la geografia della scoperta

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ITALIA

Da Nord a Sud alla scoperta delle meraviglie del Bel Paese.

Talamone: Un Gioiello Storico e Paesaggistico della Toscana

in BORGHI/ITALIA by

Situato lungo la splendida costa toscana, nel cuore del Parco Regionale della Maremma, Talamone è un borgo che, pur piccolo, vanta una storia millenaria e paesaggi mozzafiato. Dalle sue antiche origini etrusche alle epiche vicende del Risorgimento italiano, questo affascinante villaggio offre una combinazione unica di bellezze naturali e significative testimonianze storiche.

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Castelli Aperti FVG: 21 manieri da scoprire in Friuli Venezia Giulia

in EVENTI/ITALIA/Senza categoria by

Il 5 e 6 ottobre torna uno degli eventi più attesi in Friuli Venezia Giulia: Castelli Aperti FVG, un’opportunità unica per esplorare alcuni dei più affascinanti manieri e dimore storiche della regione. Questa edizione autunnale coinvolge ben 21 castelli, tra privati e pubblici, distribuiti su tutto il territorio, dalla costa alle colline, che aprono eccezionalmente le loro porte per accogliere i visitatori curiosi di immergersi nella storia e nella bellezza architettonica del Friuli Venezia Giulia.

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Val di Sole pronta ad accogliere gli sciatori

in ITALIA/TURISMO by

Piste preparate con meticolosa attenzione e servizi innovativi: ecco come le ski aree della valle solandra sono pronte ad accogliere gli appassionati della neve. Dal 2 dicembre via alla nuova stagione a Folgarida-Marilleva e Pejo 3000. A Pontedilegno-Tonale si potrà sciare sul Ghiacciaio Presena e al Passo Tonale in attesa dell’inaugurazione ufficiale di sabato 9 con il “Winter Opening Party”.

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L’Avvento più magico di sempre è in Alto Adige

in ITALIA by

Attraversare la Foresta Incantata o percorrere il suggestivo Sentiero Illuminato: il magico periodo dell’Avvento nell’area vacanze Valle Aurina. Nel periodo natalizio la Valle Aurina si trasforma in un luogo fatato che offre esperienze indimenticabili: dalla Foresta Incantata che porta alla Cascata Illuminata di Riva a Campo Tures, al Sentiero Illuminato di 3 km, fino a Lutago con l’incantevole paese diffuso dei presepi. Un’occasione per immergersi non solo nella cultura e nelle tradizioni dell’Alto Adige ma anche nei sapori di una gastronomia d’eccellenza come il Graukäse, un presidio slow food recentemente premiato al Gist Food Travel Award nella categoria “miglior evento enogastronomico Italia 2023”.

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Dolomiti d’Autunno: a San Martino di Castrozza il gusto delle Terre Alte

in ITALIA/TURISMO by


Dal 16 settembre al 29 ottobre in programma sette esperienze uniche per un autunno magico nei rifugi al cospetto delle Dolomiti

“Sono pietre o sono nuvole? Sono vere oppure è un sogno?” così scriveva Dino Buzzati raccontando delle Pale di San Martino. Una cornice che lascia sempre a bocca aperta, terra di conquista dei più grandi alpinisti e palestra a cielo aperto di appassionati di trekking e arrampicata.

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Autunno in Alta Val Venosta: tra il lago di Resia e lo Stelvio

in ITALIA/TURISMO by

Autunno in Alta Val Venosta: tra il lago di Resia e lo Stelvio, l’hotel Garberhof è il punto di partenza ideale per esplorare le meraviglie della natura in Alto Adige.

Circondato da frutteti e vigneti, l’hotel Garberhof di Malles Venosta è il luogo ideale per gli amanti della vacanza attiva: tra un’escursione sul monte Watles, un giro in bici nel Parco nazionale dello Stelvio e il kitesurfing al lago di Resia, sono tante le attività proposte dalle guide esperte dell’hotel per scoprire gli incantevoli paesaggi delle vette alpine al confine con Austria e Svizzera.

