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Rap

Anna doppio Sold Out all’Atlantico di Roma

in CULTURA/European Affairs/MUSICA/PHOTOGALLERY by

La classe 2003 ha conquistato il mondo con la sua musica, totalizzando oltre 6 miliardi di stream e vendendo milioni di copie. Un fenomeno senza precedenti, un’icona di una generazione intera.

Con il suo stile graffiante e diretto, Anna ha letteralmente sbancato le classifiche, diventando l’artista femminile più ascoltata in Italia. Il suo singolo di debutto, “BANDO”, è diventato un vero e proprio tormentone, lanciandola verso la fama internazionale.

Il suo primo album, “Vera Baddie”, è stato un successo clamoroso, scalando le classifiche globali e regalando hit come “30°C” e “Vieni dalla Baddie”. Un doppio disco di platino che l’ha consacrata come una delle più importanti rapper della nuova scena.

Abbiamo seguito il concerto di questa sera all’Atlantico di Roma, di seguito la scaletta:

  • Vieni Dalla Baddie
  • Advice
  • I Got It
  • Why You Mad
  • Gasolina
  • Ciao Bella
  • Anelli E Collane
  • Drippin’ In Milano
  • Chica Italiana
  • Soldi Arrotolati
  • Bikini 
  • Mulan
  • I Love It
  • ABC
  • Tonight
  • Una Tipa Come Me
  • Fashion
  • Bbe
  • Miss Impossible
  • Cookies ‘N Cream
  • Petit Fou Fou
  • Vetri Neri
  • Bando
  • Everyday
  • Energy
  • Hello Kitty
  • TT Le Girlz 
  • 30 Gradi

E’ (ancora) il nostro genere Willie Peyote

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by

Ha fatto tappa a Roma, all’Orion di Ciampino, il tour invernale che porta Willie Peyote nei principali club italiani, organizzato da Magellano Concerti.

Affollato come non mai, il club sembra essere l’habitat più giusto per i brani di Willie, che richiedono una certa intimità con il pubblico, con i loro testi irriverenti, e che allo stesso fanno muovere qualche passo grazie ai ritmi rap, funk e pop.

A dieci anni da “Non è il mio genere, il genere umano”, Willie fa il punto sulla situazione, dai suoi esordi a oggi, con il “Non è (ancora) il mio genere” club tour.

Parte dagli esordi, quindi, e, come in un cerchio che si chiude perfettamente, cita il titolo dell’album e contemporaneamente una frase dal brano UFO (Non è ancora il mio genere, scrivilo sulla lapide) che riassume quanto dissenso, quanta voglia di non sottostare alle regole e ai dettami della società, ci sia ancora nella penna del nostro Willie Peyote.

Amore invece per i giochi di parole, l’ironia e l’intelligenza, di cui si serve per porre domande su questioni sociali e personali, che dipingono una realtà diversa da quella che a volte vogliamo vedere.

Starà al pubblico poi scegliere se cercare di darsi delle risposte o proseguire con leggerezza, passando oltre il significato e limitandosi ai ritmi accattivanti e ai sorrisi amari che molti dei suoi brani riescono a strapparci.

Il genere non è solo quello umano, ma anche quello musicale. Dai suoi esordi come rapper atipico, lontano quindi da certi stereotipi, passando per pop, indie, cantautorato, sicuramente vanta la giusta dose di questi ingredienti nel suo stile atipico, senza appartenere fedelmente ad alcun genere o etichetta precisa.

È decisamente rap/hip hop old school la matrice dei brani, nel loro parlare crudo e scandito e nei testi taglienti, ma c’è molto altro. Accompagnato da un’eccellente band composta da batteria, tastiere, chitarra e trombone, si intravedono scorci di rock, venature indie, suoni pop e ritmi funk.

La scaletta è ampiamente dedicata all’Album “Non è il mio genere (il genere umano)”, e non mancano naturalmente i suoi manifesti del disincanto sentimentale come “La tua futura ex moglie”, “Ottima scusa”, del disagio sociale delle nostre generazioni, come “Io non sono razzista ma”, “I cani”, la sanremese “Mai dire mai”, “C’era una vodka” e molte altre dal suo esteso repertorio, inclusa “Aglio e Olio” di Fulminacci.

