Libri: il caso Moro tra verità e trama cinematografica

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“Quel che resta del caso Moro”: questo titolo evoca un passato carico di misteri e tensioni, un capitolo oscuro nella storia italiana. Stefania Limiti, con il suo libro inchiesta edito da Interlinea, ci invita a esplorare nuovamente quegli eventi che hanno segnato profondamente la Repubblica.

Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, fu rapito nel 1978 dalle Brigate Rosse. Quell’uccisione, un “trauma nazionale”, ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva. Tuttavia, nonostante il trascorrere di quasi cinquant’anni, la comprensione di quei giorni sembra ancora sfuggirci. Continuiamo a percepirli attraverso una trama cinematografica che stimola la nostra immaginazione, ma forse non ci permette di afferrare appieno la storia.

L’autrice sottolinea come le opere cinematografiche di Marco Bellocchio, come “Effetto notte” (2022) e “Buongiorno, notte” (2013), abbiano quasi preso il posto delle sintesi razionali delle diverse fonti conoscitive. Ma cosa è rimasto celato? Cosa è stato manipolato nel racconto di quegli eventi da parte dei protagonisti?

Stefania Limiti si muove tra le carte giudiziarie e oltre, cercando di svelare gli aspetti sconosciuti di questa vicenda. Le Brigate Rosse, il gruppo dei sequestratori e la Democrazia Cristiana, il partito-Stato di cui Moro era presidente al momento del rapimento, sono al centro dell’indagine. Le radici sociali, le forze e le interferenze che hanno portato al tragico epilogo sono scrutate con attenzione.

“Esterno notte”, l’ultimo film di Marco Bellocchio su Aldo Moro, ha acceso nuovamente la discussione riguardo alla discrepanza tra l’opera biografica e la storia vera. Attraverso i verbali dei processi e le testimonianze dei protagonisti, Stefania Limiti ci invita a riflettere sulla persistente oscurità che avvolge la verità di quegli eventi, a distanza di così tanti anni.