“Gli anni amari” esce in sala il film che ripercorre la vita di Mario Mieli e delle sue battaglie

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Il film ripercorre la vita e i luoghi di Mario Mieli, tra i fondatori del movimento omosessuale nostrano nei primi anni 70. Nato nel 1952 a Milano e morto suicida nel 1983, prima dei trentun anni, Mario fu attivista, intellettuale, scrittore, performer, provocatore, ma soprattutto pensatore e innovatore dimenticato. Figlio di genitori benestanti e penultimo di sette figli, vive una vita intera in un rapporto complicato con il padre Walter e la madre Liderica.

La pellicola ne segue i passi a partire dall’adolescenza al liceo classico Giuseppe Parini di Milano. La gioventù e la vita notturna sfrenata, quando ancora omosessualità era sinonimo di disturbo mentale. Il viaggio a Londra e l’incontro fondamentale con l’attivismo inglese del Gay Liberation Front.

Il ritorno in patria e l’adesione al “Fuori!”, prima associazione del movimento di liberazione omosessuale italiano- La fondazione dei “Collettivi Omosessuali Milanesi” e la pubblicazione del saggio Elementi di critica omosessuale. La popolarità mediatica ma anche le turbe mentali.

Mario è protagonista assoluto, attorno al quale gravitano nomi e volti di amici e compagni che, con lui, hanno contribuito a cambiare la storia: Corrado Levi (architetto, docente, artista), Piero Fassoni (pittore), Ivan Cattaneo (cantante), Angelo Pezzana (fondatore del primo movimento omosessuale italiano, il “Fuori!”), Fernanda Pivano (scrittrice e traduttrice), Milo De Angelis (poeta), Francesco Siniscalchi (massone che denunciò Licio Gelli e la P2). Fino all’intensa e sofferta storia d’amore con il giovanissimo Umberto Pasti, futuro scrittore.

Andrea Adriatico (L’Aquila, 1966) è regista teatrale e cinematografico, giornalista professionista, architetto ed è stato docente alla sezione cinema del Dams di Bologna. Da anni lavora nel teatro, qualificandosi tra i registi teatrali più singolari della generazione degli anni ‘90. A Bologna ha fondato nel 1993 il Centro Internazionale Teatri di Vita.

Tra il 2000 e il 2002 crea tre cortometraggi: ANARCHIE (2002), L’AUTO DEL SILENZIO (2002) e PUGNI E SU DI ME SI CHIUDE UN CIELO (2002), quest’ultimo presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e in seguito in numerosi altri festival italiani e stranieri, dove si aggiudica diversi premi. Nel 2004 firma il suo primo lungometraggio IL VENTO, DI SERA, invitato al Festival del Cinema di Berlino, successivamente ospite di oltre venti festival internazionali in tutto il mondo e vincitore del “Roseto Opera Prima Film Festival”. Il suo secondo film, ALL’AMORE ASSENTE, presentato nel 2007 al London International Film Festival, vince il “Premio Speciale della Giuria” al Festival Annecy Cinéma Italien. Nel 2010 firma, insieme a Giulio Maria Corbelli, la regia del documentario +o- IL SESSO CONFUSO, RACCONTI DI MONDI NELL’ERA AIDS, che fa il punto della situazione sulla pandemia che ha travolto il nostro secolo (“Premio Internazionale Emilio Lopez” a Pescara e “Miglior film documentario” al Mix di Milano). Il suo ultimo docufilm è TORRI, CHECCHE E TORTELLINI, presentato al Torino Gay&Lesbian Film Festival.

Non solo le immagini riportano lo spettatore indietro nel tempo ma anche la fantastica colonna sonora che con sonorità  più o meno conosciute, degli anni 70  accompagnano la vita del protagonista attraversando molti generi esemplari di quell’epoca.

Le prime scene del giovanissimo Mario Mieli sono accompagnate da ABRACADABRA (1969), che ci introduce con la voce di Sylvie Vartan in un’atmosfera scanzonata e frizzante, e da IL PRIMO GIORNO DI PRIMAVERA (1969) dei Dik Dik, che unisce il testo di Mogol e Minellono alla musica di Mario Lavezzi sostenuta dalla famosa introduzione dell’organo Hammond. Con NON MI ROMPETE (1973) del Banco del Mutuo Soccorso entriamo in pieno negli anni 70 più sperimentali. Al rock progressivo del gruppo romano si affianca quello più irriverente del lombardo Ivan Cattaneo, che nel film – dove è presente anche come personaggio – compare con due suoi brani: POLISEX e DARLING (1975), quest’ultimo con il testo scritto proprio da Mario Mieli. Ma gli anni 70 non sono solo sperimentazione. Trionfa il pop, che nel film ha la voce di Raffaella Carrà che canta una delle sue maggiori hit, RUMORE (1974), e di Paolo Frescura con la romantica BELLA DENTRO (1975). Chiude la carrellata – e chiude il film – la voce di uno degli artisti più originali e marginali, il primo sperimentatore di musica elettronica, Faust’O, che irrompe con la martellante PICCOLE ANIME (1980) a chiudere il decennio delle tante musiche e della vita di Mario Mieli.

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