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Il Portogallo non accetta il taglio UE del 15% sui consumi di gas

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Il Portogallo non rispetterà la riduzione del 15 per cento del consumo di gas prospettata dalla Commissione europea. Il governo di Lisbona considera la proposta “sproporzionata” e “insostenibile” e ricorda che il Paese non ha interconnessioni energetiche con il resto d’Europa e che, quindi, non ha senso essere chiamato a partecipare a questo meccanismo di solidarietà.

Inoltre la capacità di stoccaggio del gas naturale in Portogallo è al 100%, il che pone il paese ai primi posti dei mercati dell’Unione Europea con i livelli più alti di riserve, raggiungendo quasi il doppio della media europea. Sono dati aggiornati (al 25 giugno) della piattaforma Gas Infrastructure Europe (GIE), che aggrega i dati dei paesi dell’Unione Europea sulle riserve di questa fonte di energia. Solo la Polonia ottiene cifre quasi simili (97%), seguita da Danimarca (78,73%), Repubblica Ceca (74,77%) e Spagna (72%). La Germania, che già soffre per la riduzione del gas russo e ammette il razionamento energetico, ha quasi il 60%. Sul lato opposto della lista ci sono la Croazia (27%), la Svezia (31%) e la Bulgaria (34%).

Da tempo, del resto, il Portogallo ha intrapreso una revisione “verde” dei suoi consumi e fabbisogni energetici ed è poggi tra i paesi più avanzati in questo campo. Alla mezzanotte del 14 gennaio 2021 il Portogallo ha chiuso la grande centrale a carbone di Sines da 1296 MW, sulla costa meridionale del paese. I piani iniziali dell’EDP, il colosso energetico portoghese, erano di chiudere Sines nel 2030.  L’impianto era responsabile del 12% di tutte le emissioni di gas serra in Portogallo e la sua chiusura ha significato la più grande diminuzione delle emissioni inquinanti nella storia del paese.

Ma ci sono anche altre medaglie “green” conquistate dai portoghesi in questi ultimi anni: nel mese di febbraio 2016, un quantitativo pari al 95% dell’elettricità consumata in Portogallo è stato prodotto da fonti rinnovabili come le biomasse, l’energia idroelettrica, l’energia eolica e l’energia solare. E nel maggio dello stesso anno tutta l’elettricità consumata in Portogallo è stata prodotta in modo rinnovabile per un periodo di oltre quattro giorni, un traguardo fondamentale per un moderno paese europeo. Traguardo ripetuto negli anni seguenti, tranne in quelli della forte siccità.

Sulle colline del Portogallo continuano intanto a girare a pieno regime gli impianti eolici: non solo nei grandi parchi eolici tra Viseu – Coimbra – Vila Real ma anche negli  altri 20 impianti da Lisbona a Viana do Castello (ai confini con la Spagna), da Evora, nell’Alentejo  a Portalegre nel Nord. Nel 2020, l’energia eolica ha rappresentato il 24% della produzione di elettricità.

E ora l’eolico conquista anche il mare oltre alle sommità sulla terraferma. Nell’Atlantico, a 20 km dalla costa di Viana do Castelo, è a buon punto l’assemblaggio del parco eolico galleggiante del consorzio Windfloat Atlantic, che comporta un investimento di 125 milioni di euro. Una volta completata, questa centrale eolica sull’acqua avrà una capacità di 25 MW e sarà in grado di produrre energia elettrica sufficiente per circa 60.000 abitazioni. Partito nel gennaio 2020, il progetto –  finanziato dalla Commissione Europea, dal governo portoghese e dalla Banca Europea per gli Investimenti – porterà alla realizzazione del primo parco eolico galleggiante semisommergibile al mondo.  

Sulla strada dell’energia verde il Portogallo può contare anche sulla fonte che viene direttamente dell’acqua: quella del mare e quella dei fiumi.  Nella produzione di energia idroelettrica dalle onde del mare il Portogallo ha inaugurato il 23 settembre 2008, la Aguçadoura Wave Farm, la prima wave farm commerciale al mondo. Questa centrale a onde marine si trova nelle acque oceaniche, tre miglia al largo di Póvoa de Varzim, una cittadina a nord di Porto.

Ma è dai fiumi imbrigliati dalle dighe che arrivano per ora i risultati migliori.La più grande centrale idroelettrica si trova presso la diga di Alto Lindoso, con una potenza di 630 MW. Inoltre il Portogallo ha circa 100 piccoli impianti idroelettrici, con una capacità di 256 MW, che producono 815 GWh/anno.

Il Portogallo inoltre combina l’energia eolica e idroelettrica utilizzando i venti notturni per pompare l’acqua in salita e inviandola verso i generatori per produrre energia il giorno successivo: la cosiddetta energia idroelettrica di pompaggio.

Il Portogallo, dunque, marcia veloce nella realizzazione di impianti di energia rinnovabile: nel periodo gennaio-agosto 2021 queste centrali hanno soddisfatto il 63% del consumo di elettricità del Portogallo, come mostrano i dati dell’utility Redes Energeticas Nacionais (REN). L’acqua e il vento continuano a fornire il contributo maggiore, coprendo rispettivamente il 28% e il 25% della domanda nazionale. (c.p.)

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