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«GENERAZIONE PUTIN. Pagine dal 24 febbraio»: riflessioni contemporanee di russisti

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24 febbraio 2022. In Italia sono le 4 del mattino. Putin annuncia un’”operazione militare speciale” nell’Ucraina orientale il cui scopo prioritario è quello di garantire la sicurezza dei cittadini russi. Con una velocità straordinaria, la dichiarazione è seguita da attacchi aerei e missilistici verso gli obiettivi strategici. Nel nostro Paese sono le 6 quando le forze di terra russe mettono piede in Ucraina. 

“Chiunque provi a interferire deve sapere che la nostra risposta sarà immediata e porterà a conseguenze mai sperimentate nella storia”. Il Presidente della Federazione russa inizia quella che sembra una serie infinita di minacce nei confronti dei Paesi che pensano di opporsi e di aiutare lo Stato del Presidente Zelensky. Cominciano in Europa le manifestazioni Pro-Ucraina e le sanzioni verso il Cremlino, ma non solo. 

L’insieme di paura e disprezzo verso le operazioni militari fa perdere ad alcune persone la razionalità, dando vita ad una vera e propria russofobia. La condanna dell’invasione ha raggiunto spesso conclusioni illogiche verso intellettuali, sportivi e figure pubbliche di origine russa: a febbraio viene annullata la mostra del fotografo Aleksander Gronsky; a marzo viene cancellato, salvo poi ripensarci, un corso su Dostoevskij all’Università Bicocca di Milano; in alcuni bar vengono addirittura “derussificati” i nomi dei cocktail.

Ma la Russia non è solo guerra. Russia è anche la bellezza dei colori della Piazza Rossa di Mosca, dei palazzi e dei negozi storici lungo la Prospettiva Nevskij a San Pietroburgo. 

Russia è anche una cultura straordinaria studiata in tutto il mondo da centinaia di anni. Proprio per questo il Festival letterario “Pagine di Russia” promuove i grandi temi della letteratura e dell’arte russi del passato, ponendoli a confronto con il presente.

In GENERAZIONE PUTIN. Pagine dal 24 febbraio pubblicato a settembre 2022 dalla Stilo Editrice, proprio nella collana “Pagine di Russia”, vengono esposti i pensieri di sedici russisti italiani che si sono formati, quasi tutti, negli ultimi venti anni e dunque nella Russia post-sovietica: Stefano Aloe, Marco Caratozzolo, Guido Carpi, Alessandro Cifariello, Claudia Criveller, Giulia De Florio, Donatella Di Leo, Giuseppina Giuliano, Simone Guagnelli, Andrea Gullotta, Giulia Marcucci, Massimo Maurizio, Claudia Olivieri, Laura Piccolo, Bianca Sulpasso e Massimo Tria.

Curato da Simone Guagnelli, ricercatore di Slavistica e fondatore, insieme ad Alessandro Catalano, della rivista internazionale di culture slave «eSamizdat», il libro raccoglie una serie di saggi che non sono finalizzati né a indagare sulle cause della guerra né a fornire interpretazioni politiche. Si tratta di semplici e sincere riflessioni soggettive e spontanee di studiosi riguardanti un tema e una cultura delle quali sono affascinati ma che in questo preciso periodo storico sembrano essere messe sotto una grande luce negativa.

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