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Vacanza a cinque stelle sul Lago di Garda

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Una vacanza a cinque stelle presso il Quellenhof Luxury Resort Lazise sul Lago di Garda, destinazione ideale per vivere un periodo di relax per coppie con trattamenti wellness, sport, uscite in barca o in Vespa, cocktail e gite enologiche, ma anche per famiglie con saune e zone relax e per i più piccoli il mondo d’acqua nel grande giardino con gite ai parchi di divertimento e natura.

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Delphina hotels & resorts vince ai World Travel Awards come migliore gruppo alberghiero italiano.

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Riconferma per il Resort Valle dell’Erica eletto miglior green resort d’Europa e d’Italia. Premiata la strategia di sostenibilità. Premiato anche il Resort & SPA Le Dune di Badesi come miglior beach resort d’Italia. La catena simbolo dell’ospitalità a 5 e 4 stelle nel Nord Sardegna riconferma con la sua vittoria quattro importanti riconoscimenti agli “Oscar del turismo mondiale” 2021.

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Matera: da vergogna nazionale a gioiello dell’umanità, il patrimonio Unesco in uno scrigno di pietra

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Una fioritura di roccia pietrificata in una duplice identità: da una parte il Piano e la Civita con le loro chiese e palazzi signorili sei-settecenteschi, dall’altra i Sassi, con le case millenarie scavate nella roccia, una sintesi dove prevale la virtù del togliere all’edificare. Un’urbanistica corale quella di Matera, appollaiata sul ciglio di un orrido, il canyon da capogiro scavato dal torrente Gravina. Un paesaggio culturale che descrive l’interazione tra uomo e ambiente, dove ogni pietra ha un valore etico ed estetico. La Capitale Europea della Cultura 2019 e Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1993, è una realtà da vivere lentamente, entrando in simbiosi con i ritmi che l’hanno modellata nelle ere.

Sasso Caveoso, al centro la chiesa della Madonna dell’Idris

Matera si trova nella parte orientale della Basilicata e spunta quasi indistinta ai piedi del Parco della Murgia Materana, una città perfettamente adattata al territorio che la circonda, quasi mimetizzata. Un’attrattiva dell’inverosimile, un groviglio di sopravvivenza di scarna bellezza che la resero quasi invisibile per millenni. Quella che fu una strategia difensiva, oggi appare come un incantesimo, un panorama delle possibilità dalla bellezza proporzionale alla rivalsa: da “capitale dei contadini” a quella della “cultura”. Matera venne infatti definita agli inizi degli anni Cinquanta come “vergogna d’Italia” per la qualità della vita che si conduceva nelle case rupestri, dove si viveva di sussistenza e scarso igiene, uno scempio inconcepibile che arrancava mentre l’Italia correva veloce nel periodo del dopoguerra. Nei decenni Matera è stata capace di valorizzare l’unicità del suo paesaggio trasformando la vergogna in orgoglio e oggi si presenta al mondo come un gioiello in uno scrigno di pietra.

Carlo Levi scrisse: “Chiunque veda Matera non può non restarne colpito tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza”.

Il Piano e la Civita

Il nucleo urbano di Matera è formato da più zone, la parte moderna della città si trova sul Piano, una nota apparentemente stonata nell’armonia della città ma di importante valore strategico: lo svuotamento dei Sassi negli anni ’50 e ’60 richiese la costruzione di nuovi quartieri residenziali. Oggi il Piano non è che il continuum della storia millenaria di Matera. La Civita invece è l’area legata al “recente passato”, con un’impronta prevalentemente sei-settecentesca che segue la bizzarra morfologia del territorio: è da qui che ci si inerpica per le stradine bianche e tortuose che si addentrano nei Sassi e culminano sul ciglio della gravina che precipita verso l’omonimo torrente.

