Michela Lucenti e Balletto Civile in scena al teatro Palladium
Il nuovo spettacolo di Michela Lucenti e Balletto Civile, tratto da Re Lear di William Shakespeare, che nelle mani del collettivo si trasforma in una drammaturgia coreografica ficcante, spigolosa, capace di inserirsi come un cuneo nelle pieghe della realtà, un duello fisico fra corpo e parola, movimento e spazio scenico. Il punto di partenza del lavoro è l’eredità dei padri, della quale si analizzano il peso che grava sulle scelte personali, la necessità di rinnegarla e allo stesso tempo di nutrirsene per rifondare la propria identità. l’immaginario dei padri contamina i bisogni e le aspettative dei figli, la nostalgia si trasforma in slancio prospettico, mentre la danza – eclettica, in assoli, in coppia o in gruppo, esplosiva o raggelata in movimenti stilizzati – fa da collante proponendosi, in definitiva, come elemento rigenerante.”
Balletto Civile Gruppo nomade per definizione, animato da una forte tensione etica, Balletto Civile nasce nel 2003 fondato da Michela Lucenti. L’approccio creativo è una ricerca basata sul movimento che emerge dalla profonda relazione scenica tra gli artisti. Lavora su un linguaggio totale dove il teatro, la danza e il canto originale interagiscono naturalmente.
Regia e coreografia: Michela Lucenti
Drammaturgia: Balletto Civile
Creato e interpretato da: Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Loris De Luna, Maurizio Lucenti, Michela Lucenti, Alessandro Pallecchi, Matteo Principi, Emanuela Serra, Giulia Spattini
Assistente alla creazione: Ambra Chiarello
Disegno sonoro: Guido Affini
Luci: Stefano Mazzanti
Assistente alle luci: Chiara Calfa
Scene e costumi: Alessandro Ratti/Balletto Civile
Una produzione: Balletto Civile – Estate Teatrale Veronese / Comune di Verona In collaborazione con Teatro degli Impavidi (Sarzana) Dialoghi/Residenze delle Arti Performative Villa Manin Codroipo
Con il sostegno di: MIC / Ministero della Cultura
Durata 80′
(Dal Comunicato stampa del Teatro Palladium)
Ringraziamo GDG Press nella persona di Alessandro Gambino.
Le fotografie sono di Giulio Paravani.