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Francesco Natarelli

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Un arcobaleno di 900.000 colori

in CULTURA/PHOTOGALLERY/SOCIETA’ by

Sabato 11 Giugno – Sono circa le 15:30 e Piazza della Repubblica, a due passi dalla stazione Termini, è gremita, invasa da una marea di persone e di colori.

Il caldo è quasi insopportabile. Eppure, nessuno si scoraggia. L’afflusso di persone non accenna a diminuire. C’è chi (e sono tanti!) balla e canta sotto i carri ancora parcheggiati che, non ancora pronti a partire, sparano musica a tutto volume, chi si mette in posa per una foto, chi una foto te la chiede, chi alza i cartelli e gli striscioni con gli slogan più disparati e fantasiosi.

Ovunque sventolano bandiere, di tutti i colori. Arcobaleno certo, ma anche rosa, viola, blu, celeste, bianco, giallo, arancio, verde, nero e molto altro, in varie combinazioni. Ogni colore, ogni simbolo, ogni bandiera della comunità LGBTQIA+ ha un significato. E se qualcuno non lo conosci, chiedi, e te lo spiegano volentieri. Domandare, informarsi, ascoltare e comprendere, così si abbatte il pregiudizio. Del resto, “pre-giudicare”, ovvero giudicare prima di conoscere, non ha molto senso.

Perché sì, sicuramente il Pride somiglia in tutto e per tutto ad una festa, l’aria che si respira sa di libertà di essere sé stessi senza rischiare di essere aggrediti per questo. Ma è prima di tutto è una manifestazione e, come tale, chiede qualcosa, pretende qualcosa: DIRITTI. Perché al di fuori di ogni retorica, di tante belle parole e dichiarate intenzioni, sono quelli che ancora mancano, che devono essere riconosciuti, a TUTTI. (Un ragazzo ci gioca su: sfila con una pignatta di cartone sulle spalle, a mo’ di zaino – la “pignatta dei diritti”, ci dice, “più ci batti più ne ottieni”).

Se ne fa portavoce anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che sfila in testa al corteo, subito dietro a un gruppo di motocilisti, sorreggendo un lembo del lungo striscione con lo slogan del Roma Pride 2022: “Torniamo a fare rumore” – in omaggio a Raffaella Carrà, icona della comunità LGBTQIA+, scomparsa poco meno di un anno fa. Circa in 900.000 hanno partecipato: di rumore se ne è fatto davvero parecchio.

Insieme al sindaco Gualtieri – che ai microfoni dell’Agenzia Vista, ha dichiarato: “Roma è in prima linea sui diritti. Questo è un Pride di gioia e di determinazione contro le discriminazioni. C’è ancora tanto da fare e stiamo lavorando in tutti i Municipi” –  presenti anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e i minisindaci della Capitale.

Madrina di questa edizione, ha dato il via alla manifestazione la cantante Elodie, che, da uno dei numerosi carri che hanno attraversato le strade del centro, ha cantato il suo ultimo singolo, “Bagno a Mezzanotte”.

E poi via verso il Colosseo, ballando e cantando ancora, un milione di voci che vogliono svegliare una città, e forse un paese intero, dall’indifferenza.

Anche quest’anno l’organizzazione del Roma Pride è stata affidata al Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, e non sono mancate le associazioni che hanno partecipato al corteo per esprimere le loro istanze: Famiglie Arcobaleno, Agedo Basso Lazio, Agapanto, solo per nominarne alcune.

I Pride del Lazio, comunque, non finiscono qui. Altre due le manifestazioni in programma, il 25 Giugno ad Albano Laziale e il 9 Luglio a Viterbo.

Articolo di: Ginevra Natarelli

Foto di: Ginevra e Francesco Natarelli

Presentato il Premio Roberto Rossellini

in CINEMA e TV/CONFERENZA STAMPA/CULTURA by

Roma, 15 Ottobre 2021

Questa mattina alle ore 10:00 presso lo Spazio Regione Lazio Roma Film Commission, è stato presentato il Premio Roberto Rossellini, alla presenza di Renzo Rossellini e del Direttore Artistico Roberto Petrocchi.

