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Alessandro Conte - page 2

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Messico, attacco contro polizia e Croce Rossa, quattro morti tra polizia e medici

in EUROPA by

Durante una attività di aiuto alla popolazione dello stato meridionale del Messico il gruppo di medici della Croce Rossa Messicana è stato attaccato da un gruppo di venti uomini armati che hanno sparato indiscriminatamente sul gruppo di soccorritori, uccidendo quattro persone tra poliziotti e medici e ferendone altri sei.

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Per Asia Bibi, in piazza in Campidoglio

in POLITICA by

Martedì 13 ore 14 Piazza del Campidoglio la Lega chiama in piazza chiunque voglia manifestare per chiedere sostegno alla giovane donna minacciata dagli estremisti islamici del suo paese.

Asia Bibi è stata in carcere per 9 anni a causa della sua fede cristiana, falsamente accusata di un reato di blasfemia che non dovrebbe comunque esistere. Condannata a morte in primo grado, assolta dalla Corte Suprema, è trattenuta in Pakistan dalle autorità, che non vogliono lasciarla partire per il ricatto dei fondamentalisti islamici che hanno messo una taglia sulla sua testa e minacciano sommosse in tutto il Paese se dovesse espatriare.

Domani al Campidoglio, dalle 14 alle 15, con un sit-in organizzato da CitizenGO Italia ricordiamo lei e tutti i martiri del nostro tempo che con coraggio e perseveranza non rinnegano la loro Fede nemmeno a costo della vita. Perché la Libertà e l’Amore valgono di più.

Tra i promotori dell’iniziativa il capogruppo della Lega al Campidoglio Maurizio Politi al quale abbiamo chiesto cosa possiamo fare qui per aiutare Asia Bibi?

“Dobbiamo offrirle immediatamente asilo politico e aprire un confronto con le autorità pakistane affinché possa celermente uscire dallo Stato. È un’operazione complessa e difficile, ma che la nostra diplomazia, unita a quella Europea, può e deve portare avanti”

“Stiamo sollecitando il Campidoglio affinché si unisca alla grande voce che sta difendendo i cristiani perseguitati del mondo. Lo riteniamo importante. Il problema non è mai solamente quello che un ente locale può fare realmente, ma anche la cultura che si intende portare avanti. Asia Bibi oggi è un simbolo per le sofferenze patite per la sua fede in Gesù Cristo”

Appuntamento in piazza del Campidoglio martedì 13 novembre per dare sostegno all’iniziativa in difesa di Asia Bibi.

Dalla presa dell’ambasciata americana alle sanzioni odierne, l’Iran di ieri e di oggi.

in CULTURA by

Dalla presa dell’ambasciata americana alle sanzioni odierne, l’Iran di ieri e di oggi.

Novembre 1979, un anno dalla  partenza dello Scia Reza Pahlavi e il ritorno trionfale dell’Ayatollah Khomeini la situazione a Teheran è molto calda, esecuzioni sommarie e continue manifestazioni contro l’odiato nemico americano si susseguono in tutta la città saldamente in mano alle guardie della rivoluzione. Presi in ostaggio i diplomatici americani, unico caso nella storia moderna fino a quel momento, un evento di brutale efficacia mediatica durato 444 giorni.

Uno spartiacque nella politica americana nel medio oriente ma anche un momento difficile dello stesso Iran che vogliamo analizzare con la testimonianza di Esmail Mohades, rappresentante del movimento degli Studenti Iraniani in Italia, che proprio in quei giorni lasciva il paese per giungere in Italia.

EA – Quattro novembre 1979, l’ambasciata americana viene assaltata dal movimento degli studenti, perche?

Esmail Mohades: Perché il nuovo regim,e uscito da poco ad una grandiosa rivoluzione, decide uno scontro frontale con la superpotenza, che oltretutto, gli ha dato una grossa mano a salire il potere? Se continuiamo a calcare mainstream, suscitiamo sì meno perplessità, ma non inquadriamo il problema per quello che è, Il nocciolo del problema va cercato nella natura dello stesso regime teocratico insediato nel paese più laico del Medio Oriente. Quindi il problema fondamentale del regime iraniano sono gli iraniani e le forze democratiche e progressiste presenti in Iran di allora, sebbene piccole e inesperte. Queste avevano contrastato lo sciah e la politica americana in Iran e per questo possedevano un potenziale consenso popolare. Quindi il regime prende il toro per le sue corna: colpisco l’America come posso, presa dell’ambasciata, conquisto l’arma dell’anti America, molto in auge allora, in fine ho un importante nemico, l’alibi per decimare ogni voce dissidente interna. Il regime ha avuto successo in questo.

EA: Quali furono le reazioni all’interno de movimento?

Esmail Mohades: In quel periodo la massa degli iraniani quadrava tutto con stupore. Nel senso che dopo pochi mesi dalla caduta dello sciah tutto andava verso una direzione mai immaginate. Un gruppo zelante, con il consenso di Khomeini, con la presa dell’ambasciata ha superato i suoi concorrenti interni e fatto fuori i nemici. Molti degli studenti che hanno preso l’ambasciata negli anni ’80 hanno insanguinato il paese e fatto cose atroci nelle carceri, poi durante la presidenza di Rafsanjani, 1989-97, sono stati estromessi dal potere, per ritornarci poi in veste dei riformisti.