Belvedere di piazza Giovanni Pascoli su Sasso Caveoso, in cima il campanile del Duomo

L’identità di Matera è strettamente connessa ai quartieri dei Sassi, ma anche la zona della Civita si distingue per la sua eleganza: passeggiate per via Ridola e fate la prima tappa in piazza Pascoli dove ammirare uno dei belvedere più suggestivi sulla città. In piazza si trovano palazzo Lanfranchi, massima espressione architettonica della città seicentesca che fu istituto scolastico durante l’Unità d’Italia e proprio qui insegnò Giovanni Pascoli al suo primo incarico. A sinistra si trova la chiesa del Carmine del 1608, che oggi ospita eventi e mostre temporanee, e a destra, il Museo nazionale “Carlo Levi” d’arte medievale e moderna della Basilicata. Percorrete tutta via Ridola, chiusa da nobili edifici e chiese barocche, una delle vie più movimentate della città dove pullulano ristoranti, locali e negozi, sino arrivare a piazza San Francesco dove affaccia l’omonima chiesa. Da qui si biforcano due vie: a sinistra segue via del Corso sino a piazza Vittorio Veneto, dove si trovano i Sotterranei del Palombaro Lungo (un maxi ingegno per la raccolta delle acque piovane destinato al fabbisogno delle abitazioni con una profondità di 15 metri e una capacità di 3000 m q), verso destra, piazza Sedile e via Duomo che vi condurrà ad uno dei simboli della città, la maestosa Cattedrale. Il Duomo di Matera è dedicato alla Madonna della Bruna e a Sant’Eustachio, i protettori della città, ed è stato riaperto nel 2016 dopo 13 lunghi anni di restauro. La chiesa si trova nel punto più alto di Matera, il colle della Civitas, da dove veglia gli alveari tufacei dei Sassi. Venne eretta tra il 1230 e il 1270 nell’elegante e sobrio stile romanico pugliese nel quale spicca uno splendido rosone a 16 raggi che presenta l’immagine di San Michele Arcangelo. Nella fiancata destra si delinea con sobria raffinatezza la porta dei leoni, decorata con due fiere che sembrano sentinelle di questo luogo del credo.

Porta dei leoni, Duomo di Matera

Sotterranei del Palombaro Lungo

I Sassi

Matera è l’unico luogo al mondo dove gli abitanti possono dire di vivere nelle case dei loro avi, le stesse da 9.000 anni. Un record curioso che fa di questa città un patrimonio più unico che raro. L’antichissimo insediamento abitativo costruito nella roccia sul fianco del vallone Gravina è la zona più nota della città e si divide in due parti distinte che seguono le conche divise dallo sperone della Civita su cui sorge il Duomo: il Sasso Caveoso, il più antico, e il Sasso Barisano, il più recente, due realtà ipnotiche e troglodite scavate nel tufo, un’estetica della povertà ricchezza dell’umanità. Le abitazioni vennero realizzate senza particolari ingegnerie (a parte i sistemi di raccolta per l’acqua piovana), e dagli scavi svolti nel corso degli anni sono emerse un groviglio di cavità disposte in modo apparentemente caotico, il corrispettivo di dieci piani scavati gli uni sugli altri.

Un alveare di scarna bellezza: il tetto di una casa può essere una strada, una scalinata un giardino, così tanti altri incastri delle possibilità. Numerose sono le case dalla facciata costruita che celano una struttura interna completamente scavata nella roccia, altre come semplici e nude grotte. L’inestricabile groviglio interno rivelato dagli studi, appare come una ragnatela sassosa, una miriade di cristalli di tufo con un passato maleodorante dove gli uomini e gli animali vivevano a stretto contatto, gli effluvi di una realtà condivisa che indignarono l’opinione pubblica tanto da far promulgare un disegno di legge atto a favorire il risanamento e a delineare la soluzione del problema dei Sassi. Così si legge dai documenti storici: “Il 17 maggio 1952 lo Stato Italiano, per mano di De Gasperi e su suggerimento del ministro Colombo, con la “Legge Speciale per lo sfollamento dei Sassi di Matera” impose a due terzi degli abitanti della città, circa diciassettemila persone, di abbandonare le proprie case per trasferirsi nei nuovi rioni”. Oggi quello scempio si fa inestimabile tesoro, un carosello degli eventi che ha riscritto le sorti delle città decretandola come uno dei luoghi più straordinari del mondo.

