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Lega Regione Lazio: “Diamo scuole sicure ai nostri giovani”

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Palazzo Valentini, la sede della Provincia di Roma, ha aperto le porte al gruppo della Lega Salvini Premier per dare voce ad una problematica che mette quotidianamente a rischio l’incolumità dei nostri giovani in quella che dovrebbe essere la loro seconda casa: la scuola. E’ stato presentato il monitoraggio – rapporto sulla sicurezza degli edifici scolastici di II grado di competenza della Città Metropolitana di Roma a cura del gruppo della Lega Salvini Premier, introdotto dall’On. Francesco Zicchieri, coordinatore della Lega Regione Lazio, e delineato da Fabrizio Santori, direttivo del coordinamento regionale Lega, Federico Iadicicco, dirigente Lega già consigliere provinciale e dai consiglieri metropolitani Carlo Passacantilli e Antonio Proietti. Un punto chiaro della situazione per far luce sullo stato delle strutture che ospitano i licei e gli istituti tecnici e professionali di Roma e provincia e le loro relative problematiche, 340 edifici ubicati in 37 comuni dell’area. Sono stati stimati almeno 511 milioni di Euro per il triennio 2018-2020 per la loro messa a norma.

Settembre, è appena suonata la campanella del rientro a scuola dei nostri ragazzi ma numerose strutture della Capitale e provincia non rientrano negli standard di sicurezza, un grave e allarmante rischio per l’incolumità dei giovani. Il monitoraggio – rapporto sulla sicurezza dei licei e degli istituti tecnici e professionali di Roma e provincia di competenza della Città Metropolitana di Roma rivela un quadro poco rassicurante: si evidenziano problemi relativi al bilancio e all’assestamento istituzionale dovuto alla Riforma Del Rio (Legge 56/2014), oltre alla gestione provvisoria dell’Ente e al mancato completamento del processo di riordino da parte della Regione Lazio per assicurare la messa in sicurezza degli edifici e la salvaguardia degli studenti, del personale docente e non docente.

L’agire solo in caso di emergenza argina la crisi ma non è la soluzione dei problemi. Si necessita di una pianificazione strategica per la sicurezza preventiva, la quale stima un fabbisogno in termini economici pari a 511 milioni di Euro. Una cifra che include il rinnovo della Cpi (certificato anti incendio, uscite di sicurezza, impianti elettrici e porte antipanico ecc.), l’adeguamento sismico, il risanamento igienico sanitario di alcuni stabili (servizi igienici, impianti di smaltimento e condotte fognarie), l’intervento su possibili cadute di componenti edilizi, sostituzioni di infissi obsoleti, interventi su palestre e giardini e la rimozione dell’amianto (rilevato in 60 edifici solo nella città di Roma). Nell’analisi delle problematiche evidenziate emergono inoltre alcuni casi di sovraffollamento per la ristrettezza degli spazi, inadeguati per far fronte a possibili rischi e a gestire con prontezza le emergenze.

Una situazione al limite che necessita un’azione tempestiva da parte delle autorità competenti. Abbiamo chiesto a Fabrizio Santori quali linee guida propone la Lega alla sindaca Virginia Raggi.

Le linee guida sono chiare: intervenire al più presto su almeno 200 edifici che sono in condizioni pessime. Abbiamo fatto questa valutazione con il gruppo della Città Metropolitana di Roma Capitale sui licei e gli istituti tecnici e professionali di Roma e provincia che richiede una risposta tempestiva da parte della sindaca Raggi nei confronti del governo e di un finanziamento straordinario di almeno 511 milioni di Euro. Sembrano una grandissima somma ma per il bilancio dello Stato si parla di una cifra esigua perché servono per la sicurezza e l’incolumità dei nostri giovani che tutti i giorni vanno a scuola e in alcuni casi trovano l’amianto e situazioni a limite sotto il profilo della manutenzione della sicurezza degli edifici. Non è colpa e responsabilità degli uffici tecnici dell’ex provincia di Roma ma c’è una responsabilità politica che deriva da anni di negligenza, mancanza di attenzione e soprattutto in questi ultimi due anni con la sindaca Raggi, una situazione di immobilismo complessivo”.

Roma, definitivo il restringimento del viadotto della Magliana, sara’ un settembre nero.

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I’autostrada che collega la capitale all’aeroporto da anni soffre di una cronica mancanza di manutenzione da parte della società competente, tanto che alcune erbacce sono diventate piccoli alberi al bordo della strada sotto gli occhi di chi ogni giorno la percorre per andare a lavoro.

Da alcuni mesi invece di chiedere alla società di competenza l’Anas la manutenzione della strada il pensiero principale e stato quello di adottare un restringimenti all’imbocco del viadotto, termine dell’autostrada, con lo scopo di evitare la coda di traffico da imbottigliamento.

Dopo alcune settimane di sperimentazione della nuova viabilità che vede il restringimento della carreggiata già da centinaia di metri prima l’unico vero risultato e stato quello di spostare la fila da ingorgo a chilometri prima senza alcun risultato visibile.