Qual’era la situazione in quei giorni a Theran?

Esmail Mohades: In quei giorni la maggioranza della popolazione si metteva fuori, grazie anche alla repressione che andava sempre più verso confini atroci. Il regime si preparava verso una chiusura totale degli spazi democratici, che poi è avvenuto nell’estate dell’81.

EA: Dopo il tentativo di liberazione andato male quale fu la reazione del movimento?

Esmail Mohades: Ha gonfiato l’immaginazione di chi pensava di stare umiliando la superpotenza e messo in evidenza la totale incapacità dell’Amministrazione di Carter. La liberazione degli ostaggi dopo 444 giorni, con risultato di tirar giù il povero Carter, è avvenuta quando si annusava che Reagan non avrebbe continuato la linea politica di Carter. Il Paese ha pagato caro in termini politici, economici e di immagine, ma gli autori avevano ormai ottenuto il loro risultato.

EA: Oggi Trump riprende la strada selle sanzioni, potrà mai esserci un nuovo 4 novembre 1979?

Esmail Mohades: L’Iran di oggi è spompato del tutto. Le sue principali armi usate per la sopravvivenza, repressione interna e terrorismo esterno, sono del tutto spuntate. Basta osservare le notizie della rivolta in Iran e gli arresti dei terroristi iraniani, in Belgio, Francia, Austria e Danimarca, ammesso che queste notizie arrivino. Stiamo assistendo la fine di un regime inglorioso, che solo l’Europa. L’Italia, a stento, pensa di salvare.  

Isis minaccia Sky Group e Repubblica, cambia la comunicazione del terrore

in CRONACA by

Il gruppo Terroristico islamico sta cambiando pelle, una evoluzione necessaria dopo la perdita del territorio che contraddistingueva questa formazione terroristica.

Una trasformazione che trasforma il sedicente Stato Islamico in Organizzazione terroristica di stampo tradizionale che si ispira più all’IRA che al Califfato Islamico di fine ottocento.

Ci descrive questa mutazione Franco Iacch, esperto analista di Open Source Intelligence, analista accreditato con il Ministero della Difesa e con la NATO, ha collaborato con i contingenti militari dell’Alleanza, approfondendo i principali sistemi d’arma in dotazione e collabora con svariati enti in tema di sicurezza internazionale.

Buon Ascolto!

Il servizio di Posta Militare durante la Grande Guerra

in CULTURA by

Dal 1862, data di nascita del Regio Servizio Postale Italiano,  le poste sono state presenti nella vita quotidiana del paese con il difficile compito di mantenere le comunicazioni nel paese di recente costituzione e nel resto del mondo.

Chilometri e chilometri di strade impervie per consegnare la corrispondenza in tutto il paese che unito sulla carta non aveva ancora nessuna connotazione i una unità culturale e linguistica.

Tra le tante sfide che il servizio postale ha dovuto affrontare in quegli anni pioneristici vi era anche la necessità di collegare le zone di guerra con la patria, i soldati con le famiglie, prima in Crimea, in Cina durante la rivolta dei Boxer e in Libia nel 1911.

Solo con la prima Guerra mondiale però il servizio viene organizzato e denominato come “Posta Militare” che vedeva impegnati in questo servizio più di 1.500 uomini dislocati negli uffici delle retrovie e negli uffici mobili che vicino al fronte avevano il compito di  raccogliere e distribuire la corrispondenza da e per il fronte.

Un lavoro durissimo che esponeva gli addetti agli stessi rischi dei soldati dovendo essere presenti nelle trincee più esposte del fronte.

Il servizio era tanto importante anche per i comandi militari che mettevano a disposizione dei soldati una cartolina al giorno per comunicare con i propri cari, una esigenza ritenuta prioritaria per poter far comprendere il sacrificio che le famiglie stavano facendo per una guerra lontana e per uno stato che ancora pochi riconoscevano come unitario.

Nei 3 anni di guerra la posta militare ha usato  per il suo servizio 45.890 kili di spago, quanto 3 carri armati leggeri, 28.600 kili di ceralacca pari a 82 granate da obici, 21.000 kili di carta per dispacci equivalenti a 5.539 fucili.

Seguendo i progressi dell’innovazione tecnologica, tipici  dei periodi bellici, ha utilizzato per il suo servizio i primi uffici mobili su ruote per raggiungere le prime linee e testato i primi collegamenti aerei per la consegna postale, una testimonianza di come le esigenze belliche siano lo stimolo per lo sviluppo di innovazioni.

In totale sono stati gestiti quasi 4 miliardi di spedizioni nei 3 anni di conflitto uno impegno grave e complesso che il servizio postale militare ha svolto sempre con grande dedizione tanto da annoverare tra i componenti del servizio diverse medaglie al valore.

Al fronte la corrispondenza era una esperienza vissuta insieme ai commilitoni, ma poteva diventare anche uno spazio strettamente personale in cui intrecciare un dialogo virtuale con la propria famiglia e cercare di tenere saldo il legame che li univa.

Abbiamo affrontato questo tema con Mauro De Palma dell’Archivio Storico delle Poste Italiane di Roma, che ci ha illustrato come le il servizio Postale sia riuscito ad organizzare un servizio di Posta Militare che ancora oggi è attivo per le missione delle Forze Armate Italiane all’estero.

 

Alessandro Conte
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