Sea Fever del regista Neasa Hardiman presentato a Trieste

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Un altro film già ampiamente recensito e che tuttavia sul programma del festival ci viene proposto come in anteprima europea. Un thriller di fanta-biologia, se così si può definire e neppure troppo horror, come vorrebbero presentarcelo. In “Sea Fever” fa da padrona la scienza intesa come zoologia, il plot è tra i più semplici possibili e non introduce nulla di così geniale: un essere marino non ben identificato attacca un peschereccio irlandese piuttosto malandato, uccidendo gran parte dell’equipaggio. Uno spiraglio di novità è che – Greta Thunberg docet – il mostro assassino in realtà una bella e misteriosa creatura emersa dalle profondità degli abissi e se si comporta così male con il genere umano non è colpa sua ma siamo noi che siamo andati a disturbarla. Concetto non lontano da quello espresso nei vari Jurassik Park.

Diciamo che questo eco-thriller fa scivolare il suo messaggio ambientale unitamente all’ammonimento che disobbedire alla Guardia Costiera e alle più elementari leggi del mare può portare spesso a grossi guai. Una di quest e leggi, per gli irlandesi, è in realtà una vera e propria superstizione: a bordo non devono salire donne dai capelli rossi altrimenti ciao ciao alla navigazione tranquilla. Non vi dico lo sgomento dell’equipaggio dell’arrugginito peschereccio nel ritrovarsi a bordo la fulva chioma di una giovane biologa marina, Siobhan (Hermione Corfield, la protagonosta) che li accompagna nella pesca su incarico della propria università, al fine di fotog rafare il pescato per studiare eventuali “anomalie” della fauna marina. Nonostante, poverina, faccia del suo meglio per rimanere il più possibile defilata, il personale a bordo non gliele manda a dire sul fatto di ritenerla una iettatrice.

Invece scopriremo presto che non è la sfortuna bensì l’irresponsabilità del comandante a cacciare tutti loro in un vero pasticcio: all’insaputa del resto dell’equipaggio, tra cui anche la moglie Freya (Connie Nielsen), il capitano Gerard (Dougray Scott) conduce deliberatamente la barca in una zona designata dalle autorità come off-limits per ragioni sconosciute. Chi è a bordo si accorge, infatti, che qualcosa non va quando la vecchia imbarcazione subisce un’apparente collisione con qualcosa che inizialmente si presume siano cirripedi peduncolati di spropositate dimensioni. Questo “qualcosa” attacca i suoi tentacoli allo scafo, secernendo una sostanza gelatinosa e bluastra che inizia a filtrare al suo interno direttamente attraverso il legno. Offrendosi di immergersi per tentare di allontanarli, Siobhan scopre quello che in realtà s ta accadendo: una strana creatura luminescente dai lunghi e potenti tentacoli sta bloccando il peschereccio. Qualcuno poi si accorge che non lontano c’è un’altra nave; in qualche modo la raggiungono ma trovano che il suo equipaggio, chissà quando, è andato incontro ad una fine spiacevole. I nostri protagonisti si rendono presto conto di essere tutti a rischio di contaminazione per una qualche sconosciuta infezione da parte di parassiti che ricordano la forma degli spermatozoi, infiltratisi nei tubi nell’approvvigionamento idrico del peschereccio –corrodendo tutti i vari filtri – e che riescono a penetrare nelle ferite di chi si fa male o anche semplicemente facendosi la doccia.

Non continuo nel racconto per non rovinare quel minimo di suspense, dico solamente che da questo punto in poi a tutti appare sempre più improbabile poter ritoccare terra sani e salvi.

Come ho detto, “Sea Fever” rimanda a numerosi altri thriller fantasy senza offrirci granché di più. I dialoghi comunque sono intelligenti, la caratterizzazione dei personaggi interessante e la fotografia rende bene l’ambiente claustrofobico in cui quasi tutto si svolge. Nonostante qualche litro di sangue ed un paio di scene raccapriccianti, non c’è nulla di terribilmente spaventoso nell’entità del coccolato predatore. Uscendo dalla sala continuo a pormi le domande se si fosse trattato di un’anomalia biologica o di una creatura extraterrestre che abitava i nostri abissi. La sceneggiatura, forse volutamente, ci lascia a bocca asciutta nel darci una risposta definitiva.

 

Sea Fever

Regia: Neasa Hardiman

Con: Hermione Corfield, Dougray Scott, Connie Nielsen, Ardalan Esmaili, Olwen Fouere, Jack Hickey, Elie Bouakaze.

Irlanda, Svezia, USA, U.K., Belgio (2019) – 91′

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