L’attesa era palpabile a Piazza San Pietro, dopo che la formula latina “Extra Omnes” aveva sancito l’inizio del Conclave, chiudendo le porte della Cappella Sistina. All’interno, i 133 cardinali si sono raccolti per ascoltare la meditazione di Padre Raniero Cantalamessa, predicatore emerito della Casa Pontificia. Successivamente, si sono svolte le operazioni preliminari al voto: la preparazione e la distribuzione delle schede, curate dai cerimonieri, richiamati nella Cappella insieme al segretario del Collegio dei cardinali, l’arcivescovo Ilson de Jesus Montanari, e al Maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Diego Ravelli. L’urna ha poi accolto le votazioni, precedute dall’estrazione a sorte di tre scrutatori, tre incaricati di raccogliere i voti degli infermi e tre revisori.
Intanto, circa 45 mila persone avevano invaso Piazza San Pietro, con gli occhi puntati al comignolo della Sistina. L’attesa è stata a tratti “animata” dalla presenza di alcuni gabbiani, che hanno catturato l’attenzione della folla. La piazza, un mosaico di bandiere da ogni angolo del globo, era illuminata dai riflettori delle telecamere, dai lampi dei fotografi e dalle luci dei cellulari di pellegrini, fedeli e semplici curiosi. Per ingannare l’attesa, si sono levati applausi e grida, mentre non sono mancati i dibattiti e le congetture sul ritardo della fumata, trascorsi ormai oltre tre ore dall’inizio del Conclave.
Alle ore 21:00, il responso: una fumata nera si è alzata dal comignolo. La piazza ha reagito con un fragoroso boato. I cardinali elettori non avevano ancora designato il 267° Pontefice della storia della Chiesa.