GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

Tag archive

IFRC

ONU: Il lavoro della Croce Rossa e di Villa Maraini come modello nella lotta alle malattie mortali

AMERICHE di

Alle Nazioni Unite si è concluso il tavolo per avviare una strategia collettiva finalizzata ad aggredire le cause di malattie mortali come l’HIV, le epatiti virali, la tubercolosi, e le conseguenze sociali, a livello mondiale, come lo stigma e l’emarginazione. Malattie cardiache, ictus, cancro, diabete, malattia cronica di Lyme, depressione sono solo alcune delle malattie prevenibili delineate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e che ogni anno uccidono prematuramente 41 milioni di persone, di questi l’85% sono in Paesi in via di sviluppo. Viviamo in un mondo sempre più globalizzato, con un’aspettativa di vita più lunga, un clima in rapido mutamento e con livelli crescenti di urbanizzazione. Viviamo in un mondo che vede cambiamenti di ogni tipo e che vede aumentare il numero delle malattie croniche in tutte le nazioni. Occorre affrontare il cambiamento climatico e l’inquinamento per i loro effetti sulla salute pubblica, occorre affrontare i problemi di salute mentale anche attraverso la prevenzione del suicidio, occorre affrontare l’uso dannoso di alcool e droghe, occorre affrontate i problemi di sotto- e sovra- nutrizione. “Ma possiamo cambiare rotta, potremmo prevenire 10 milioni di questi decessi entro il 2025” ha dichiarato Tedros Adhanom, direttore generale dell’OMS.  Il riferimento è ai “Best Buys” dell’OMS, una serie di 16 interventi pratici che sono “convenienti e fattibili per tutti i paesi compresi i paesi a basso e medio reddito“. L’elenco prevede misure di controllo del tabacco, campagne di vaccinazione e produzione di alimenti che contengono meno zucchero, sale e grassi. I benefici inoltre andrebbero oltre la salute: ogni dollaro investito nei “Best buy”, produrrebbe un rendimento di almeno sette dollari.

Il problema ha assunto un’importanza tale che ora è uno dei principali obiettivi degli “Obiettivi di sviluppo sostenibile” con l’Obiettivo 3.4 . Per raggiungere lo sviluppo sostenibile è fondamentale garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età. Sono stati fatti grandi progressi per quanto riguarda l’aumento dell’aspettativa di vita e la riduzione di alcune delle cause di morte più comuni legate alla mortalità infantile e materna. Sono stati compiuti  significativi progressi nell’accesso all’acqua pulita e all’igiene, nella riduzione della malaria, della tubercolosi, della poliomielite e della diffusione dell’HIV/AIDS. Nonostante ciò, sono necessari molti altri sforzi per sradicare completamente un’ampia varietà di malattie e affrontare numerose e diverse questioni relative alla salute, siano esse recenti o persistenti nel tempo.

     Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle società della Croce rossa e Mezzaluna rossa, ha detto alle autorità presenti: “Dobbiamo riconoscere i progressi compiuti nella lotta contro queste terribili patologie a livello globale e, in particolare, in Europa. Si tratta del risultato di sforzi congiunti, programmi nazionali e internazionali. La Croce Rossa sostiene la strategia “End TB” e quella per porre fine all’epidemia di AIDS entro il 2030. Tuttavia, questi obiettivi saranno pienamente raggiunti solo se arriviamo davvero ai più vulnerabili: penso a tutte quelle persone che vivono in comunità remote o in ambienti affollati e scarsamente ventilati come le persone migranti, i prigionieri, i rifugiati o le persone che fanno uso di sostanze stupefacenti. Sono quelle che, oltre a pagare il prezzo della sofferenza della malattia, vivono anche lo stigma e la discriminazione. Non abbiamo più scuse. Le nuove tecnologie e le cure mediche possono debellare definitivamente queste patologie. La diagnosi e il trattamento, una volta più complicati, oggi sono possibili anche solo con un semplice kit da utilizzare direttamente nelle comunità o addirittura nelle abitazioni. Ma, mentre si compie questo cammino tecnologico, non dobbiamo sottovalutare il potere del ‘tocco umano’.

