
Oltre il neoliberismo: evitare i ‘fenomeni morbosi più svariati’
Nei suoi Quaderni dal Carcere, Antonio Gramsci descriveva con queste parole il periodo storico che stava vivendo, ossia gli anni ‘30 del XX Secolo, dove – almeno secondo l’intellettuale sardo – la classe borghese stava perdendo il suo ruolo di classe dirigente e si stava trasformando in classe dominante:
‘La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati.’
Le parole di Gramsci descrivono perfettamente qualsiasi periodo di graduale transizione, che può consistere nell’avvicendarsi tra classi sociali, partiti politici, ma soprattutto scuole di pensiero. In effetti, le parole di Gramsci ben delineano l’alternarsi tra teorie diverse (e spesso rivali): un determinato impianto teorico diventa obsoleto, incapace di spiegare la realtà che lo circonda, e tuttavia non si è ancora in presenza di una scuola di pensiero ben articolata che possa soppiantare quella precedente e affermarsi come teoria dominante o mainstream.
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