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Grande affluenza per il 44° Festival Internazionale dell’Aquilone “Artevento”

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In questi giorni si sta svolgendo il Festival Internazionale dell’Aquilone “Artevento”, un evento che sta attraendo appassionati di tutte le età da ogni angolo del globo. Questo festival, considerato il più longevo al mondo nel suo genere, trasforma la spiaggia di Cervia in un palcoscenico vibrante per la magia e la creatività dell’arte eolica. Ho avuto il piacere di partecipare al festival dal 26 al 28 aprile, immergendomi completamente nell’atmosfera di questo straordinario evento. Gli splendidi aquiloni, vere e proprie opere d’arte, hanno trasformato il cielo in un dipinto vivente di colori mozzafiato. La spiaggia di Pinarella è stata attraversata da una folla entusiasta, con gli sguardi puntati verso l’alto per ammirare gli spettacoli dei maestri del volo. Coloro che hanno deciso di prolungare la loro permanenza fino alla sera del 27 aprile hanno avuto l’opportunità di partecipare alla “Notte dei Miracoli”, un evento straordinario dedicato a Marco Polo, tra draghi e lanterne.

Ho chiesto a Caterina Cappelli, direttrice artistica di Artevento, le origini di questo affascinante festival.

Il Festival Artevento ha visto la luce alla fine degli anni ’70, grazie all’ispirazione di Claudio Cappelli, un artista dotato di una sensibilità straordinaria. Fin da bambino, Cappelli costruiva aquiloni usando la croce di canne, acqua farina e carta, spesso utilizzando l’involucro di uova di Pasqua. La sua passione per gli aquiloni si è evoluta dopo un viaggio a New York all’età di trenta anni, dove aveva osservato degli adulti che manovravano un aquilone, scoprendo successivamente che si trattava di una replica di antichi aquiloni storici, in particolare quelli di Lawrence Hargrave, noto per i suoi esperimenti con aquiloni per il sollevamento umano. Questo incontro ha stimolato la sua immaginazione e ha suscitato in lui l’idea di organizzare un raduno per adulti appassionati di aquiloni.

Fin dall’inizio, l’evento si è caratterizzato per l’obiettivo di radunare persone provenienti da tutto il mondo, diventando un punto di incontro tra culture diverse. Artevento è rapidamente diventato un evento internazionale, tanto che già dalla sua seconda edizione è stato definito un “pellegrinaggio”. Partendo da una prospettiva artistica, il festival ha favorito l’interazione tra individui provenienti da ogni angolo del pianeta.

Questa caratteristica rende Artevento un evento assolutamente unico nel suo genere fino ad oggi. L’aquilone, originariamente nato in Cina e diffusosi successivamente in Giappone e in Corea, rappresenta un elemento di connessione tra culture e tradizioni diverse. È interessante notare che artisti orientali considerino oggi Artevento di Cervia un appuntamento imperdibile, nonostante nell’Oriente esistano grandi festival che celebrano la tradizione locale.

A livello di incontri internazionali, il Festival Artevento si distingue come un evento unico, spesso imitato in tutto il mondo per la sua capacità di promuovere la comprensione e la collaborazione tra culture diverse.

Artevento è più di un semplice festival: rappresenta l’espressione della creatività degli artisti partecipanti. Oltre a offrire mostre e workshop, questo evento è un vero e proprio laboratorio internazionale, un punto di incontro e di partenza per collaborazioni tra artisti provenienti da ogni angolo del mondo. È qui che nascono le idee, che poi prendono forma attraverso progetti che alimentano nuove esperienze, che sia attraverso mostre in gallerie o la visione di film che affrontano tematiche specifiche. Artevento è un crocevia di ispirazione e innovazione, dove l’arte si mescola con la cultura e la creatività con la collaborazione internazionale.

Un festival che ha visto la sua nascita negli anni ’70, in contemporanea con altri eventi simili in Inghilterra, Francia e Olanda, ma che, a differenza di molti di questi, è riuscito a resistere fino ad oggi, anche superando qualsiasi ostacolo. Ad esempio, durante la pandemia, il Festival ha adattato l’evento spostandolo dalla primavera ad ottobre, modificando la location e riducendo la partecipazione da 50 paesi a soli 7. La determinazione e la resilienza hanno permesso di superare con successo un imprevisto come il Covid-19.

Caterina Cappelli descrive il Festival come un luogo dell’anima, dove vengono accolti anche musicisti e band di vario genere desiderosi di esibirsi davanti a una grande folla che si raduna sulla spiaggia di Pinarella di Cervia.