Uno degli esempi operativi forniti da Rocca è la Fondazione Villa Maraini, l’Agenzia Nazionale per le tossicodipendenze della Croce Rossa Italiana fondata da Massimo Barra nel 1976. La fondazione offre un insieme di servizi per la cura e la riabilitazione dalle tossicodipendenze, abuso di alcol e gioco d’azzardo, articolati su diversi livelli di soglia: bassa, media e alta, a seconda della motivazione che l’utente deve avere per poter affrontare la terapia proposta. La strategia terapeutica dell’Agenzia è adattare la terapia al soggetto e non viceversa. Qui la Croce Rossa, insieme alla Fondazione Villa Maraini, offre l’opportunità di test gratuiti per la diagnosi immediata dell’HIV e dell’epatite C, nell’ambito della campagna ‘Meet, Test & Treat’. Con questa attività è aumentato significativamente il rilevamento e il trattamento tempestivo dell’HIV e dell’epatite C. Questo è solo uno degli esempi di progetti avviati in tutto il mondo. Le Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa hanno avviato progetti in tutto il mondo per sostenere questo percorso, come la Croce Rossa bielorussa o la Mezzaluna Rossa del Kyrgyzstan.

I vertici della Croce Rossa Italiana all’Assemblea Generale della Nazioni Unite

AMERICHE di

Dal 23 al 29 settembre a New York parteciperanno all’Assemblea  Generale delle Nazioni Unite Francesco Rocca, in qualità di Presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC) e Rosario Valastro, Vicepresidente nazionale Croce Rossa Italiana. Tanti sono i temi sul tavolo: Il Global Compact, la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili (come il diabete), la necessità di maggiori investimenti per contrastare le epidemie locali e migliorare la risposta alle catastrofi, le crisi umanitarie protratte nel tempo, l’aggravamento dell’epidemia da tubercolosi e infine i cambiamenti climatici.

Il Movimento della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa intende sensibilizzare i governi a impegnarsi per una migrazione sicura, organizzata e che garantisca i diritti umani. Per questo particolare attenzione sarà riservata al “Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare affinché il documento sia adottato nella conferenza che si terrà a Marrakech il prossimo dicembre. Nel rapporto della International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies (IFRC) intitolato “Il nuovo ordine murato. Come le barriere all’assistenza minima trasformano la migrazione in crisi umanitaria” vengono identificati i fattori che impediscono ai migranti vulnerabili di avere accesso all’aiuto di cui hanno bisogno. Tali fattori variano da quelli più evidenti – incluso il timore di essere perseguiti, arrestati o deportati – a quelli meno ovvi, che possono comprendere costi proibitivi, barriere culturali e linguistiche e la scarsa informazione in merito ai propri diritti. Lo scopo del report è quello di sottolineare che non è necessario maltrattare le persone per assicurare il controllo delle frontiere poiché ogni essere umano deve avere accesso ai servizi e all’assistenza umanitaria di base come un adeguata alimentazione, essenziali cure mediche e giusta informazione legale sui propri diritti. Gli incontri si svolgono in un periodo in cui  i governi stanno implementando leggi che criminalizzano l’assistenza umanitaria, comprese le operazioni di ricerca e salvataggio e l’assistenza di emergenza a migranti privi di documenti di identità. In questo momento occorre combattere l’idea che la prospettiva di ottenere una elementare assistenza o l’attività di ricerca e soccorso possano agire come incentivi per la migrazione poiché è semplicemente errato e  le persone prendono la decisione di migrare per ragioni molto più profonde di queste. Lo scopo di IFRC è quello di chiedere ai governi di assicurarsi che le loro leggi, politiche, procedure e pratiche nazionali siano conformi agli obblighi già esistenti in base alle leggi internazionali e vadano incontro alle necessità e ai bisogni di assistenza e protezione dei migranti. Nell’ambito di questo argomento verrà affrontato il tema delle cure specialistiche per i bambini migranti.