Una presentazione a tratti divertente, a tratti commovente, dove comune denominatore sono stati l’amore e la passione per il cinema.

Roberto Rossellini non è stato solo importante per il cinema italiano ma per l’Italia intera – tiene a precisare il figlio Renzo – dato che grazie ai suoi film, che hanno avuto grande successo negli Stati Uniti, (primo fra tutti “Roma città aperta) il mondo ha potuto capire che l’Italia, seppur alleata della Germania nazista, era per gran parte antifascista.

Delizioso l’intervento di Roberto Girometti (direttore della fotografia e regista) che ha raccontato della sua intervista – con imprevisto – a Salvador Allende.

In seconda battuta, Girometti ha raccontato poi della sua esperienza con i ragazzi delle scuole, mostrando una passione sconfinata per il suo mestiere, fatto di e per il cinema, e per i giovani.

Il Premio Roberto Rossellini, come spiega il Direttore Artistico del Roma Film Corto International Festival, Roberto Petrocchi, vanta collaborazioni eccellenti, come quella con l’Istituto di Cultura di New York, di Los Angeles e di Pechino, oltre quella della SIAE, che ha offerto sostegno ed ha contribuito come sponsor.

Nelle parole di Petrocchi anche la speranza che, date le ottime premesse, il premio finalmente possa non solo rinascere, ma continuare a vivere senza interruzioni.

AZ 14 10 2021 Last Call

in CRONACA by

Roma, 14 Ottobre 2021

Lei lavorava con il personale di terra. Indossa una giacca verde, il cartello in una mano, il palmo dell’altra che batte sul vetro del Terminal 3 di Fiumicino. Poi, sorretta da una hostess di volo, scoppia a piangere. 

Scene già viste in Italia – e in Alitalia – ma alle quali non dovremmo mai fare l’abitudine.

Hanno deciso di incontrarsi proprio qui al Terminal 3 i lavoratori di Alitalia, nell’ultimo giorno di vita della loro azienda. “ Alitalia siamo noi”, gridano. E’ impressionante quanto queste persone si identifichino nella loro azienda, a prescindere dal ruolo: manutentori, addetti all’handling, personale front line di terra, assistenti di volo e piloti, senza distinzione, nel giorno in cui per l’ultima volta le frecce alate solcheranno i cieli portando italiani e italianità in giro per il mondo. Quelle stesse frecce che durante il periodo del covid hanno permesso a migliaia di italiani sparsi nel mondo di tornare a casa mentre altre compagnie si tiravano indietro.

Circa 8000 dipendenti Alitalia senza lavoro, oltre a migliaia di operatori dell’indotto, un autogol che fa male a tutto il paese.

Da anni i lavoratori di Alitalia non facevano che ripeterlo: i piani di ristrutturazione che si sono susseguiti con i “capitani coraggiosi” prima, e con Etihad poi,  erano destinati a fallire, perché si continuava ad investire su rotte ed aerei di medio raggio, quando invece è noto che le rotte remunerative sono quelle intercontinentali.

Per dirla con il profeta Isaia, i lavoratori di Alitalia sono stati per anni “Voce che grida nel deserto”. Nessuno ad ascoltarli (o a fingere di non sentirli)…

Ed eccoci all’epilogo, dove gli unici a pagare sono proprio loro, i lavoratori.

Saranno  loro – almeno i “fortunati” che riusciranno ad essere assunti dalla nuova compagnia –  i primi a sperimentare l’applicazione di un “regolamento interno” al posto del CCNL,  riportando così  indietro di 100 anni la storia dei diritti dei lavoratori.

Alitalia nata il l 5 maggio 1947 con il primo volo Torino – Roma – Catania chiude la sua storia con l’ultimo volo di oggi 14 10 2021, Cagliari – Roma.

Francesco Natarelli
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