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“Cinema Speculation” l’incanto del cinema raccontato da Quentin Tarantino

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Esce per La Nave di Teseo, alla vigilia del viaggio in Italia di Quentin Tarantino, “Cinema Speculation”, raccolta di scritti del regista.


Il libro racconta la storia di un bambino che vive l’incanto dal cinema, spettatore vorace che ai giochi preferisce trascorrere le serate con i genitori nelle sale di Los Angeles, dove dal Tennessee si era trasferito all’età di 4 anni. Le pagine mostrano un giovane Tarantino, commesso di videocassette, che ha accesso alla filiera cinematografica degli anni Settanta, vissuta da spettatore prima di diventare collega o amico di coloro che ammirava.
Il “cuore” dei film – da “Bullit” di P. Yates a “Taxi Driver” di M. Scorsese, da “Un tranquillo weekend di paura” di J. Boorman a “Fuga da Alcatraz” di D. Siegel – è raccontato con gli occhi del filmmaker che ha accesso a tutte le fonti. Gli anni Settanta sono considerati da Tarantino come un periodo unico per il cinema, per le sue nuove vie sperimentali che sostituiscono quelle già battute dalla vecchia Hollywood, per la sua maggiore apertura e per la capacità, apprezzata dal regista, di produrre film “di serie B” e di genere di alto livello. All’horror, per esempio, è dedicato un intero capitolo incentrato sulla figura mitica di Tobe Hooper.
Il libro trova le sue pagine migliori nell’autoritratto degli anni della giovinezza del regista e in quelle in cui vi è narrata l’importanza che per Tarantino ha avuto l’incontro con Floyd – un uomo di 37 anni che diventa amico ed esempio di vita del Quentin adolescente – il quale gli trasmette, condividendola, la passione per il cinema con il sogno di diventare uno sceneggiatore.
Nelle note poste alla fine del libro, sono citate più di 700 opere cinematografiche e un numero maggiore di registi, sceneggiatori e attori di cui Tarantino possiede – nessuno escluso – il ricordo di un aneddoto o un giudizio.


“Cinema Speculation” racconta la nascita di una passione le cui radici si fondano nella storia del cinema degli anni formativi del regista, attraverso il filtro del suo sguardo. I suoi film sono impregnati di citazioni e rivisitazioni di pellicole che hanno infiammato il suo giovane e audace animo da sceneggiatore e regista in divenire. In fondo, si sa, Quentin Tarantino ama il cinema e di questo amore, lungo tutta la sua carriera, ne ha fatto, anche se forse spesso andando contro il pensiero critico comune, una firma stilistica sempre riconoscibile.

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