Chi per primo si e battuto subito contro questa iniziativa e stato il capogruppo della lega nel XI municipio Daniele Catalano.

“Oggi sarebbe dovuto essere il D-Day per tutti i cittadini che ormai da due mesi protestano per la folle decisione di restringere un pezzo di A-91 in prossimità dell’imbocco del viadotto della Magliana ha dichiarato Catalano- Sarebbe dovuto essere il giorno in cui tutti avremmo festeggiato per la fine della sperimentazione e il ritorno allo status quo, e magari perché no la ripresa del tema delle grandi opere, che con l’amministrazione Raggi e Torelli è stato completamente dimenticato. Invece il 7 agosto la nota del dipartimento mobilità sancisce di fatto la fine della sperimentazione, ma per rendere definitiva l’operazione di restringimento della carreggiata.”

Il viadotto della Magliana attende da anni un opera di miglioramento strutturale adeguata al volume di traffico che giornalmente lo usa, una vera vergogna per una delle più importanti vie di accesso all Capitale, la più diretta dall’aeroporto internazionale, un vero benvenuto per i turisti e le autorità in visita

“Tutto questo nonostante le tardive note del Presidente del Municipio XI Mario Torelli, il quale prendeva una posizione in linea con le richieste dei cittadini. Ci viene da chiedere che fine abbiano fatto Lucidi, l’assessore alla mobilità Municipio XI, Zuccalà presidente della commissione mobilità del Municipio XI che fino a pochi giorni fa tessevano le lodi dell’operazione. Chiaro è che il presidente è rimasto con un manipolo di consiglieri, ne prenda atto e permetta ai cittadini di potersi esprimere nuovamente con le elezioni, noi siamo pronti”

Drammatica la situazione dei lavoratori TIM, chiesta audizione in Regione

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Senza attendere oltre è di oggi l’interrogazione  presentata dal consigliere Regionale  Daniele Giannini della Lega al presidente del Consiglio Regionale Daniele Leonori sulla questione dei 4.000 lavoratori di TIM per i quali l’azienda ha chiesto la cassa integrazione.

“Siamo allarmati per i pesantissimi tagli che colpiranno i lavoratori Tim” – Ha dichiarato il consigliere – “Apprendiamo dagli organi d’informazione come la compagnia telefonica sia in procinto di mettere in cassa integrazione 29.736 dipendenti su scala nazionale di cui 9.205 a Roma e provincia e 11.949 nel Lazio. La politica di riorganizzazione aziendale che la società mette in atto, attraverso il drastico strumento della cassa integrazione guadagni straordinaria, con nota del 16 maggio, lascia poco più di tre settimane di trattativa tra azienda, Ministero e organizzazioni sindacali per esaminare soluzioni meno traumatiche. Un lasso di tempo minimo per chiudere una vertenza che riguarderà migliaia di lavoratori e le loro famiglie, che inevitabilmente ne subiranno le conseguenze”.

Abbiamo raggiunto Daniele Giannini per chiedere alcune precisazioni

EA:Consigliere Questa iniziativa di TIM potrebbe essere un preoccupante precedente per tutto il settore?

DG: Trattandosi dell’azienda piu’ grande del comparto che tra diretto ed indiretto occupa circa 90mila persone e’ normale che l’esito di questa vertenza influenzera’ in ogni caso il settore delle tlc.

EA: Quale potrebbe essere l’impatto sociale sul territorio e quali altre situazioni simili sono state evidenziate negli ultimi mesi?

DG: Nel territorio laziale saranno impattati dalla cigs 12mila lavoratori ma la preoccuazione maggiore per la tenuta occupazionale e’ capire cosa succedera’ alla fine dell’ammortizzatore sociale che avra’durata massima di un anno e quanti saranno ancora gli esuberi secondo Tim.

Crisi ce ne sono state diverse ma non di queste dimensioni e con questi numeri

EA:Quali sono le azioni che può intraprendere la regione a tutela dei lavoratori?

DG: Eventuali fondi per la formazione e ricollocazione dei lavoratori ed ogni pressione politica e “moral suasion” per evitare l’ennesima crisi occupazionale nel Lazio che negli ultimi 3 anni ha portato alla perdita di migliaia di posti di lavoro.

E stata presentata una interrogazione urgente al Presidente della Regione Zingaretti, al l’assessore al l’accordo Di Bernardino e alle Attività produttive Manzella per conoscere quali misure intendono adottare per la salvaguardia dei livelli occupazionali della regione e quali misure adottate per evitare la chiusura di sedi romane dell’azienda.

Inoltre il consigliere Giannini ha richiesta una convocazione urgente della commissione Lavoro per audire le sigle sindacali Slc – Cgil; Fistel – Cisl; UilCom-Uil; Ugl Telecomunicazioni;
Rsu Tim e Coordinamento nazionale Rsu Tim e i vertici della compagnia telefonica per evitare di far ricadere solo sui lavoratori la crisi e la conseguente ristrutturazione in atto.

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