Corte costituzionale, diritti sindacali anche nelle forze armate

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Lo scorso 11 aprile una sentenza della corte costituzionale ha sancito l’incostituzionalità del divieto fatto ai militari di avere una rappresentanza sindacale, unici nel comparto della funzione pubblica del quale fanno parte a tutti gli effetti, un divieto anacronistico vista anche la struttura professionale delle forze armate che si equipara in tutto e per tutto al resto dei dipendenti pubblici dal punto di vista dei rapporti con il datore di lavoro.

Una decisione questa della corte costituzionale che apre la strada alla costituzione di  sindacati sia nelle forze armate che nella Guardia di Finanza al pari di quanto gia esistente nella polizia di stato.

Ne abbiamo parlato con Salvatore Rullo , tra i costituenti fondatori e presidente provvisorio, fino al primo congresso, del neo nato SIULM Sindacato Unitario Lavoratori Militari.

EA: Perché è cosi importante questa sentenza della corte costituzionale?

Salvatore Rullo:L’ 11 Aprile 2018 rimarrà una data storica per la democraticità delle Forze Armate e per i diritti dei militari Italiani , la Corte Costituzionale, con sentenza 120/18 dichiara l’incostituzionalità del divieto ai militari di costituire ed aderire a propri sindacati con pubblicazione della sentenza il giorno 20 giugno 2018.

La Corte Costituzionale ha affermato che «I militari possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale alle condizioni e con i limiti fissati dalla legge; non possono aderire ad altre associazioni sindacali». Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta F.to: Giorgio LATTANZI, Presidente Giancarlo CORAGGIO, Redattore Roberto MILANA, Cancelliere. Depositata in Cancelleria il 13 giugno 2018. Finalmente i Militari italiani potranno avere veri diritti e tutele su lavoro, salute, tutela della famiglia, stato sociale e avranno voce in capitolo per e sulla loro retribuzione diretta e indiretta.

EA: E’ un passo molto importante sulla strada del riconoscimento dei diritti dei laboratori anche nel settore delle forze armate, quali sono i punti principali?

Salvatore Rullo: I punti principali della storica sentenza sono i seguenti : 17.− Quanto ai limiti dell’azione sindacale, va anzitutto ricordato il divieto di esercizio del diritto di sciopero. Si tratta indubbiamente di una incisione profonda su di un diritto fondamentale, affermato con immediata attuazione dall’art. 40 Cost. e sempre riconosciuto e tutelato da questa Corte, ma giustificata dalla necessità di garantire l’esercizio di altre libertà non meno fondamentali e la tutela di interessi costituzionalmente rilevanti (sentenza n. 31 del 1969).

18.− Con riguardo agli ulteriori limiti, invece, è indispensabile una specifica disciplina legislativa. Tuttavia, per non rinviare il riconoscimento del diritto di associazione, nonché l’adeguamento agli obblighi convenzionali, questa Corte ritiene che, in attesa dell’intervento del legislatore, il vuoto normativo possa essere colmato con la disciplina dettata per i diversi organismi della rappresentanza militare e in particolare con quelle disposizioni (art. 1478, comma 7, del d.lgs. n. 66 del 2010) che escludono dalla loro competenza «le materie concernenti l’ordinamento, l’addestramento, le operazioni, il settore logistico-operativo, il rapporto gerarchico-funzionale e l’impiego del personale». Tali disposizioni infatti costituiscono, allo stato, adeguata garanzia dei valori e degli interessi prima richiamati.

La Suprema Corte avrebbe potuto dichiarare solo incostituzionale il divieto di costituire sindacati e rinviare costituzione di sindacati e attività sindacale ad una legge ordinaria.  Ma, con una illuminante azione e decisione Costituzionale, e per “ riparare “ al danno sui diritti perpetrato ai militari,  va oltre.

E’ chiarissimo l’intento della Suprema Corte di concedere subito i diritti sindacali ai militari anche e prima di una “ necessaria “ legge, tanto che la stessa definisce i limiti dei nati ( come il SIULM, del quale mi onoro di essere tra i fondatori ) e nascenti sindacati militari scrivendo “Tuttavia, per non rinviare il riconoscimento del diritto di associazione …” e attribuendo ai sindacati militari, nella fase di transizione fino all’ approvazione legge che deve recepire sentenza, le stesse competenze a limiti dei CoCeR  destinati a ( finalmente ) terminare la loro esistenza soffocati da certificata inidoneità a rappresentare il personale vista la caratteristica di sindacati gialli  interni, gerarchizzati, non autonomi e pagati dal datore di lavoro ( Difesa / Stato / soldi pubblici ) al costo di circa 4 milioni di euro all’anno che potranno essere risparmiati appena le legge sul sindacato sarà approvata.

EA: questa decisione della corte suprema e stata inattesa da parte delle istituzioni ?

Salvatore Rullo: Sicuramente è giunta totalmente inaspettata soprattutto da parte di alcuni vertici militari, da sempre feroci oppositori di qualsiasi riforma che andasse oltre la Rappresentanza Militare  a loro tanto cara, che confidavano in esito ben diverso e sono rimasti spiazzati dalla chiarezza e contenuti espressi nella sentenza.  Ci conforta quanto ha espresso in più occasioni, e dal primo suo discorso da ministro, il Ministro Difesa Elisabetta TRENTA la quale è favorevole, prima volta che accade nella storia dei ministri difesa, ai diritti sindacali dei militari,  tema che è stato anche nel programma elettorale del movimento 5S di cui fa parte la signora Trenta, per garantire agli stessi migliori tutele su lavoro e salute e avvicinarli ai tanti paesi europei dove i militari hanno loro sindacati.  Chiediamo al ministro Trenta di sbloccare subito l’impasse creata per non far operare subito i sindacati militari, prima ed in attesa della necessaria legge, della quale vogliamo seguire il percorso come parte attiva, nelle modalità stabilite dalla Corte Costituzionale.