L’organizzazione di questo evento è estremamente complessa poiché coinvolge contatti internazionali, con la necessità di gestire anche le tensioni geopolitiche del momento. È da notare che a Cervia, nelle edizioni precedenti, hanno partecipato insieme sia israeliani che palestinesi, così come russi e ucraini.

L’aquilone non è solo un semplice giocattolo, ma una forma d’arte riconosciuta anche dal Ministero della Cultura, che ha identificato in questo festival un importante baluardo per la salvaguardia delle culture legate agli aquiloni in tutto il mondo. In questo contesto, l’impegno di Caterina Cappelli è rivolto alla promozione, alla protezione e alla diffusione di quest’arte, attraverso laboratori didattici e, sperabilmente, con la creazione di un museo dell’aquilone. Questo museo consentirebbe di esporre e rendere accessibili le opere realizzate da numerosi artisti in tutto il mondo, permettendo così di preservarne il valore culturale e artistico.

Riflettendo sul significato e sul simbolismo dell’aquilone, ci si trova inevitabilmente a considerare concetti fondamentali come la libertà di espressione. Questo modesto oggetto, composto da semplici strisce di stoffa e un telaio leggero, ha il potere di sollevare la mente e lo spirito verso orizzonti sconosciuti. Mentre danza nell’aria, l’aquilone diventa un emblema di speranza, di sogni e di opportunità illimitate. Tuttavia, nonostante la sua innocua natura, è stato uno dei primi oggetti vietati in paesi governati da regimi dittatoriali.

Dal punto di vista organizzativo, il festival rappresenta un evento che coinvolge un gran numero di persone. Nell’edizione precedente, sono state registrate circa 600.000 presenze, con una copertura mediatica internazionale che ha generato oltre 2000 articoli di stampa. Anche quest’anno, si è registrato un grande afflusso di turisti e un forte interesse da parte dei media.

Naturalmente, non mancano le sfide, poiché trovare sponsor non è un compito facile. Tuttavia, Artevento continua ad essere un evento a ingresso libero, accessibile a tutti gli appassionati di arte e cultura.


LP – Love Lines World Tour

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LP torna live a Roma con un appuntamento il 12 marzo in Auditorium Parco della Musica (Sala Santa Cecilia). Occasione per l’artista newyorchese di presentare al pubblico del nostro paese i brani del nuovo album “Love Lines” oltre ai successi che l’hanno portata a scalare le classifiche radio italiane e internazionali. Con la sua voce potente, un atteggiamento contrario al genere e una penna affilata che distilla sentimenti graffianti in impennate pop, LP è diventata una delle cantautrici più amate dalla sua generazione a livello internazionale. Raggiungendo la fama alle stelle con “Lost On You” del 2017, brano che ha raggiunto il primo posto in diciotto paesi, l’artista ha affascinato un pubblico di oltre 25,7 milioni di ascoltatori, confezionando spettacoli in più di 150 città in tutto il mondo.

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Photocall – CARACAS

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Tratto dal romanzo “Napoli Ferrovia” di Ermanno Rea, Caracas (in uscita nelle sale cinematografiche il prossimo 29 febbraio) è il secondo film da regista di Marco D’Amore, il primo però dove si separa dal cordone ombelicale di Gomorra e dal personaggio di Ciro l’Immortale. D’Amore è anche interprete e sceneggiatore del film, insieme a Francesco Ghiaccio, e ritrova, oltre al contesto napoletano, pure Toni Servillo. Al suo fianco aveva già recitato nel film che ha dato la prima vera spinta alla sua carriera: Una vita tranquilla di Claudio Cupellini.

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OPS! – Luz De Luna

in CULTURA/DANZA/PHOTOGALLERY/TEATRO by

Per il secondo appuntamento con la rassegna di circo contemporaneo OPS!, va in scena Luz de Luna, scritto ed interpretato da Fabiana Ruiz Diaz, fondatrice della compagnia Circo El Grito.

Nel riparo intimo di una piccola stanza colorata che sembra un dipinto, la quotidianità vibra di particolari, fuori il temporale, poco a poco l’orizzonte geometrico del mondo degli oggetti sbiadisce, diventa sfondo, sopraggiunge il lato surreale, l’oscurità è il varco per magia e stupore. Strani esseri si affacciano, bestiario dell’irrazionale, archetipi: è la fantasia che si nutre dell’inconscio o viceversa? I colpi di scena che punteggiano questo dramma circense gentile sono improntati a un’ironia delicata, una narrazione immaginifica, avvolgente, sintesi di teatro e circo.

Emanuela Vertolli
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