Willie Peyote ha il dono di sbatterci in faccia verità dolorose, facendoci sorridere e toccando i tasselli vacillanti delle nostre abitudini mal radicate.

È un esempio rassicurante di come la musica, e il rap/urban in particolare, abbiano l’opportunità di comunicare con un numero elevato di persone, e siano in grado di farlo in modo profondo, intelligente, e tutt’altro che pesante o noioso.

In mezzo alla scaletta un breve omaggio al concittadino Paolo Conte con “Vieni via con me”, e un accenno al riff di chitarra di “Do I wanna know” degli Artic Monkeys, a sottolineare l’eclettismo e la professionalità di Willie Peyote e di tutta la band. Questa sera oltre alle capacità tecniche hanno dimostrato energia, ottima padronanza del palco, empatia con il pubblico e tanta sincerità, confermandoci che Wille Peyote, decisamente, è (ancora) il nostro genere.

 

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Intervista al rapper Polemica

in CULTURA/INTERVISTA/MUSICA/PHOTOGALLERY by

Abbiamo chiesto al giovanissimo rapper romano Polemica, a soli diciassette anni già vincitore nella sua categoria del Lazio Sound Festival, di parlarci un po’ di lui e della sua musica. Questo è quello che ci ha raccontato.

CL: Quali musicisti o rapper italiani e/o stranieri consideri come tuoi modelli di riferimento e perché?

P: Devo essere sincero, ascolto molta poca musica straniera, sono un fan assoluto del rap italiano. Fabri Fibra rappresenta per me la migliore espressione dell’hip-hop in Italia ed è sicuramente d’ispirazione, discorso simile vale per rappers come nayt e mezzosangue. Tra i miei modelli non mancano poi i grandi del cantautorato come Guccini, Graziani o Dalla.

CL: La tua musica è un misto di rap veloce e ritmato contemporaneo accompagnato da sonorità melodiche di stampo piuttosto classico, come in ‘Ammazzerò’ ad esempio. È una commistione di generi piuttosto suggestiva. Da cosa ti è venuta l’ispirazione?

P: Cerco sempre di lasciarmi trasportare da quello che sento, l’estetica musicale di ogni mio brano nasce a partire dal concetto che voglio esprimere, in Ammazzerò questo coincide con la scelta di affiancare a un testo fitto, pregno di concetti, una sonorità eterea che rende al meglio l’atmosfera annoiata. Non ho mai pensato di limitarmi a un solo genere, anzi, mi piace molto sperimentare, anche se il rap rimarrà sempre un punto fermo della mia musica.

CL: Il tuo pubblico è prevalentemente un pubblico di giovani. Che tipo di rapporto hai con loro e che tipo di messaggi cerchi di veicolare attraverso la tua musica?

P: La mia speranza è che la musica arrivi a tutti, a prescindere dall’età, ciò che voglio intendere è che in primis è importante il messaggio che trasmetto che è rivolto a tutti, poi sicuramente ci sarà una fascia di pubblico più propensa ad ascoltarmi, ma non voglio limitare in alcun modo il mio target. Nella mia musica rifletto il mio pensiero della società odierna, in cui troppo spesso ci si concentra sui mezzi e poco sul fine, credo ci sia bisogno di ascoltarsi, non di scegliere chi ascoltare, e voglio fare della musica il veicolo mediatico attraverso cui dire quello che penso.

CL: Hai recentemente vinto un premio importante al Lazio Sound Fest ancora giovanissimo, dove ti vedi fra 5 anni? Progetti per il futuro?

Tra 5 anni mi vedo a scrivere, non smetterò mai di farlo, è come un bisogno naturale, non mi va di fare pronostici azzardati, penso che sia giusto non aspettarsi mai niente dal futuro, anche per godersi meglio tutto ciò che verrà. A breve uscirà un nuovo singolo, questo lo posso dire con certezza e inoltre sto pensando anche a un progetto un po’ più grande…

Cous Cous Unplugged: la quattro giorni romana

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA/MUSICA by


Comunicato dell’ufficio stampa HF4

COUSCOUS UNPLUGGED

Nel cuore del quartiere Ottavia, 4 giorni di Open Mic, Talk, Musica, Labs, Urban Life
Rap, Intercultura, Periferie
con Chicoria e Amir Issa, Slava e Lorenzo Werst, Phedra e Rosa White, Charles Muda e Samia, e la giornalista Sabika Saha Povia