Noi del SIULM siamo legalmente costituiti e chiediamo l’applicazione della sentenza per operare subito a tutela dei militari. Stiamo attendendo la risposta dal gabinetto del signor Ministro e dal Ministero Difesa dal 10 Luglio.

EA : Ci sono resistenze da parte delle istituzioni?

Salvatore Rullo: si molte. Alcune e certe forme di pressioni, orali e scritte, ci lasciano molto perplessi. Le chiariremo e spiegheremo al momento opportuno, quando racconteremo quanto sta avvenendo in questi giorni.  Coloro che sono sempre stati, in modo ostinato e feroce, contro i diritti sindacali dei militari, oggi impersonati da una burocrazia militare e vertici militari probabilmente imbarazzata ad affrontare il tema “ diritti sindacali dei militari “, trovano motivi di ritardare l’applicazione della sentenza del giudice delle leggi nel seguente passaggio della Corte : 16.− Quanto alla costituzione delle associazioni sindacali, trova allo stato applicazione la non censurata disposizione dell’art. 1475, comma 1, del d.lgs. n. 66 del 2010, secondo cui «La costituzione di associazioni o circoli fra militari è subordinata al preventivo assenso del Ministro della difesa». Si tratta, secondo la Corte, di una condizione di carattere generale valida a fortiori per quelle a carattere sindacale, sia perché species del genere considerato dalla norma, sia per la loro particolare rilevanza. Posto che il sindacato non è paragonabile ad un circolo tra militari o un associazione d’arma, è opportuno ricordare l’articolo 39 della Costituzione, LIBERTÀ’ SINDACALE E DIRITTI SINDACALI. L’organizzazione sindacale è libera.  Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.

Ad oggi ancora non si applica un pronunciamento della Corte Costituzionale nonostante il 1 Agosto 2018 il Capo di Stato Maggiore della Difesa Gen. Graziano, davanti alle  Commissioni riunite Difesa di Camera e Senato, presso l’Aula della Commissione Difesa di Montecitorio, abbia dichiarato  tra l’altro, sul tema sindacato per i militari : “ In merito alla sentenza Corte 120 / 2018, pubblicata il 20 Giugno scorso, che consente al personale in servizio della FF.AA e GdF la costituzione di associazioni sindacali, appare necessario un intervento legislativo volto a disciplinare organicamente la materia, la cui urgenza è riconducibile anche alla circostanza che la pronuncia dell’Alta Corte ha, di fatto, determinato la coesistenza tra la Rappresentanza Militare e le nuove associazioni di militari a carattere sindacale con elementi di sovrapposizione e potenziali criticità sotto il profilo giuridico”. Il Capo di SMD nel suo intervento fa anche un riferimento alla realtà Europea , con citazione non molto esatta* quando afferma , anche come auspicio personale, che in Europa c’è “ una diffusa presenza  di associazioni professionali tra militari a carattere non sindacale “. Il CSMD evita di citare che esistono sindacati di militari in : Germania, Irlanda, Olanda, Norvegia, Svezia, Belgio, Danimarca, Finlandia, Austria, Grecia, Montenegro. In Inghilterra  i militari si possono iscrivere a sindacati non militari .

EA: Quando sara’ possibile vedere un sindacato dei militari?

Salvatore Rullo: il sindacato esiste gia’ e lo certifica il Capo di Stato Maggiore Difesa, ed il sindacato ha diritto di svolgere subito la sua attività nei limiti già ampiamente definiti dalla Corte. Fare ostruzionismo, non concedere / ritardare una presa d’atto di avvenute costituzioni di sindacati militari, è, sarà comunque destinato ad essere superato, non serve e appare non corretto il non dare effettività immediata alla sentenza, anche nel rispetto che tutti dobbiamo alle decisioni prese dal Giudice delle Leggi.

EA: Si attende quindi una legge che regoli l’attività dei sindacati in ambito militare, quale dovrebbe essere la corretta impostazione secondo il SIULM?

Salvatore Rullo: Secondo noi si deve partire dalla sentenza Corte che ha ripreso e rafforzato quanto ha affermato la Corte Europea dei Diritti : “ Non si può negare ai militari di costituire ed aderire a sindacati propri, ma si può solo regolamentare l’uso di tale diritto”. In tutti i paesi Europei dove i militari hanno sindacati è vietato lo sciopero ed è dimostrato che, dove i militari hanno il sindacato, lo stesso NON pregiudica l’autorità militare, NON interrompe la catena di comando e non vi è, non vi è stata, alcuna perdita di efficienza militare o di disciplina.  Posti i limiti che escludono dalla  competenza sindacale le materie concernenti l’ordinamento, l’addestramento, le operazioni, il settore logistico-operativo, riteniamo che il sindacato si debba e possa occupare, nell’interesse del personale tutto, di tutto il resto che riguarda il lavoro, la salute, la famiglia. Nel pieno rispetto della politica sarebbe anche facile scrivere la legge sul sindacato militare applicando la legge 121 dell’81 che concesse i diritti sindacali alla Polizia.

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