Italexit? No grazie

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Secondo una ricerca del Censis, il 66,2% degli italiani non vuole uscire dall’Unione Europea e ritornare alla lira. Ma i dati mostrano anche i rischi di un europeismo indifferente alle implicazioni economiche per i ceti meno agiati

L’europeismo non è solo delle élite e delle classi dirigenti, ma coinvolge anche quote significative di cittadini. È quanto emerge dalla ricerca “Cosa sognano gli italiani”, realizzata dal Censis in collaborazione con Conad nell’ambito del progetto “Il nuovo immaginario collettivo degli italiani”. Malgrado la Brexit abbia materializzato proteste e insoddisfazioni nei confronti di un’Unione Europea percepita come lontana, severa e troppo burocratica, il punto di vista prevalente tra gli italiani è quello di restare nell’UE, ma con numerose differenze soprattutto tra i gruppi sociali più vulnerabili.

Il 66,2% degli italiani non vuole l’uscita dall’euro e il ritorno alla lira, con quote percentuali che raggiungono l’83,1% tra gli ultrasessantacinquenni, il 66,9% tra gli uomini e il 73,6% tra i laureati. Per quanto riguarda, invece, l’uscita dall’UE e il ritorno alla sovranità nazionale, il 65,8% degli italiani si dichiara contrario con quote che raggiungono il 79,7% tra gli ultrasessantacinquenni, il 73,6% tra i laureati e il 67,3% tra gli uomini. Il 52% non è favorevole all’idea di ristabilire confini impermeabili e controlli alle dogane tra i Paesi europei. Si tratta di una percentuale che diventa il 59,1% tra gli uomini, il 64,3% tra chi ha più di 65 anni e il 61,1% tra i laureati.

Tuttavia, i dati mostrano i rischi di un europeismo indifferente alle implicazioni economiche per i ceti meno agiati, poiché tra le persone con redditi bassi sono più elevate le percentuali di chi si dice d’accordo con il ritorno alla lira, l’uscita dall’UE e il ripristino di frontiere e dogane tra i Paesi europei. In questi casi, un’Unione Europea disattenta alle condizioni dei ceti meno abbienti è percepita come ostile. Entrando nel dettaglio, è favorevole al ritorno alla lira il 31% tra chi ha redditi fino a 15.000 euro, contro l’8,8% tra chi ha un reddito oltre i 50.000 euro. Vorrebbe tornare alla sovranità nazionale il 31,6% di chi ha redditi fino a 15.000 euro, contro l’11% di chi ha un reddito oltre i 50.000 euro. Alla riattivazione dei confini e delle dogane tra paesi Ue pensa il 39,2% di chi ha bassi redditi, contro il 25,3% di chi supera i 50.000 euro.

Se la maggioranza degli italiani dice no al ripristino dei confini e delle dogane, il rifiuto è anche verso protezionismi normativi giudicati penalizzanti per i consumatori. Bloccare i flussi dall’estero, infatti, non incontra il favore degli abitanti del Belpaese. Dai prodotti intellettuali alla forza lavoro, un’apertura è percepita non solo come un moltiplicatore di opportunità, ma soprattutto come espressione della libertà individuale. Per questo motivo, il 60,1% degli italiani è contrario a imporre vincoli alla diffusione di film, libri, canzoni straniere a vantaggio di prodotti italiani (il 64,9% tra i laureati) ed il 62,6% è contrario a imporre per legge l’assunzione di soli lavoratori italiani in ogni settore, inclusi badanti e operai (il 67,2% tra chi ha una laurea).

La ricerca decreta anche il crollo della fiducia nelle élite. Solo il 4% degli italiani si fida ancora dei partiti, il 3,2% dei parlamentari, l’1,5% dei banchieri. Ad emergere, infatti, è la voglia di figure rassicuranti, che incarnino il senso di responsabilità e siano in grado di trasmettere sicurezza. Per questo, sono i grandi scienziati (40,7%), il Presidente della Repubblica (30,7%), il Papa (29,4%) e i vertici delle forze dell’ordine (25,5%) a beneficiare ancora della fiducia dei cittadini. Mentre la fiducia è ridotta ai minimi termini anche per direttori di giornali e telegiornali (3,6%), editorialisti ed opinion maker (3,8%). Poco più alta è quella riposta nei grandi imprenditori industriali (10,9%) e nei vertici dei corpi intermedi e delle associazioni di categoria (8,1%).

Tiziana Mastrogiacomo, delegata Stampa e Comunicazione “Vivere Impresa no profit”

Bookreporter Settembre

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