Altra questione importante sarà quella delle crisi umanitarie protratte nel tempo, come in Siria, Bangladesh, nella Repubblica Democratica del Congo, in America Latina e tutti gli altri Paesi e regioni in cui lo staff e i volontari della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa stanno fornendo assistenza.  Solo il conflitto armato siriano dura da sette anni e tutte le parti coinvolte nel conflitto hanno commesso impunemente crimini di guerra, altre gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e violazioni dei diritti umani. Per esempio, anche le forze governative e le forze loro alleate, comprese quelle russe, han­no compiuto attacchi indiscriminati e attacchi diretti contro la popolazione civile e obiettivi civili, effettuando bombardamenti aerei e lanci di artiglieria, anche con armi chimiche e di altro genere vietate dal diritto internazionale, provocando centinaia di morti e feriti. Inoltre, hanno mantenuto lunghi assedi su aree densamente popolate, limitando l’accesso di migliaia di civili agli aiuti umanitari e ai soccorsi medici. Questa situazione ha fatto si che non ci sono più posti “sicuri” per bambini e civili dato che vengono colpite  arbitrariamente scuole, ospedali o mercati. Recentemente moltissimi bambini, che hanno già subito traumi e sofferenze durante i precedenti attacchi nella Ghouta orientale, nell’area est di Aleppo e in altre zone, hanno cercato rifugio a Idlib, per trovarsi nuovamente esposti al rischio mortale di una escalation del conflitto. Secondo dati recenti, l’80% dei bambini siriani che sono all’interno del paese vive stati d’ansia, di preoccupazione o di forte stress, e questo dà l’idea dell’impatto delle continue violenze sui bambini. Gli stessi bambini che dovrebbero ricevere riparo e protezione nella provincia nord-occidentale di Idlib stanno invece subendo di nuovo attacchi aerei e violenze nel preludio della possibile offensiva. In questo e altre contesti suscita preoccupazione anche il fatto che operatori umanitari vengono presi di mira e rischiano la vita ogni giorno.

Ci sarà anche un focus sull’aggravamento dell’epidemia da tubercolosi, con riferimento a come combattere la malattia e il suo stigma. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) recentemente ha pubblicato il suo Rapporto Globale sulla Tubercolosi definito da Medici Senza Frontiere un quadro vergognoso sull’incapacità del mondo di affrontare la malattia infettiva più mortale, che pur essendo curabile uccide ogni anno oltre un milione e mezzo di persone. Il rapporto evidenzia infatti i deboli progressi fatti a livello internazionale sulla Tubercolosi, sottolineando che a un ritmo così lento i paesi non riusciranno a raggiungere gli obiettivi prefissati dalla strategia “End TB”. La preoccupazione è che i governi stiano affrontando la malattia infettiva più mortale al mondo con pericolosa mediocrità dato che è il settimo anno consecutivo che circa il 40% dei casi di Tubercolosi non viene diagnosticato. Stando al rapporto OMS, la Tubercolosi resta la malattia infettiva più mortale al mondo, con 1,6 milioni di decessi nel 2017 (rispetto a 1,7 milioni nel 2016) e 10 milioni di persone che hanno sviluppato la malattia nel 2017 (rispetto ai circa 10,4 milioni nel 2016). Particolarmente preoccupanti le forti lacune nella diagnosi e nel trattamento: nel 2017, il 64% dei casi di Tubercolosi è stato diagnosticato e rendicontato (rispetto al 61% nel 2016). Tra le persone affette da Tubercolosi resistente ai farmaci (DR-TB), il 25% delle persone diagnosticate è stato anche trattato (rispetto al 22% nel 2016).