Tutti i giorni dal 25 al 28 agosto 2022 dalle ore 18.30 alle ore 24.00 nel quartiere Ottavia
Via Casal del Marmo 216 (Parcheggio della Scuola Pablo Neruda)
Ingresso gratuito

Dopo il successo in tutta Italia di Spaghetti Unpluggeddal 25 al 28 agosto 2022 debutta a Roma – nella periferia nord est di Ottavia, Via Casal del Marmo 216 – Cous Cous Unplugged, spin off del noto format diretto e ideato da Davide Dose, con Giovanni Romano e Gianmarco Dottori: 4 giorni di musica, incontri, open mic e talk alla scoperta della nuova e della storica scena rap romana e italiana.

Ogni sera due ospiti musicali, uno italiano e uno di origini straniere, per un vero e proprio mini-festival a ingresso gratuito per esplorare i temi dell’intercultura, della vita in periferia, della forza identitaria e migliorativa della musica e delle parole.

Concerti e open mic, ma anche laboratori di scrittura, laboratori creativi e aperitivi etnici: a salire sul palco in un confronto animato e creativo di musica, rime e parole saranno pietre miliari del rap come Chicoria e Amir Issa, al fianco di artisti come Slava e West HMZ, Phedra e Rosa White, Charles Muda e Samia. Insieme a loro Sabika Saha Povia, giornalista con molte esperienze televisive, che ogni sera li stimolerà sui temi del progetto, in un talk serale che diventerà anche un podcast audiovideo per indagare l’intercultura nella produzione musicale e sociale. Ad accomunare tutti gli artisti presenti è il legame con la scena rap/urban.

Ogni sera spazio aperto anche agli emergenti della zona e di tutta Roma che volessero dimostrare la propria capacità di rime e musica: un open mic aperto alle nuove leve della capitale, secondo la collaudata formula che ha reso Spaghetti Unplugged progetto di punta del lancio e rilancio della scena musicale italiana dell’ultimo decennio.

Venerdì 26 e sabato 27, alle 18.30, laboratorio di scrittura rap a cura di Aku e Amir Issa: momento dedicato alla scrittura creativa, dall’idea iniziale fino alla realizzazione di una strofa e poi di un brano completo. Rime, tecniche e tricks (perché il rap …è una cosa seria) e, per i più piccoli, ”Parole e Musica in libertàlaboratorio per bambini dai 7 ai 13 anni a cura di Laura Aglietta, domenica 28 agosto alle 18.00.

Ogni giorno alle 21.30 ad aprire la serata di Cous Cous Unplugged sarà Sabika Saha Povia che, con i 2 artisti ospiti del successivo live showcase, si confronterà sui temi del progetto. Un artista è italiano e l’altro ha origini straniere: conta questa cosa? Come e perchè?

A seguire i concerti, tutti i giorni alle ore 22.15.

Si parte il 25 agosto con Slava e Lorenzo West. Slava, rapper di origini ucraine che vanta collaborazioni con Frah Quintale oggi vive a Brescia; è stato uno dei primi a raccontare la guerra in Ucraina tramite le testimonianze ricevute dai parenti dal suo Paese natale e pubblicate sui social. Lorenzo West, classe ‘98, originario proprio di Ottavia per Cous Cous Unplugged proporrà il sound della periferia nord ovest di Roma e farà gli onori di casa raccontandoci il suo quartiere, che ospita appunto la manifestazione.

Si prosegue venerdì 26 agosto con Phedra e Rosa White. Phedra, nata a San Basilio, è nota soprattutto per l’energia e la forza comunicativa che trasmette durante i suoi live, nella sua musica si sente tutta l’influenza della scuola romana del rap. Rosa White, artista classe ‘91, ha diviso il palco con artisti come Murubutu e Assalti Frontali, sperimentato numerose collaborazioni (Fastcut, Er Drago, Suarez, YDFWN) e nell’Ottobre 2021 si è esibisce con il suo brano “Come Me”, ospite di Propaganda Live con Diego Bianchi.

Sabato 27 agosto, la serata di Cous Cous Unplugged è dedicata a due pietre miliari del rap romano e non solo: Amir Issa e Chicoria.

