di Tripoli.
Nonostante l’operazione a Tarhouna sia andata a buon fine, alcuni ufficiali dell’ LNA hanno confermato a Reuters che le forze del GNA non sono riuscite ad entrare nella città, che continua quindi ad essere una roccaforte di Haftar.