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“E adesso parlo io: Giulietta Masina si racconta” di Marco Sani

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E adesso parlo io: Giulietta Masina si racconta” è il libro pubblicato con Antonio Dellisanti Editore e scritto da Marco Sani, un esperto felliniano e autore di numerosi libri che in occasione del centenario dalla nascita di Giulietta Masina presenta l’attrice sotto una luce diversa. Il libro che viene presentato si basa sull’idea di “un’intervista impossibile a Giulietta Masina”, sulla falsa riga di un progetto radiofonico Rai degli anni ’70. L’obbiettivo è quello di rappresentare la metamorfosi di una donna riservata liberandola dall’ingombrante presenza di personaggi quali Gelsomina, Cabiria e Giulietta degli Spiriti, per far emergere la sua profonda sensibilità

Per Giulietta Masina essere la moglie di un genio del calibro di Federico Fellini non deve essere stata una condizione facile.
Certamente non è mancato uno speciale connubio che, tra alti e bassi, ha permesso alla coppia di proseguire unita lungo cinquant’anni di vita professionale e familiare insieme.

Sulla figura di Federico Fellini sono stati scritti centinaia di libri e fiumi di parole; mentre pochi autori come Costanzo Costantini, Tullio Kezich e Gianfranco Angelucci si sono occupati della biografia di Giulietta Masina.
Nonostante questa scarsità bibliografica l’immagine della Masina si è affermata come figura di attrice e donna dotata di eccezionali qualità: una grande artista, una persona di cultura e una moglie affettuosa.

Ma cosa possiamo dire su Giulietta Masina?

L’esistenza di Giulietta Masina è molto importante nella storia di Federico Fellini: per molti gli Oscar vinti dall’attrice per “La Strada” (1954) e “Le notti di Cabiria” (1958) sono da attribuire alla presenza di Fellini come regista, ma senza l’attrice al suo fianco probabilmente lo stesso Fellini non avrebbe raggiunto certi traguardi. Non a caso nelle sue dichiarazioni e interviste lo stesso Federico si identifica con la figura di Dante che intraprende un cammino verso la donna amata. Fellini considera la moglie Giulietta come il suo angelo custode, nonostante il carattere duro del regista.

Fellini ha raccontato spesso di essere stato severo con Giulietta quando lavoravano sul set, da lei pretendeva qualcosa in più considerato il rapporto che li univa. Su queste vicende ci sono degli aneddoti inerenti a dei piccoli screzi tra i due, sempre legati alla loro costruzione culturale e cinematografica.

Ciò che colpisce di Giulietta è questa sua capacità di vivere con semplicità in un mondo difficile: il mondo di un grande regista, il mondo delle interpretazioni.

La Masina si è sempre considerata una grande professionista e mai un’artista. Raccontava che il vero artista era Fellini, non lei, che si definiva una semplice professionista che metteva il massimo impegno nel seguire le indicazioni dei registi.
Una volta terminate le riprese, una volta finito il film, lei tornava ad essere semplicemente Giulietta: una donna che va a fare la spesa, che incontra gli amici e che organizza le cene.

L’obbiettivo centrale del libro è proprio questo: rappresentare Giulietta Masina come una donna vera, tangibile e non solo come attrice e moglie di Federico Fellini. Mentre su Fellini sono stati scritti più di un centinaio di libri quelli su Giulietta Masina sono al massimo tre.
Il tentativo è stato quello di inserirsi in questa “carenza bibliografica” attraverso una prospettiva diversa, senza limitarsi alla dimensione attoriale, ma descrivendo gli aspetti inediti dell’artista che molto spesso sono rimasti in secondo piano.

Giulietta Masina è una donna di grande cultura, nata nel 1921 è diventata all’epoca l’unica attrice laureata e questo esempio denota la forza del suo carattere.

Giulietta è sempre stata vicina al mondo culturale. Pur essendo originaria di un piccolo paese in provincia di Bologna ha avuto la fortuna di avere una zia che abitava nella capitale ed era inserita nel mondo culturale dell’epoca tanto da avere un palco al teatro dell’opera.
La vicinanza con la zia, con cui ha vissuto a Roma, ha fatto crescere in lei il desiderio di fare l’interprete e intraprendere la carriera attoriale.

All’inizio degli anni Quaranta Giulietta frequentava un gruppo teatrale universitario: fu in quell’occasione che Silvio D’Amico si rese conto del suo talento. La sua bravura aveva colpito il critico al punto da invitare la giovane a entrare all’accademia e a partecipare a una serie di spettacoli teatrali in diverse città d’Italia. Ma la zia e il padre di Giulietta le imposero di concludere gli studi universitari prima di dedicarsi ad altro.

Appena laureata Giulietta iniziò ad insegnare lettere ed essendosi sposata subito dopo la guerra cercò di arrotondare facendo ripetizioni per gli studenti.

Questi elementi servono a identificare una donna sempre attenta al mondo culturale ma di cui si è parlato molto poco, se non come attrice e moglie di Federico Fellini. L’intento del libro è infatti quello di mostrare nuove e diverse sfaccettature dell’artista.