Amir Issa è uno dei capostipiti del rap romano. Di origine egiziana, si avvicina all’Hip Hop all’inizio degli anni Novanta, prima come breaker e poi come writer nella crew capitolina The Riot Vandals. Tra i fondatori del leggendario Rome Zoo, un collettivo di cui hanno fatto parte nomi storici della scena rap romana come: Colle Der Fomento, Cor Veleno, Flaminio Maphia, Piotta, e molti altri. attualmente si divide tra progetti musicali e didattici con il progetto “Potere alle parole”, che lo ha portato a collaborare con scuole e università, sia in Italia che negli Stati Uniti. Nel 2021 esce il suo nuovo libro “Educazione rap”.

Chicoria è una pietra miliare del rap italiano. Muove i primi passi alla fine degli anni ’90 tra le strade di Roma come writer, membro della crew ZTK. Già parte della cultura hip-hop della capitale, si avvicina al rap quando conosce i ragazzi di ITP (In The Panchine) e del TruceKlan. Nel tempo incide molti album e partecipa a collaborazioni con artisti di spicco della scena. Si citano alcuni progetti che sono considerati culto, come In the Panchine realizzato con gli ITP, e La Calda Notte, joint album con Noyz Narcos.

La serata di chiusura di Cous Cous Unplugged domenica 28 agosto è affidata a Charles Muda e Samia. Charles Muda è il nome d’arte di Carlo Barboni, un classe ’98 cresciuto in giornate assolate di Monteverde a Roma, da genitori che passavano il loro tempo libero suonando o dipingendo. Il suo primo lavoro discografico “POP ART” in pochi mesi ha totalizzato dal nulla oltre 100.000 streaming su Spotify e 70.000 visualizzazioni su Youtube, ma soprattutto ha saputo attirare le attenzioni delle maggiori testate giornalistiche del settore.

Samia, romana, di origini somale e yemenite. Si dice che da piccola, appena sveglia, si alzava ed iniziava a cantare e ballare, facendo intendere da subito le sue passioni e intenzioni verso quello che lei stessa chiama il suo “psicofarmaco per l’ansia”, ossia la musica. A ottobre 2021 entra nel roster di Leave Music e pubblica un 45 giri digitale dei brani “Volume Spento” e “Piove”.

Il 15 dicembre partecipa alla finale di Sanremo Giovani 2021 con il brano “Fammi respirare”, scritto in collaborazione con Francesco Cataldo che ne cura anche gli arrangiamenti e la produzione.

Ogni sera, dalle 18.30 alle 24.00 spazio anche al gusto con le proposte etniche ed etiche a cura di Gustamondo, progetto nato con l’idea di proporre integrazione sociale tramite la “cucina”. Con la collaborazione di alcune Onlus, che già si occupano di situazioni difficili e di emarginazione, Gustamundo organizza cene etniche preparate da uomini e donne provenienti dai paesi più disagiati. Saranno loro che, diventando protagonisti in cucina, vivranno un momento di serenità e aggregazione, consentendoci di assaggiare specialità di tutto il mondo. Gustamundo sarà dunque un “porto gastronomico” dove i nostri ospiti migranti possano fermarsi e farci conoscere meglio la cultura e i sapori della loro terra.

Per iscriversi al laboratori inviare mail a spaghettiunplugged@com

Per partecipare all’open mic basta presentarsi ogni giorno alle ore 18.30 e iscriversi: 2 brani a testa di cui almeno uno originale.

Ufficio stampa HF4 www.hf4.it
Marta Volterra marta.volterra@hf4.it 340.96.900.12
Alessandra Zoia alessandra.zoia@hf4.it 333.76.23.013

Rancore e lo Xenoverso al Castello di Santa Severa.

in CULTURA/MUSICA/PHOTOGALLERY by

Il viaggio in rime di Rancore porta lo Xenoverso a “Sotto il Cielo del Castello di Santa Severa“, la manifestazione promossa dalla Regione Lazio, organizzata da LazioCrea, in riva al mare di Santa Severa.

Un lavoro ideato tra spazio e tempo che ci fa viaggiare a metà tra il reale ed il fantastico, tra la psichedelia e l’epica, il mondo dello Xenoverso.

Un mondo spiegato nel concept rilasciato pochi mesi fa, diciassette brani tra i quali figurano anche Eden, presentato a Sanremo nel 2020, e Equatore, dell’anno successivo che vedeva la partecipazione di Margherita Vicario.

Giulio Paravani
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