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Deborah d’Addetta intervistata da Bookreporter presenta il suo libro “Maleuforia”

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Al Flip Festival di Pomigliano d’Arco, abbiamo avuto l’opportunità di dialogare con Deborah D’Addetta, autrice del romanzo Maleuforia. Ambientato nella Napoli degli anni Ottanta, il libro trae ispirazione dalla vivida rappresentazione della città offerta da autori come Peppe Lanzetta e Patroni Griffi, restituendo una Napoli nostalgica che oggi non esiste più.

Il termine “maleuforia”, al centro del romanzo, evoca un sentimento complesso, una sorta di malinconia ricercata che si radica profondamente nell’animo dei personaggi. La storia segue Raffaele, un personaggio che affronta il delicato tema della transizione di genere in un’epoca in cui tali tematiche erano ancora più tabù di quanto lo siano oggi. D’Addetta, pur non essendo napoletana di nascita, ha condotto un’approfondita ricerca accademica e sociale per dare voce a queste esperienze, sperando che il suo libro possa offrire spunti di riflessione sui pregiudizi e le difficoltà vissute da chi intraprende questo percorso. Un romanzo intenso, che invita alla riflessione e al dialogo.

Deborah D’Addetta, nata nel 1986, è un’autrice e editor di origini pugliesi, ma napoletana d’adozione. Con una laurea in Lingue Orientali e una specializzazione in Conservazione dei Beni Culturali, entrambe conseguite a Napoli, D’Addetta ha sviluppato una profonda passione per la scrittura e la fotografia. Collabora con diverse riviste letterarie e culturali, tra cui Critica Letteraria e Italy Segreta, e fa parte del collettivo di Spaghetti Writers. Il suo romanzo d’esordio, Maleuforia, pubblicato da Giulio Perrone Editore nel maggio 2024, esplora tematiche complesse come la transizione di genere e le sfumature della nostalgia. Oltre alla scrittura, D’Addetta si dedica anche alla fotografia analogica, un mezzo che utilizza per catturare l’essenza dei luoghi e delle emozioni che esplora nei suoi viaggi​

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