“Io non mi definisco uno scrittore, ma so solo una cosa: quando trovo l’ispirazione la scrivo di getto buttandola fuori tutta quanta. Ma poi, per mietere il tutto, il passo successivo è quello di trovare un filo conduttore, un motivo; in questo caso il motivo è stato l’amore”. Inaugura così la nostra intervista Marco Costantini.
All’Autore preme trattare col pubblico tematiche sociali particolarmente delicate che, per ogni sua scrittura diventano incipit, fondamento e cornice. Parte dalla collettività e dalle problematiche assistenziali, dunque, come la violenza sulle donne o l’autismo, fino ai problemi di carattere lessicologico. Il tutto, poi, arricchito da una storia di fantasia, da nomi, da caratteri, tipi e personaggi. Eppure non si tratta solo di creatività: quella nasce sempre da un fondo di vita passata e da esperienze che segnano l’uomo e che concretizzano, passo dopo passo, la mission di una vita che deve andare costantemente avanti seppur con tutte le sofferenze che la tormentano e la rendono travagliata e persino meno fruibile, a volte.
La <<disabilità>> da cui è partito Marco Costantini per la stesura del romanzo “I fiori di Pina” è quella della difficoltà del linguaggio vissuta da un bambino in età pre-adolescenziale: un disagio che in Italia viene trattato in modo disattento e marginale. La difficoltà di un figlio che ingloba l’esistenza della madre Pina, dedita a seguirlo nel suo malessere tralasciando la propria vita per molto tempo e che prende poi, l’involontaria strada dell’amore, quello sentimentale, che si intreccia tra quest’ultima e Marco, un uomo che entra nella sua vita per pura combinazione.
“L’idea è nata un po’ di tempo fa e il libro era già un po’ come se lo avessi in mano, mi mancava solo un motivo, un filo conduttore che mi permettesse di armonizzare pagine e parole. Non avevo ancora capito che il collante sarebbe stato l’amore. In questo caso l’amore che mi ha fatto trovare quel senso che non riuscivo a vedere è stato quello che ho visto in due ragazze la scorsa estate. Partecipai ad una campagna sull’eutanasia legale e la passione, la dedizione, l’amore che ho visto mettere da queste due ragazze per la raccolta firme in favore dell’iniziativa è stato sconvolgente e mia ha permesso di ultimare il libro”.
Mentre Pina sta tornando a casa una tempesta blocca la sua autovettura e suo figlio Christopher viene scaraventato fuori dal mezzo. Marco farà poi parte della squadra di soccorso che andrà a cercare il bambino scomparso e che riesce a ritrovare. Da lì inizia a costruire una relazione con la madre.
Si tratta di due persone dal passato difficile senza sconti di pena. Entrambi ancora ustionati dalle vicende del passato, lui ha addirittura perso il padre durante un incendio e tutto quello che ruota attorno alla vita di questi due sconosciuti è la perdita, la paura, la mancanza di fede nel nuovo, il “non voler volere” il positivo.
“Il protagonista maschile si chiama Marco perché c’è sempre una parte di fantasia e una <<parte di mio>> in tutto ciò che scrivo. Ogni personaggio di questo libro ha un dolore interiore che diventerà motivo, infine, di qualcosa di positivo. C’è Pina, una mamma con un bambino che ha problemi di linguaggio a cui si dedica senza serbare alcun tipo d’energia per sé e senza considerare tutto il resto della sua vita, che stava perdendo pian piano: il rapporto con l’ex compagno, il suo lavoro… e quando capisce che ormai la sua esistenza stava andando nella direzione sbagliata, incontra Marco>>.
Marco, anche lui ghermito dai fantasmi del passato. Un uomo per il quale il dolore e la sofferenza sono stati più grandi rispetto a qualsiasi tipo d’amore che avrebbe potuto provare. Finirà anche col litigare irreversibilmente col suo migliore amico, il quale cercava di fargli comprendere quanto fosse autodistruttivo il reiterarsi dei suoi comportamenti sbagliati; Marco, infatti, rifiutava sistematicamente ogni donna che l’amico cercava di presentargli allontanandole da sé. L’epilogo è straziante: l’amico muore, e Marco sarà costretto ad aggiungere un altro motivo di dolore da cucire addosso al suo vissuto. Eppure rimane la paura: quella di dare agli altri più di quanto abbia mai ricevuto.
Una paura che comunque lascia spazio alla bontà di un uomo che sicuramente si distingueva dagli altri, e questo Pina l’aveva compreso. Lei vedeva in Marco qualcosa di diverso. Quest’ultimo, infatti, inizia ad affezionarsi al suo bambino e a seguirlo passo passo nel suo problema con pazienza e attenzione, mettendosi sempre al suo stesso livello. Così, nei difetti di pronuncia, <<aeoplano>> rimane <<aeoplano>>, e quello di imparare diventa un gioco tra pari. In Pina, donna indipendente ma che si scopre malinconica senza un compagno di vita, nasce un sentimento forte che la porta ad accettare, finalmente, quelle accortezze, quel corteggiamento e quel garbo che non aveva mai ritenuto familiare.
Saranno, poi, <<i fiori di Pina>> ad assumere un ruolo decisivo in questo susseguirsi di sofferenze e di insicurezze. Il diradarsi di ogni dubbio avviene quando la donna, nel proprio giardino vede risbocciare dei fiori che non vedeva da troppo tempo: fiori particolari, fiori che nascono solo da vibrazioni ed energie d’amore, un sentimento che in lei stava diventando quasi sconosciuto. E’ così che capisce che la sua vita sta rimettendosi in sesto e che una potente virata la sta riportando sulla giusta rotta.
“Sono due caratteri particolari che poi trovano risoluzione in una mutua complementarietà. Come dicevo, c’è anche una parte di me e credo di aver messo in questo libro tutta quella voglia che ho avuto di non innamorarmi mai più. Anche io vengo da un matrimonio complicato e Christopher era il nome che avevo scelto per il figlio che non ho mai avuto”. Ci racconta Marco Costantini, svelandoci poi con nostro inaspettato stupore: ”Volevo dire che Pina esiste veramente, e che è una persona speciale. Volevo dire che chi ama non deve aver paura di amare, e che provare questo sentimento non vuol dire scendere a patti con la rinuncia, neanche del passato”.
In fase di compimento il prossimo libro di Marco Costantini “Gli angeli spezzati” che dedicherà ai suoi figli, le cui pagine saranno unite dai ricordi del passato e dalle relazioni lontane.
Di Ginevra Lupo