Penitenziari in Abruzzo e Molise a rischio

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Nelle ultime ore, diverse criticità si sono concretizzate nei penitenziari dell’Abruzzo e del Molise, ovvero in quelle sedi in cui si percepisce l’assenza di una struttura dipartimentale e di coordinamento

, stante l’assenza di un Provveditorato e la “dipendenza chilometrica” delle carceri abruzzesi e molisane dal Lazio. Nelle ultime ore a Vasto un agente è stato brutalmente aggredito da un detenuto affetto da problemi psichiatrici.  E’ a tutti noto che reclusi con patologie di questa natura non possono e non devono essere ospitati in condizioni detentive normali o al peggio, presso case di lavoro come quella di Vasto.  

Nonostante le ripetute denunce dei sindacati gli appelli restano inascoltati nonostante le innumerevoli segnalazioni di episodi di violenza contro gli operatori della sicurezza. E’ dell’11 ottobre scorso la notizia che nel penitenziario di Lanciano nel corso di una operazione di ispezione e di perquisizione delle celle, la polizia penitenziaria ha trovato ben occultato un telefono cellulare perfettamente funzionante in un reparto considerato ad alta sicurezza. 

Il Coordinamento sindacale penitenziario ha in diverse circostanze lamentato il sovraffollamento del carcere abruzzese a causa della presenza di numerosi reparti detentivi tra i quali quelli di recente inaugurazione. A questa situazione si contrappone la mancanza di personale e l’eccessivo carico di lavoro con turni di servizio non tollerabili. Una situazione che finisce col compromettere i comuni standard di sicurezza oltre a determinare una scarsa qualità della vita degli operatori,  come denunciato dal segretario provinciale del Co.s.p. Nicola Mattioli.

Un grido di allarme condiviso dalla segreteria generale del sindacato autonomo.   Il sindacato sollecita ancora una volta il sottosegretario Jacopo Morrone ad effettuare una visita parlamentare. 

 

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