Aveva 75 anni. La sua narrativa ha spaziato dal fantasy alla fantascienza e all’horror, spesso mescolando i generi. Brian Stableford, noto per la sua vasta produzione di opere di fantascienza, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo letterario. Sebbene la sua reputazione iniziale fosse legata a spettacolari Space Opera come le serie Grainger/Hooded Swan e Daedalus Mission negli anni ’70, il suo lavoro successivo è stato ancora più significativo sotto molteplici aspetti.
Come appassionato di Scientific Romance, Stableford ha scritto diversi romanzi sostanziali in questo genere. Tra questi, The Empire of Fear (1988) ha fornito una base razionalista per il mito dei vampiri, mentre la trilogia The Werewolves of London (1990), The Angel of Pain (1991) e The Carnival of Destruction (1994) ha affrontato sfide filosofiche.
Stableford è stato anche un critico di spicco, illuminando il sottogenere della Scientific Romance nel suo libro The Scientific Romance in Britain 1890-1950 (1985), che ha vinto un Eaton Award e successivamente è stato ampliato nella monumentale opera in quattro volumi The New Atlantis (2016).
Inoltre, come instancabile traduttore, ha reso disponibili in inglese numerose opere francesi di Scientific Romance, proto-SF e Fantastika. Nel 1999 ha ricevuto il Pilgrim Award per i suoi contributi distinti allo studio della fantascienza.
Oltre alla sua enorme produzione personale, Brian è stato un contributing editor fondamentale per la prima e seconda edizione dell’Enciclopedia della Fantascienza ed è stato un caro amico dei principali editori attuali.
La sua eredità letteraria rimarrà un faro per gli appassionati di fantascienza di tutto il mondo. Grazie, Brian Stableford.