Dedalo di case del Sasso Barisano

I Sassi sono un labirinto dove è impossibile perdersi poiché tutti i vicoli e vicoletti sbucano nel centro del Piano e della Civita che li divide. Sasso Caveoso si trova a sud, ed è il quartiere più antico dall’anima rupestre. Qui si trovano le caratteristiche case-grotta che testimoniano la vita di un passato troglodita prorogato sino alla metà del Novecento. Imperdibile è la Casa Grotta di Vico Solitario, dove è possibile visitare la ricostruzione di una tipica abitazione scavata nel tufo, con arredi, oggetti di uso quotidiano e attrezzi per il lavoro. Un’importante testimonianza per comprendere la vita di allora, scempio per gli standard moderni ma ricchezza di cultura e umanità.

Casa Grotta di Vico Solitario

A Sasso Caveoso si trova anche una delle più suggestive chiese rupestri di Matera, luoghi mistici scavati nella roccia mimetizzati nel tessuto urbano della città, la chiesa di Santa Maria de Idris scavata nel fianco del Monterrone, che deve il nome ad antiche cisterne per la raccolta delle acque. L’interno del complesso è collegato attraverso un piccolo corridoio alla chiesa di San Giovanni in Monterrone, un ambiente ipogeo completamente scavato nella roccia decorato con magnifici affreschi, alcuni risalenti al XI secolo. Gli altri luoghi del credo che permeano nell’identità del luogo sono la chiesa di San Pietro Caveoso, con una sobria facciata barocca che sorge sull’omonima piazza da dove ammirare un bellissimo scorcio sul Sasso e sulla Gravina, S. Lucia delle Malve, chiesa rupestre fondata intorno al Mille, e la chiesa rupestre di S. Barbara, una cripta del IX – X secolo. Da non perdere anche Casa Noha, primo bene FAI in Basilicata, antica dimora appartenuta all’estinta famiglia nobiliare Noha oggi centro di informazioni turistiche e documentazione.

In alto la chiesa di Santa Maria de Idris, nella parte bassa la piazza e la chiesa di San Pietro Caveoso

Sasso Barisano si trova a nord, ed è il rione più grande, le cui case oggi ospitano numerosi negozi, ristoranti, alberghi e b&b perfettamente inseriti nel tessuto urbano. In questa zona noterete degli edifici molto curati e diversi dall’edilizia scarna di Sasso Caveoso, una testimonianza del benessere diffuso degli abitanti che prediligevano questa parte di città. L’entrata al Sasso Barisano è segnata dal palazzo del Casale, e si prosegue per via Fiorentini, la strada che taglia in due il quartiere dove si affacciano diversi palazzi sei-settecenteschi e numerose attività commerciali. Anche in questa zona non mancano le realtà inattese come la chiesa di San Pietro Barisano, una delle meravigliose chiese rupestri di Matera. Una sorprendente rivelazione che si cela dietro la facciata in stile romanico – barocco: l’interno è completamente scavato nel tufo e conta sette altari, meravigliosi affreschi e la cripta con l’ossario. Per ammirare uno dei panorami più suggestivi di Sasso Barisano, tappa al belvedere della chiesa di S.Agostino, costruita nel 1591 dai ruderi di una chiesa rupestre, uno scorcio che si affaccia sulla gravina e sul groviglio di case vegliato dal maestoso Duomo.

Vicolo di Sasso Barisano

E’ bello addentrarsi nel labirinto dei Sassi, che sia Caveoso o Barisano, perdere la bussola per poi ritrovarla con il naso all’insù alla ricerca della Cattedrale, faro nel mare di tufo. Matera è da vivere a piedi ma se cercate un appiglio alla modernità motorizzata, tenete in considerazione la Strada dei Sassi, l’unica via percorribile in auto tra il dedalo di abitazioni. Comprende via Buozzi, Madonna delle Virtù e D’Addozio, un percorso tortuoso e suggestivo che offre panorami e scorci magnifici sui Sassi.

