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25 aprile, un memoriale nella Fortaleza di Peniche

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Il 25 aprile è una ricorrenza che, per eventi storici diversi, accomuna Italia e Portogallo, anche se in questo paese sull’Atlantico non ci sono polemiche, come in Italia, su questa festa. Il 25 aprile portoghese, il giorno della Rivoluzione dei Garofani, si festeggia in tutto il Paese in modi diversi, ma ha una sapore particolare in certi luoghi, come la Fortaleza di Peniche, un’antichissima fortezza lungamente e tristemente adibita a carcere per prigionieri politici durante la dittatura di Salazar.

In una intervista a Lina Santos e Sofia Fonseca, sul Diario de Noticias, José Pedro Soares, membro dell’Unione Antifascista Resistente Portoghese (Urap) e uno dei 50 ad oggi sopravvissuti tra i 2510 prigionieri del forte, ricorda quei giorni della Liberazione il 25 aprile di 45 anni fa e spiega – attraversando i corridoi delle celle  – il significato del nuovo museo della Resistenza che nasce proprio  tra le mura che, tra le polemiche, avrebbero dovuto ospitare un hotel.

A Peniche, la fortezza a forma di stella dove erano richiusi gli antifascisti, era stata costruita, su disposizione di D. João IV, nel XVII secolo e formava, insieme al forte di Praia da Consolação e de São João Baptista, un importante complesso militare contro gli invasori che giungevano dal mare. Il forte di Peniche, trasformato in carcere per prigionieri politici all’epoca dell’Estado Novo (1933-1947), fu teatro, tra l’altro, nel 1960, di una delle più straordinarie evasioni del XX secolo in Portogallo. Dalla prigione fuggì infatti un gruppo di prigionieri politici, tra i quali il dirigente comunista Álvaro Cunhal.

José Pedro Soares  (la foto e le altre del servizio sul DN sono di © Leonardo Negrão / Global Images) fa parte della Commissione Contenuti e Museologia Presentazione (WCCAC) del Museo Nazionale della Resistenza e della libertà, che riunisce storici ed ex prigionieri politici che dovrà disegnare la scenografia del nuovo museo dove sarà installata, all’ingresso, un placca-memoriale con i 2.510 nomi di coloro che vi sono stati tenuti prigionieri. La grande placca del memoriale, attualmente in lavorazione,  sarà lunga 21 metri e alta 4 metri e pesa circa 40 tonnellate, come riferisce oggi l’emittente TSF.

Attualmente nella Fortaleza c’è una esposizione intitolata, Por Teu Livre Pensamento, il titolo del primo verso del Fado di Peniche di Alain Oulman e David Mourão Ferreira, caro anche ad Amalia Rodiguez.

José Pedro e altri resistenti in queste settimane sono immersi nella documentazione dell’Archivio storico nazionale. “I lavori sono in corso e continueranno anche dopo l’inaugurazione di questa settimana”, dice il Direttore Generale dei Beni Culturali, Paula Silva, al Diario de Noticias.

E Jose Pedro oggi ripercorre corridoi e celle dell’edificio giallo, la Fortaleza appunto, che gli erano familiari. I brutti ricordi tornano. “Sono entrato ammanettato e dopo il 25 aprile  e “siamo usciti tutti dalla grande porta, con tutta la gente che ci salutava con immensa gioia: è stato spettacolare qui il 25 aprile”. “Quando ce ne siamo andati la gente ha cantato e applaudito”.

Il 25 Aprile – ricorda Pedro – ero in una una cella al terzo piano della Rocca Peniche. “Ho cercato di parlare con il capo delle guardie e ci  hanno detto mantenere la calma. Non avevano molte informazioni. Solo il 26 è venuto un altro comando militare con l’ordine di liberarci. C’erano formalità da espletare. Ma alla fine, tra il 26 e il 27 siamo stati liberati tutti”.

(Sulla ricorrenza del 25 aprile abbiamo già scritto in un precedente articolo).

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