Ostia antica festival tra mito e sogno

in CULTURA by

Musica classica, canto, spettacolo, commedia, e un ultimo saluto a uno dei più grandi compositori dell’epoca contemporanea. Su questi pilastri si costruisce l’Ostia Antica Festival, che a partire da martedì 14 luglio darà inizio alla sua quinta edizione. Intitolata Il Mito E Il Sogno, essa si presenta come una lunga retrospettiva di pensieri e visioni sul passato, il presente e il futuro, a cui prendere parte come boccata d’aria in un’Europa ancora tormentata dal Coronavirus. Oltre ad altri lutti, per i quali il Festival si è debitamente adoperato.

Ennio Morricone è venuto a mancare il 6 giugno 2020. È stato forse il compositore definitivo del decennio passato, dalla cui mente hanno avuto origine le sigle di film classici come La Trilogia del Dollaro di Sergio Leone, contemporanei come The Hateful Eight di Quentin Tarantino, e oltremodo insospettabili (il film d’animazione Aida degli Alberi, prodotto tutto italiano ispirato all’opera di Verdi). Non c’è da sorprendersi se la prima esibizione prevista nella scaletta, intitolata Il Grande Cinema In Concerto, sia dedicata a lui e alla sua opera. Si tratterebbe di fatto di una rassegna di opere di vari grandi compositori – oltre a Morricone anche Nicola Piovani, John Williamsn e Hans Zimmer. Ma è soprattutto al Maestro del western che si vuole dedicare la performance, come un ultimo saluto dai suoi ammiratori più accaniti e fedeli.

La performance è un prodotto ibrido, dove la bella musica si fonde con le immagini e dialoga con esse mentre viene riprodotta. L’esibizione musicale è affidata all’Orchestra Sinfonica Città di Roma, mentre la parte visiva è opera del video artist Alessandro Roberti.

Ne parliamo con Pier Giorgio Dionisi, direttore dell’Orchestra.

Questo evento rappresenta uno dei primi a seguito di un’epidemia mondiale. Ha avuto comunque modo di portare avanti delle performance di recente?

Purtroppo siamo stati costretti a fermarci a causa dell’epidemia. Il nostro ultimo concerto è stato al Teatro Vittoria.

Ha invece altri progetti a seguito di questo?

Sì, anche se con un’altra orchestra. Prenderò parte a un’inaugurazione a Piombino assieme a Francesco Montanari, che si terrà il nove agosto. Si tratta di un gala unico dedicato a Giacomo Puccini. In Toscana è uno dei compositori più amati.

Ha continuato ad occuparsi di musica anche in quarantena?

Ho continuato a studiare il pianoforte, assieme ai miei allievi. Lo studio da una vita, ho iniziato all’età di quattro anni. 

È felice di tornare a esibirsi?

Molto. Quello che vedo adesso è uno spiraglio che spero duri a lungo. Soprattutto in relazione all’autunno, perché autunno significa concerti al chiuso. 

Per quanto riguarda questo concerto, sono soprattutto emozionato di poter dirigere brani di Morricone. È l’aspetto più emozionante a mio parere, dirigere i brani del maestro. Concluderemo con il tema di The Mission, che in vita era il brano preferito dello stesso Morricone. È molto suggestivo, ma mette anche una certa agitazione. Dà l’idea di una certa responsabilità. 
Il programma dedicato alle colonne sonore in realtà non comprendeva solo Morricone, ma anche altre opere, come Star Wars. Metà concerto saranno tuttavia brani di Morricone, dedicati proprio a lui. 

Ha altri progetti per l’estate, anche slegati dalla musica?

Sono culture di Storia e Filosofia presso l’Università di Tor Vergata. Mi occupo soprattutto di epistemologia e filosofia del linguaggio. A settembre andrò a insegnare proprio a quell’università, ove in passato ho tenuto corsi di filosofia analitica.

Ho conosciuto Tor Vergata per vie traverse, abitando a Monteverde. Si tratta di un ottimo dipartimento, anche se sono in contatto anche con professori della Sapienza. A Tor Vergata vi sono molti meno risvolti burocratici, la burocrazia è molto più snella e si è in rapporto più diretto. 

Quando ha iniziato a interessarsi e occuparsi di filosofia?

Mi sono avvicinato ad essa al liceo, poco dopo che alla musica classica. Sono stato introdotto alla filosofia in secondo anno e sono rimasto in contatto con essa per tutta la vita. Mi è capitato anche di far convogliare le due cose. Ad esempio, un campo della filosofia di cui non mi sono mai occupato è l’estetica, o altre filosofie legate all’arte; ho sempre praticato la teoria della conoscenza, mantenendo le due discipline in campi separati. 

Il lockdown ha significato stare lontani da studi e ricerche – ad esempio, adesso stavo portando avanti uno studio su Hume e sullo scetticismo — che sono una risorsa importante. Ma l’attività cerebrale non è mai stata interrotta. Il direttore d’orchestra stesso non suona, è una sorta di musicista “a parte”. Nel mettere in moto il concerto egli attiva il cervello, non le mani. Deve essere convinto della partitura, saperla spiegare, con un’interpretazione sempre soggettiva. E bisogna saper comunicare il tutto all’orchestra. In filosofia del linguaggio, se non sei in grado di spiegare qualcosa vuol dire che non l’hai capita, e là ti devi fermare. Va spiegata a parole, non in pratica. C’è un gancio, tra la filosofia e la direzione. ‘

L’Ostia Antica Festival si tiene al Parco Archeologico di Viale dei Romagnoli 717; 00119, Ostia Antica, RM.

di Flaminia Zacchilli

Lascia un commento

Your email address will not be published.

*