“Per non scomparire” in un desiderio incontenibile

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SCRITTURAPURA approda negli scaffali delle librerie con Per non scomparire, il romanzo di Chiara Laudani, sceneggiatrice de Il giovane Montalbano e Tutti pazzi per Freud. Al passo con la contemporaneità, la storia di Anna e della giovanissima nipote Fulvia si snoda tra l’Italia e Hong Kong: un desiderio di maternità a cui il corpo non sa quasi più rispondere, dilemmi in cui i rapporti familiari e d’amicizia si colorano più sfaccettati e complessi.

Anna, single, 43 anni. Immersa nella freneticità di Roma, nella sua vita colma di impegni scrive sit-com. Tutto però, ruota attorno ad un desiderio, forte che vorrebbe pulsare: diventare madre. Già oltre la fatidica soglia dei quaranta, il test di fertilità parla chiaro: l’unica strada è la fecondazione assistita.

Chiara Laudani è nata a Cagliari e ha vissuto a Torino dove, prima di trasferirsi a Roma, ha frequentato la Scuola Holden.Sceneggiatrice, ha vinto il Premio Solinas, il Festival Corto in Bra e il Premio Medusa distribuzione. Tra le sue sceneggiature: Il giovane MontalbanoTutti pazzi per FreudLe indagini di Lolita LoboscoCarla. Insegna presso il Centro sperimentale di cinematografia di Roma, la Scuola Holden di Torino e la Anica-Netflix Academy. Come script consultant, collabora con Torino Film Lab, Biennale di Venezia e Les Alpes Film Lab di Annecy.

Con l’“utero fissazione” Anna si lascia prendere la mano. Vuole un figlio con tutta se stessa, quindi accetta lo sperma di un donatore, ma non l’ovocita di una sconosciuta: qualcosa che si leghi a lei e che abbia a che fare con la sua famiglia ci deve essere. L’unica donatrice possibile? Flavia, la nipote di Fulvia, figlia di sua sorella Lucia che ha solo 17 anni e sta finendo la High School a Hong Kong. Con quella sensazione di solitudine, così lontana da casa, è alla ricerca di un’amica…

“Ovocita, ovocita, ovocita.
Ripeto nella testa la parola all’infinito.
Ovocita, ovocita, ovocita.
Un uovo. Zia Anna vuole un mio uovo per avere un figlio.
Accendo l’ipad e ripasso la dinamica
del concepimento e della fecondazione.
Non immaginavo che zia volesse un figlio:
lei è sola, indipendente, una seconda madre.
Però, da quello che leggo, manca comunque
Qualcosa, dato che zia non ha un uomo.
Quindi lo sperma sarebbe di uno sconosciuto
e l’uovo sarebbe il mio.
Di colpo spengo l’ipad. E aspetto”

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