Un arcobaleno di 900.000 colori

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Sabato 11 Giugno – Sono circa le 15:30 e Piazza della Repubblica, a due passi dalla stazione Termini, è gremita, invasa da una marea di persone e di colori.

Il caldo è quasi insopportabile. Eppure, nessuno si scoraggia. L’afflusso di persone non accenna a diminuire. C’è chi (e sono tanti!) balla e canta sotto i carri ancora parcheggiati che, non ancora pronti a partire, sparano musica a tutto volume, chi si mette in posa per una foto, chi una foto te la chiede, chi alza i cartelli e gli striscioni con gli slogan più disparati e fantasiosi.

Ovunque sventolano bandiere, di tutti i colori. Arcobaleno certo, ma anche rosa, viola, blu, celeste, bianco, giallo, arancio, verde, nero e molto altro, in varie combinazioni. Ogni colore, ogni simbolo, ogni bandiera della comunità LGBTQIA+ ha un significato. E se qualcuno non lo conosci, chiedi, e te lo spiegano volentieri. Domandare, informarsi, ascoltare e comprendere, così si abbatte il pregiudizio. Del resto, “pre-giudicare”, ovvero giudicare prima di conoscere, non ha molto senso.

Perché sì, sicuramente il Pride somiglia in tutto e per tutto ad una festa, l’aria che si respira sa di libertà di essere sé stessi senza rischiare di essere aggrediti per questo. Ma è prima di tutto è una manifestazione e, come tale, chiede qualcosa, pretende qualcosa: DIRITTI. Perché al di fuori di ogni retorica, di tante belle parole e dichiarate intenzioni, sono quelli che ancora mancano, che devono essere riconosciuti, a TUTTI. (Un ragazzo ci gioca su: sfila con una pignatta di cartone sulle spalle, a mo’ di zaino – la “pignatta dei diritti”, ci dice, “più ci batti più ne ottieni”).

Se ne fa portavoce anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che sfila in testa al corteo, subito dietro a un gruppo di motocilisti, sorreggendo un lembo del lungo striscione con lo slogan del Roma Pride 2022: “Torniamo a fare rumore” – in omaggio a Raffaella Carrà, icona della comunità LGBTQIA+, scomparsa poco meno di un anno fa. Circa in 900.000 hanno partecipato: di rumore se ne è fatto davvero parecchio.

Insieme al sindaco Gualtieri – che ai microfoni dell’Agenzia Vista, ha dichiarato: “Roma è in prima linea sui diritti. Questo è un Pride di gioia e di determinazione contro le discriminazioni. C’è ancora tanto da fare e stiamo lavorando in tutti i Municipi” –  presenti anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e i minisindaci della Capitale.

Madrina di questa edizione, ha dato il via alla manifestazione la cantante Elodie, che, da uno dei numerosi carri che hanno attraversato le strade del centro, ha cantato il suo ultimo singolo, “Bagno a Mezzanotte”.

E poi via verso il Colosseo, ballando e cantando ancora, un milione di voci che vogliono svegliare una città, e forse un paese intero, dall’indifferenza.

Anche quest’anno l’organizzazione del Roma Pride è stata affidata al Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, e non sono mancate le associazioni che hanno partecipato al corteo per esprimere le loro istanze: Famiglie Arcobaleno, Agedo Basso Lazio, Agapanto, solo per nominarne alcune.

I Pride del Lazio, comunque, non finiscono qui. Altre due le manifestazioni in programma, il 25 Giugno ad Albano Laziale e il 9 Luglio a Viterbo.

Articolo di: Ginevra Natarelli

Foto di: Ginevra e Francesco Natarelli

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