Infine, si discuterà dei cambiamenti climatici, per concentrarsi di conseguenza sul rafforzamento della resilienza delle comunità. I cambiamenti climatici stanno diventando sempre di più la causa di vaste crisi umanitarie che stanno cambiando il modo di vivere il nostro pianeta. Per esempio la siccità in Africa Orientale ha messo in ginocchio paesi già colpiti da guerre, crisi politiche e scontri etnici, ciò ha generato crisi umanitarie profonde in paesi come il Sud Sudan, l’Etiopia, l’Eritrea, il Burundi, il Kenya e la Somalia. Di conseguenza in questi paesi vi sono Insicurezza alimentare acuta (l’impossibilità di consumare cibo adeguato mette direttamente in pericolo le vite e i mezzi di sostentamento delle persone) e Fame Cronica (una situazione nella quale una persona non è in grado di consumare cibo sufficiente a mantenere uno stile di vita normale e attivo per un periodo prolungato) che rappresentano una piaga per milioni di persone nel mondo. A livello mondiale le situazioni di conflitto rimangono il fattore principale alla base della grave insicurezza alimentare in 18 paesi, 15 dei quali in Africa e Medio Oriente. Mentre I disastri climatici hanno provocato crisi alimentari in 23 paesi, due terzi dei quali in Africa. Conflitti, disastri climatici e altri fattori spesso contribuiscono a crisi complesse che hanno ripercussioni devastanti e durature sui mezzi di sostentamento delle persone. Per secoli, le popolazioni dell’Africa Orientale hanno dovuto affrontare fenomeni di questo tipo con una cadenza di cinque o sei anni. Recentemente, però, si è assistito a un’accelerazione di questa periodicità a causa del surriscaldamento globale. L’aumento delle temperature ha portato a un progressivo inaridimento delle fonti idriche con un conseguente calo della produzione agricola e un impoverimento dei pascoli. Il caldo e le eccessive distanze per procurarsi l’acqua mettono a repentaglio vite umane e bestiame. In Africa la frequenza delle siccità si sta intensificando fin dagli anni Novanta. Secondo degli studi ciò è dovuto in parte agli effetti del ciclo di El Niño e La Niña, i periodici fenomeni di riscaldamento e raffreddamento delle acque del Pacifico. I cambiamenti climatici esasperano questi effetti, spingendo verso l’alto le temperature e causando aridità.

Il 26 settembre si celebra, tra l’altro, la “Giornata Mondiale per l’eliminazione totale delle armi nucleari”, voluta proprio dall’ONU come condizione essenziale per garantire la pace e la sicurezza internazionali. L’Assemblea Generale, perciò, sarà l’importante occasione e vetrina per rilanciare e ribadire l’appello della Croce Rossa Italiana. Il raggiungimento del disarmo nucleare mondiale è da sempre un obiettivo prioritario delle Nazioni Unite. Già nel 1946 fu l’oggetto della prima risoluzione dell’Assemblea Generale, che consentì l’istituzione di una Commissione per l’utilizzo pacifico dell’energia atomica. Nel 1959 il disarmo è stato inserito nel programma dell’Assemblea Generale, nel 1975 è stato il tema delle conferenze di riesame del Trattato di non proliferazione nucleare e nel 1978 la prima sessione speciale dell’Assemblea Generale sul disarmo ha riaffermato la sua massima priorità. Mentre dopo la guerra fredda si è assistito a drastiche riduzioni nel dispiegamento di armi nucleari, ad oggi non è stata distrutta una sola testata sulla base di un trattato, bilaterale o multilaterale, e non sono in corso negoziati per il disarmo nucleare. La dottrina della deterrenza nucleare continua ad avere un ruolo centrale nelle politiche di sicurezza di tutti gli Stati che possiedono armi nucleari e dei loro alleati. Ma le sfide legate alla sicurezza non possono rappresentare una scusa per continuare la corsa agli armamenti nucleari, né una giustificazione per declinare la responsabilità condivisa di costruire la pace nel mondo. La giornata del 26 settembre per l’eliminazione totale delle armi nucleari, istituita nel 2013 con la Risoluzione A/RES/68/32, è stata designata dalle Nazioni Unite per ricordare la necessità di questo impegno comune: raggiungere la pace e la sicurezza in un mondo libero da armi nucleari. Lo scorso anno, dopo una mobilitazione mondiale 120 Paesi membri dell’Onu hanno firmato un Trattato per il divieto dell’utilizzo delle armi nucleari. La Croce Rossa italiana e la Federazione internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, hanno sollecitato tutti i governi ad aderire a questo impegno, ma molti non hanno risposto alla chiamata. Tra questi, il precedente governo italiano.

Rainer Maria Baratti
Vai a Inizio