Scalinata di Sasso Caveoso

Parco archeologico storico naturale delle Chiese Rupestri del Materano

Matera è un microcosmo di bellezza immerso in un universo dalle sembianze primordiali. Il territorio che circonda la Città della Cultura 2019, è un paesaggio plasmato dalla natura e dall’uomo: l’aspra e selvatica bellezza del Parco della Murgia Materana e il Parco delle Chiese Rupestri sono luoghi di grande valore naturale e archeologico. Un viaggio nel tempo immerso in una natura impietosa e suggestiva dove sono state trovate necropoli preistoriche, villaggi risalenti al Neolitico e antiche chiese scavate nella roccia, meraviglie trasformate nei secoli in ricoveri per i pastori e le greggi. Il Parco archeologico storico naturale delle Chiese Rupestri del Materano venne istituito nel 1990 per tutelare e valorizzare l’habitat naturale e le preziose testimonianze archeologiche del territorio che contano oltre 160 chiese rupestri. Nel lembo più settentrionale del Parco della Murgia Materana, vale una tappa il belvedere di Murgia Timone, e la Cripta del Peccato Originale, l’eccezionale oratorio rupestre affrescato con un prezioso ciclo pittorico che si localizza lungo la parete della Gravina di Picciano.

Come arrivare e muoversi a Matera

L’aeroporto più vicino è quello di Bari “Karol Wojtyla”, in località Palese, per poi prendere un bus dei servizi extraurbani o noleggiare un’auto. La Basilicata non è agevolmente raggiungibile in treno. Dal versante tirrenico è possibile arrivare con i Frecciarossa Trenitalia sino a Napoli o Salerno da dove partono gli autobus (Trenitalia e altre aziende) in collegamento con Matera via Potenza. Il versante ionico è servito dalla linea Taranto – Sibari, mentre quello adriatico dalle Ferrovie Appulo Lucane.

La stazione dei treni di Matera è lo scalo ferroviario dove si effettua servizio locale con la vicina Puglia, capolinea della tratta Bari-Matera che collega in un’ora e mezza la città pugliese alla città dei sassi. Le ferrovie Appulo Lucane garantiscono il servizio della linea ferroviaria su ferro e su ruota  agevolando i collegamenti quotidiani.

Le linee che operano in città sono gestite dall’azienda Miccolis. Il terminal degli autobus è in Via Saragat, che dista circa 15 minuti a piedi dal centro.

 

Immagine copertina: panorama notturno del Sasso Barisano.

Photo credits: Elena Bittante

 

Il sito nuragico di Barumini Su Nuraxi, la Preistoria nel cuore della Sardegna

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 Il  complesso nuragico di Barumini ci proietta oltre l’antichità, direttamente nella preistoria. Un lungo viaggio della civiltà che parte dall’età del Bronzo sino al III sec. d.C., perfettamente descritto nelle geometrie di un alveare di pietra senza cemento, un ricamo di strutture circolari patrimonio dell’Umanità Unesco.

Nel cuore della Sardegna meridionale si trova un’area denominata Marmilla, caratterizzata da colline ondulate che spiccano dalla pianura polverosa del Campidano, la zona che si estende a nord di Cagliari. Addentrandosi nel cuore dell’isola ci si rende conto come questo grande atollo mediterraneo sia un mosaico di paesaggi primordiali con tanti tasselli d’umanità che brillano sotto un sole generoso, tipico delle basse latitudini. Il più famoso e splendente è il sito archeologico che si trova proprio nella terra sinuosa della Marmilla, in provincia di Medio Campidano: il Nuraghe Su Nuraxi, tra i più importanti siti preistorici del mondo, inserito nella prestigiosa World Heritage List Unesco.

Il complesso nuragico di Barumini Su Nuraxi è databile tra l’Età del Bronzo e il III secolo d.C. Si tratta di un’importante testimonianza di insediamento preistorico, uno stupefacente esempio di edilizia ante litteram che descrive i materiali e le tecniche utilizzate dai costruttori dell’epoca. Una scoperta sensazionale fatta per caso e lungimiranza. Il sito venne scoperto nel 1949 da Giovanni Lillu, il più celebre archeologo della Sardegna, grazie ad un perfetto mix di pioggia e fiuto: dei rovesci torrenziali portarono alla luce una nuova collinetta tipica del paesaggio della Marmilla, una morfologia coerente agli occhi dei più ma non così consueta per lo sguardo esperto di Lillu che intuì la presenza di un edificato sotto gli strati di terra. Anche i suoi occhi di esperienza si trasformarono in stupore quando emerse un enorme nuraghe databile alla preistoria. Gli scavi continuarono per sei anni durante i quali venne effettuata anche la datazione al carbonio che confermò l’edificazione del complesso all’Età del Bronzo, tra il 1800 e il 500 a.C. Successivamente la struttura venne amplificata, riadattata e riutilizzata fino all’età del Ferro dalla popolazione nuragica e oltre, una straordinaria stratificazione di oltre 2000 anni, dal 1500 a.C. al VII sec. d.C..

