Come cambia l’industria cinematografica,  il futuro del cinema dopo il Covid-19

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Si parla molto del cinema in questi giorni in cui la crisi del Virus ha bloccato, con enormi danni economici e lavoratori a richio, l’industria cinematografica italiana. Abbiamo però voluto scoprire come stanno le cose nel pianeta della cinematografia mondiale, Hollywood, intervistando il produttore, regista e direttore della fotografia Elias Acosta nei suoi uffici di Vista Film International di San Diego.

D – In Italia il Covid-19 ha creato molte difficoltà. Le produzioni cinematografiche se vogliono iniziare dovranno farlo con una serie di regole che sono molto difficili da implementare. Ad esempio: la distanza tra gli attori, la troupe che deve sempre indossare mascherine, la sanificazione delle locations, ecc. Cosa succede negli Stati Uniti?
R - Abbiamo appena ricevuto i nuovi parametri per riavviare l'industria cinematografica. Le regole sono molto rigorose e per questo i produttori non hanno voluto iniziare a produrre. Molte società hanno deciso di aspettare che la stessa normativa diventi più flessibile e pratica per gli addetti ai lavori.
D – Come si sta organizzando l’industria di Hollywood per il dopo Covid?
R – Abbiamo appena iniziato a confrontarci con la realtà dei tanti limiti, come ad esempio il numero ridotto  della troupe sul set.  Il problema più grande è la garanzia che nessuno venga infettato durante le riprese, quindi entrano in vigore molti negoziati di natura legale. Gli assicuratori cinematografici hanno messo in atto dei contratti per fornire loro un'assicurazione sulla produzione. Questo è solo un esempio perché senza l'assicurazione sanitaria non è possibile filmare.
Il governo vuole far ripartire il cinema in USA con molta cautela. Attualmente la situazione è molto incerta e questo apre nuovi orizzonti per la produzione e la distribuzione di film.

D – Quando parliamo di cinema virtuale, in Italia, immaginiamo una produzione con costi molto elevati, come il film “Avatar” di James Cameron. È davvero così?

R - E' giunto il momento di accettare questo formato che sta dando grande impulso e le ragioni sono le seguenti: 
a)  è obiettivamente molto economico lavorare in una unica location che è lo studio virtuale, oltre alle ragioni di sicuerzza (si evitano spostamenti di uomini  e mezzi da una location ad un'altra). La troupe è di numero inferiore e molto specializzata. Chiaramente appare inizialmente più complesso poiché basato  sulla tecnologia virtuale. In passato, solo i grandi di Hollywood avevano accesso a piattaforme super costose e specializzate ed era impossibile per un produttore indipendente realizzare qualunque progetto in tal senso. Adesso non è più così. Ora possiamo avere accesso alla stessa tecnologia e creare progetti di alto livello con costi molto più bassi
b) Unreal Engine: con l'ingresso nel mercato dei programmi di authoring per videogiochi, il modo di fare cinema è stato rivoluzionato e lo sarà sempre di più da ora in poi. La conferma  è, ad esempio, una  grande serie TV come "MANDALORIAN" (una serie Disney basata su Star Wars). Con pochissime risorse puoi avere un buono Studio Virtuale in cui puoi fare Mix Reality combinando attori reali con set virtuali ma con una qualità estrema che rende quasi impossibile distinguere cosa sia reale e cosa virtuale, con  costi molto bassi, molto inferiori alle grandi produzioni del passato.
 
D – Possiamo pensare di organizzare la produzione di un buon film con una troupe molto ridotta in un piccolo studio dotato del software giusto e con budget molto più bassi?
R – Con l’accesso a photoscan ora possiamo avere virtualmente set da tutto il mondo. Il problema in realtà è sempre lo stesso, cioè se il racconto, la sceneggiatura, non sono buoni, il film non sarà buono. Il fatto di avere una buona storia continua ad essere il fattore principale.
 
D – Saranno maggiormente penalizzate le Major o le produzioni indipendenti?
R - Le produzioni indipendenti hanno ora l'opportunità di creare buoni prodotti e con un'ottima possibilità di essere distribuiti poiché le piattaforme basate sulla distribuzione via Stream hanno bisogno di tanto buon materiale.
 

D – Se nel cinema virtuale si possono creare avatar umanoidi perfetti, non c’è il rischio che i veri attori alla fine scompaiano?

R – Attori reali VS. Attori virtuali? Ci sarà sempre spazio per entrambi. Tutto dipende dalla qualità del progetto cinematografico. Ci stiamo avvicinando a un mondo pieno di nuove applicazioni con la tecnologia DEEP LEARNING che è già una realtà. Un esempio di questo è DEEPFAKE la sostituzione di volti in un attore o personaggio. Una volta perfezionata questa tecnologia, passiamo a un’altra modalità di lavoro in cui, su licenza, possiamo usare il volto di un attore famoso.


D – Ci saranno nuove figure professionali nel cinema virtuale?
R - Con il cinema virtuale non ci sono limiti. In realtà, per quello che riguarda gli attori, non è più un requisito avere volti noti, ma è importante tenere presente che il pubblico vuole ancora vedere i suoi attori preferiti. Ciò che è accaduto con questo straordinario evento mondiale del Virus è stato quello di fare spazio alla tecnologia virtuale come soluzione e salvezza per l'industria dell'intrattenimento. Il futuro è super interessante ed è per questo che ci stiamo preparando per una nuova fase del cinema in tutto il mondo. Quindi sicuramente le professioni legate ai softweare all'utilizzo delle tecnologie avranno certamente molti spazi.
Abbiamo rivolto l’ultima domanda ad un grande direttore della fotografia e creatore di effetti speciali che ha lavorato con George Lucas in Guerre Stellari, Bruce Logan.

D – Mister Logan è possibile secondo lei che anche qui in Italia si inizi ad investire nel cinema virtuale e fare film seguendo la strategia dell’industria americana?
R - Abbiamo raggiunto un momento di grande aspettative. Per molto tempo abbiamo cercato di lavorare in un ambiente misto o totalmente virtuale; oggi il Virtual Cinematography è una realtà che arriverà col tempo ovunque. Magari oggi potrebbe spaventare qualcuno perchè si ha puara  di abituarci a questa nuova esperienza. Ci sarà quindi molta resistenza, ma succede sempre quando i parametri tradizionali vengono sconvolti. Stiamo nel pieno di una rivoluzione a vari livelli. Sono molti i cambiamenti, nel cinema e nell'intrattenimento ce ne saranno molti e la cinematografia virtuale è qui per restare. Si tratta di accettarlo

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