Il Fumetto nel fondo cultura del decreto rilancio, cosa propone

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Il Fondo Cultura del Decreto Rilancio promulgato dal Governo Conte e presentato in conferenza stampa dal Ministro dei Beni e le Attività Culturali e Turismo Dario Franceschini prevede un fondo iniziale per il settore culturale finalizzato – come si può leggere sul sito del MiBACT– «Viene istituito con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro per il biennio 2020-2021 il Fondo Cultura, finalizzato a promuovere investimenti in favore del patrimonio culturale materiale e immateriale e aperto alla partecipazione di soggetti privati. L’istruttoria e la gestione delle operazioni vedrà coinvolta Cassa Depositi e Prestiti, mentre una quota del fondo potrà essere gestito dall’Istituto per il Credito Sportivo a garanzia di contributi in conto interessi e mutui per interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale».

Quindi per librerie, editoria, musei e altri istituti e luoghi della cultura sarà utilizzata questa liquidità. Tramite il credito d’imposta per il cinema e gli audiovisivi sarà adottato il cosiddetto “Netflix della cultura” finanziato, come riportato, dalla Cassa Depositi e Prestiti. Il fondo spettacolo sarà erogato in anticipo all’80% rispetto all’importo 2019 e sarà destinato alle fondazioni lirico-sinfoniche.

Da tutto ciò è escluso il settore del fumetto e per la prima volta i Festival del Fumetto si uniscono per chiedere al Governo l’adozione di misure straordinarie a sostegno assenti dal Fondo Cultura.Il fumetto è anch’esso sinonimo di cultura e di editoria, industria, imprenditorialità, creatività, artigianalità, professionalità e filiera. I più importanti Festival dedicati alla nona arte uniscono le loro forze con l’obiettivo di far riconoscere il valore dei fumetti e di tutto il mondo che vi gravita attorno per promuovere il linguaggio fumettistico e grafico con le Istituzioni.

L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 e la conseguente messa in crisi di tutti i settori economici e produttivi della Nazione e i Festival e le manifestazioni per evitare gli assembramenti sono per ora sospesi.

Le perdite economiche subite dal Festival del fumetto italiano nel 2020 sono evidenti. Le manifestazioni più importanti d’Italia richiedono misure urgenti, puntuali, dedicate. Le azioni da concretizzare dovrebbero continuare l’impatto dell’emergenza sanitaria su una filiera apparentemente “invisibile” che contribuisce allo sviluppo sui territori e continua a darne lustro.

Nel panorama dell’industria culturale dell’Italia ed internazionale delle arti visive che vengono citate esplicitamente nel testo che riguarda il Fondo Cultura del Decreto Rilancio il fumetto non è menzionato.

L’appello è sottoscritto da 23 manifestazioni di respiro nazionale ed internazionale che attirano un pubblico eterogeneo di oltre un milione di persone con un introito e ricaduta intorno ai 300 milioni di euro.

Perciò i Festival del fumetto non sono solo assimilabili alle fiere ed eventi collaterali: sono vere e proprie piattaforme culturali in grado di attivare energia creative, aggregatori di operatori commerciali e pubblico variegato ed eterogeneo e trasversale: famiglie, studenti, ragazzi, appassionati, turisti. Sono peraltro soggetti essenziali allo sviluppo socio-economico delle città, delle regioni e dell’intero sistema dell’industria culturale in Italia.

Trascurarli significherebbe vanificare investimenti pluriennali, annientare i risultati raggiunti sino ad oggi e danneggiare irreversibilmente una filiera produttiva, con il rischio di impoverire uno degli assetcreativi che contraddistinguono l’Italia. Un patrimonio di manifestazioni al servizio della valorizzazione di un linguaggio e di un settore produttivo di cui la penisola è da tempo uno dei leader mondiali, e primo produttore europeo per numero di titoli all’anno. Un patrimonio festivaliero che intende riaffermare la propria capacità di guardare avanti, sollecitando le Istituzioni a difenderla e sostenerla nella fase di complessa ricostruzione che attende tutta la filiera.

 

Di Franco Brogioli

 

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