Primo turno delle elezioni presidenziali in romania, la sfida adesso è tra liberali e social democratici

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Si è svolto il 10 di novembre il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania, che ha visto l’ingresso al ballottaggio del nazional liberale Klaus Iohannis e della social democratica Viorica Dăncil.

La prima tornata elettorale ha consegnato un quadro politico estremamente chiaro, con il Partito Nazionale Liberale del presidente uscente vincitore, ottenendo il 36.6% dei voti risultando vincitore nella maggior parte delle regioni. Al secondo posto si attesta il Partito Social Democratico con il 23.8%, vincendo principalmente nelle regioni meridionali del paese. Terzo classificato è il Partito Liberale di Dan Barna, il quale con il 13.9%, riuscito ad ottenere la vittoria in due delle regioni centrali.

Il prossimo e decisivo turno si svolgerà domenica 24 novembre, dove si sfideranno i due leader dei movimenti politici che hanno ottenuto più voti durante la prima tornata. Secondo il Sistema elettorale romeno le presidenziali vengono svolte sulla base di un sistema maggioritario a doppio turno, dove se nessun candidato raggiunga il quorum del 50% + 1, si procederà ad un ballottaggio tra i due politici più votati.

La campagna elettorale svolta fino ad ora, si è rivelata aspra e senza risparmio di accuse tra i due contendenti, divisi anche su molti punti riguardanti la politica interna ed internazionale. Da una parte c’è Klaus Iohannis, che con il suo Partito Nazionale liberale, che propone un netto rilancio economico con un conseguente ammodernamento infrastrutturale, la lotta alla corruzione ed una azione estera marcatamente filoccidentale ed europeista, essendo stato anche molto apprezzato dell’UE e dal mondo occidentale durante i suoi anni di mandato. Ha accusato la sua avversaria di aver condotto il governo più disastroso di tutta la storia repubblicana romena, agevolando anche il clientelarismo.

Al contempo Viorica Dăncil e il Partito Social Democratico propongono un programma incentrato sull’appianamento delle diseguaglianze sociali come un aumento salariale, protezione dei meno abienti, una riforma del sistema pensionistico e una maggior trasparenza della pubblica amministrazione.

La leader social democratica no risparmia gravi critiche nei confronti del presidente uscente, accusandolo di aver violato la costituzione e di essere andato contro gli interessi dei suoi stessi cittadini pur di essere eletto nuovamente.

 

 

 

 

 

 

Bookreporter Settembre

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