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“Simboli e misteri nelle avventure di Alice nel paese delle meraviglie e attraverso lo specchio” di Vito Foschi

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Tutti conosciamo la storia della piccola Alice di Lewis Carroll: la Alice che sogna, che viaggia, che cade nella tana del Bianconiglio, che entra in uno specchio, che gioca a scacchi e che incontra personaggi fantastici e fiabeschi come il Cappellaio Matto o la Regina di Cuori. Vito Foschi nel suo libro “Simboli e misteri nelle avventure di Alice nel paese delle meraviglie e attraverso lo specchio” va oltre, cercando di cogliere quale sia la verità dietro un personaggio e una storia ormai noti, svelandone dei risvolti inaspettati. Foschi si chiede se, nascosti dietro la fantasia di Carroll, possano trovarsi degli antichi simboli e richiami. Così la tana del Bianconiglio diventa la caverna della Dea Madre, il Brucaliffo rappresenta una sorta di trasformazione iniziatica, lo specchio rimanda al mito di Dioniso, e così via.

Paolo Izzo, editore di Stamperia del Valentino, per la quale il libro uscirà a marzo, nella prefazione all’opera sostiene: “Tanto si è scritto e detto sugli aspetti iniziatici delle avventure di Pinocchio, dove a una prima spiegazione tutto sembra apparire evidente. Complice lo stesso nome del protagonista, derivato da una crasi tra ‘pineale’ e ‘occhio’, ventilando così uno stretto legame con il ‘terzo occhio’ delle tradizioni iniziatiche orientali. Molte più perplessità hanno destato invece i segnali indubbiamente presenti nell’opera di Lewis Carroll”. Secondo Izzo, sarebbe azzardato attribuire al caso i numerosi segnali che emergono dalla narrazione di Carroll, solo apparentemente onirica. Questo soprattutto perché ci sono tanti, troppi, spunti rilevanti nelle altre due opere dello scrittore inglese di cui si parla in questo contesto. Izzo continua spiegando che, da un articolo del quotidiano inglese The Observer, è emerso che Carroll nutriva un grande interesse per l’esoterismo e il soprannaturale. Nonostante il viaggio di Alice sia innegabilmente un racconto per bambini, non è possibile negare, per Foschi, che non si tratti anche di un viaggio iniziatico.

Il libro di Foschi viene inserito nella collana Polifemi, particolarmente emblematica per l’editrice napoletana Stamperia del Valentino e coerente con le sue scelte editoriali, basate sulla volontà di riportare all’attenzione del pubblico la Napoli colta, folkloristica e letteraria. La collana mutua dal mitico personaggio omerico una nobile interpretazione del nome: infatti, l’etimologia della parola Polifemo deriva dal greco “poli”, che significa “molto” e “femi” che vuol dire “canzone”. Questo nome, quindi, sottolinea la sua propensione al “molto parlare” e farebbe di lui un chiacchierone; azzeccatissima quindi tale scelta per una collana che intende proporre libri piccoli (sia per costi che per formato), ma che hanno molto da raccontare.

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