La Fondazione Barumini, Sistema Cultura, gestisce l’intera rete dei beni culturali presenti nel territorio di Barumini e gli esperti che ne fanno capo spiegano dettagliatamente: “Nel Bronzo Recente 1300-1100 a.C. al mastio fu addossato un quadrilobo, un robusto corpo murario a schema di quattro torri minori unite mediante delle cortine rettilinee, orientate secondo i quattro punti cardinali, che dovevano raggiungere i 14 metri d’altezza. Nella fase del Bronzo Finale vennero inoltre costruite la maggior parte delle abitazioni del villaggio, di forma circolare, costituite da un unico ambiente e con copertura lignea di forma conica.

All’inizio dell’ultimo periodo della civiltà  nuragica, chiamato Età del Ferro IX-VI sec. a.C., Su Nuraxi andò quasi interamente distrutto e sulle rovine, in prossimità  dell’antemurale e del nuraghe, nei primi decenni del VII sec. a.C. venne costruito un nuovo agglomerato, che sviluppò finezze tecniche e forme di arredo urbano proprie di una società  che andava rinnovandosi e progredendo sia per via interna che per contatti e stimoli esterni. In questa fase il clima diventò più pacifico e stabile e la vita militare rappresentò ormai una memoria del passato”.

Il nuraghe Su Nuraxi è un autentico excursus di preistoria che si intreccia alla storia antica: “Nel V sec a.C. alla civiltà nuragica subentrò l’occupazione punica e gli abitanti del luogo entrarono in contatto con una cultura diversa. A parte il progressivo apporto di materiali dalle città puniche, l’aspetto fisico del villaggio e il modo di vita degli abitanti non subirono un grosso mutamento; peraltro non vi fu sviluppo, anzi decadenza graduale dell’abitato e calo demografico conseguente.
Nel periodo storico, II-I sec.a.C., l’insediamento venne riutilizzato e riadattato anche dai romani, che in alcuni casi usarono certi ambienti come luogo di sepoltura. La struttura continuò ad essere abitata fino al III sec. d.C. e successivamente frequentata sporadicamente fino al periodo alto-medievale, VII sec. d.C.”

Il complesso nuragico di Barumini Su Nuraxi è un incredibile testimonianza del passato remoto, oltre alla nostra consuetudine delle bellezze antiche che ci circondano rendendo unico questo paese. La Fondazione Barumini è eccellente promotrice della cultura grazie alla quale oggi possiamo godere di questo patrimonio inestimabile comprendendolo a pieno e immaginando il passato emergere dagli scavi futuri.

Modalità di visita

Come indicato dalla Fondazione Barumini: l’Area Archeologica Su Nuraxi è aperta al pubblico tutti i giorni dell’anno e, come da disposizioni ministeriali, è visitabile solo ed esclusivamente accompagnati da una guida per ragioni di sicurezza.
Le visite guidate prevedono, infatti, un percorso all’interno del villaggio nuragico durante il quale vengono illustrate le principali tipologie abitative che lo compongono per poi entrare fin nel cuore del grande complesso turrito accessibile solo attraverso corridoi e scale di non facile transito.
Sempre per ragioni di sicurezza, in giornate di pioggia l’area archeologica potrebbe non essere accessibile oppure accessibile solo parzialmente.

Per maggiori informazioni: Fondazione Barumini, Sistema Cultura.

Immagine copertina: complesso nuragico di Barumini Su Nuraxi, sito UNESCO.

Photo credits: Elena Bittante

Elena Bittante
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