È interessante considerare la collaborazione di Giulietta con “La Stampa” di Torino, per cui curava una rubrica settimanale nello stile di “Donna Letizia” e nella quale si occupava di dare consigli romantici a uomini e donne che mandavano le loro lettere. La rubrica ebbe un successo strepitoso, arrivavano lettere da tutta Italia contenenti richieste di supporto e di consigli riguardo al matrimonio, al rapporto tra coniugi e ai figli.

Dobbiamo ricordare che Giulietta Masina era una donna molto religiosa ed è forse per questo motivo che è riuscita a restare al fianco di una personalità energica come quella di Fellini per tutta la vita, poiché il suo spirito religioso non le permetteva di contemplare la separazione. Tra i due c’era un grande amore ma forse c’era anche la necessità di viverlo in maniera un po’ più leggera.

L’autore del libro ha voluto utilizzare uno stile letterario molto in voga negli anni Settanta: quello delle interviste impossibili. Queste interviste venivano fatte ai grandi della storia e ai grandi dello spettacolo. Lo scopo non era quello di realizzare una schematica ricostruzione della vita di Giulietta Masina ma quello di rappresentare il pensiero dell’artista attraverso ciò che aveva raccontato durante le sue interviste, trasformando le sue dichiarazioni nella forma di un’intervista postuma.

Leggendo questo libro con attenzione e interesse si avrà la possibilità di conoscere per la prima volta la vera essenza di Giulietta e l’amore che nutriva nei confronti degli amici e del marito.

Leggendo il libro possiamo percepire il rispetto che Giulietta aveva nei confronti delle persone con cui lavorava, l’unica con cui ebbe uno screzio fu Anna Magnani. Ci fu quello che oggi chiamiamo “misunderstanding”, un malinteso.
In seguito all’uscita del film “La strada”: apparve un articolo di giornale in cui il giornalista scrisse “il nuovo e il vecchio convivono”. Naturalmente le cose cambiano, si modificano; ed è stata proprio la Magnani a chiamare Giulietta e a dirle, con il suo solito modo di fare, “ah paracù, hai visto che l’hai fatta!?”

Giulietta Masina fu interprete di alcuni programmi della neonata Rai, ma lasciò un segno anche in questo ambiente?

L’incontro tra Giulietta Masina e Federico Fellini avvenne all’EIAR durante le riprese di uno di quei primi sceneggiati radiofonici che per la prima volta venivano trasmessi.

Giulietta recitava e Federico scriveva i testi. Successivamente i due cooperarono per la realizzazione di due sceneggiati, “Eleonora” e “Camilla”, che ebbero un grandissimo seguito. La realizzazione di questi sceneggiati ha dimostrato non solo l’esperienza della Masina, ma anche la sua caparbietà e la sua passione per la recitazione.

Un aneddoto raccontato nel libro riguarda le riprese dell’ultimo “Ginger e Fred”. Durante le riprese del ballo con Mastroianni, in cui Giulietta interpretava un’anziana ballerina che si presentava a un programma televisivo, l’attrice cadde rovinosamente. L’esito della caduta fu una bruttissima distorsione alla caviglia, ma nonostante questo la Fellini ha scelto di farsela fasciare e ha continuato e recitare, non ha voluto che le riprese fossero interrotte.

Inoltre Giulietta voleva sempre rivedere le riprese; più di una volta aveva deciso di riprovare le scene nonostante il regista fosse soddisfatto, la sua caparbietà la portava al perfezionismo. È sempre stata una donna estremamente tenace, molto attenta ad ogni particolare, anche quelli della vita sociale dell’epoca.

Tutti questi dettagli raccolti nel libro sono stati ricavati dalle risposte che Giulietta dava a “La Stampa” di Torino, estrapolando tutte le dichiarazioni che potevano essere utili per rappresentarla come una donna fuori dalle righe rispetto a come apparivano di solito le donne nate nel 1920.

Ma la sua caparbietà e le sue doti possono essere ancora oggi un esempio?

Sì, la sua caparbietà e le sue doti possono essere ancora oggi un esempio. Ma per l’autore è la stessa Giulietta che, in una delle sue dichiarazioni, dice qualcosa che può essere considerata valida tutt’oggi: che il successo non arriva con facilità, per ottenerlo bisogna lavorare in maniera molto intensa.
Bisogna lavorare con serietà e caparbietà e, soprattutto una volta raggiunto il successo, la difficoltà è quella di confermare il proprio livello per mantenere il proprio traguardo professionale.

È questo il messaggio che ci lascia Giulietta Masina, come tante altre donne che nel passato si sono impegnate nel sociale e rappresentano un modello per le generazioni future.

L’obbiettivo del libro è riportare alla luce questo personaggio che l’autore ritiene una delle più importanti figure attoriali italiane, ma sul quale si è scritto poco e forse si è riflettuto ancora meno.

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