la geografia della scoperta

Matera: da vergogna nazionale a gioiello dell’umanità, il patrimonio Unesco in uno scrigno di pietra

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Una fioritura di roccia pietrificata in una duplice identità: da una parte il Piano e la Civita con le loro chiese e palazzi signorili sei-settecenteschi, dall’altra i Sassi, con le case millenarie scavate nella roccia, una sintesi dove prevale la virtù del togliere all’edificare. Un’urbanistica corale quella di Matera, appollaiata sul ciglio di un orrido, il canyon da capogiro scavato dal torrente Gravina. Un paesaggio culturale che descrive l’interazione tra uomo e ambiente, dove ogni pietra ha un valore etico ed estetico. La Capitale Europea della Cultura 2019 e Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1993, è una realtà da vivere lentamente, entrando in simbiosi con i ritmi che l’hanno modellata nelle ere.

Sasso Caveoso, al centro la chiesa della Madonna dell’Idris

Matera si trova nella parte orientale della Basilicata e spunta quasi indistinta ai piedi del Parco della Murgia Materana, una città perfettamente adattata al territorio che la circonda, quasi mimetizzata. Un’attrattiva dell’inverosimile, un groviglio di sopravvivenza di scarna bellezza che la resero quasi invisibile per millenni. Quella che fu una strategia difensiva, oggi appare come un incantesimo, un panorama delle possibilità dalla bellezza proporzionale alla rivalsa: da “capitale dei contadini” a quella della “cultura”. Matera venne infatti definita agli inizi degli anni Cinquanta come “vergogna d’Italia” per la qualità della vita che si conduceva nelle case rupestri, dove si viveva di sussistenza e scarso igiene, uno scempio inconcepibile che arrancava mentre l’Italia correva veloce nel periodo del dopoguerra. Nei decenni Matera è stata capace di valorizzare l’unicità del suo paesaggio trasformando la vergogna in orgoglio e oggi si presenta al mondo come un gioiello in uno scrigno di pietra.

Carlo Levi scrisse: “Chiunque veda Matera non può non restarne colpito tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza”.

Il Piano e la Civita

Il nucleo urbano di Matera è formato da più zone, la parte moderna della città si trova sul Piano, una nota apparentemente stonata nell’armonia della città ma di importante valore strategico: lo svuotamento dei Sassi negli anni ’50 e ’60 richiese la costruzione di nuovi quartieri residenziali. Oggi il Piano non è che il continuum della storia millenaria di Matera. La Civita invece è l’area legata al “recente passato”, con un’impronta prevalentemente sei-settecentesca che segue la bizzarra morfologia del territorio: è da qui che ci si inerpica per le stradine bianche e tortuose che si addentrano nei Sassi e culminano sul ciglio della gravina che precipita verso l’omonimo torrente.

Belvedere di piazza Giovanni Pascoli su Sasso Caveoso, in cima il campanile del Duomo

L’identità di Matera è strettamente connessa ai quartieri dei Sassi, ma anche la zona della Civita si distingue per la sua eleganza: passeggiate per via Ridola e fate la prima tappa in piazza Pascoli dove ammirare uno dei belvedere più suggestivi sulla città. In piazza si trovano palazzo Lanfranchi, massima espressione architettonica della città seicentesca che fu istituto scolastico durante l’Unità d’Italia e proprio qui insegnò Giovanni Pascoli al suo primo incarico. A sinistra si trova la chiesa del Carmine del 1608, che oggi ospita eventi e mostre temporanee, e a destra, il Museo nazionale “Carlo Levi” d’arte medievale e moderna della Basilicata. Percorrete tutta via Ridola, chiusa da nobili edifici e chiese barocche, una delle vie più movimentate della città dove pullulano ristoranti, locali e negozi, sino arrivare a piazza San Francesco dove affaccia l’omonima chiesa. Da qui si biforcano due vie: a sinistra segue via del Corso sino a piazza Vittorio Veneto, dove si trovano i Sotterranei del Palombaro Lungo (un maxi ingegno per la raccolta delle acque piovane destinato al fabbisogno delle abitazioni con una profondità di 15 metri e una capacità di 3000 m q), verso destra, piazza Sedile e via Duomo che vi condurrà ad uno dei simboli della città, la maestosa Cattedrale. Il Duomo di Matera è dedicato alla Madonna della Bruna e a Sant’Eustachio, i protettori della città, ed è stato riaperto nel 2016 dopo 13 lunghi anni di restauro. La chiesa si trova nel punto più alto di Matera, il colle della Civitas, da dove veglia gli alveari tufacei dei Sassi. Venne eretta tra il 1230 e il 1270 nell’elegante e sobrio stile romanico pugliese nel quale spicca uno splendido rosone a 16 raggi che presenta l’immagine di San Michele Arcangelo. Nella fiancata destra si delinea con sobria raffinatezza la porta dei leoni, decorata con due fiere che sembrano sentinelle di questo luogo del credo.

Porta dei leoni, Duomo di Matera
Sotterranei del Palombaro Lungo

I Sassi

Matera è l’unico luogo al mondo dove gli abitanti possono dire di vivere nelle case dei loro avi, le stesse da 9.000 anni. Un record curioso che fa di questa città un patrimonio più unico che raro. L’antichissimo insediamento abitativo costruito nella roccia sul fianco del vallone Gravina è la zona più nota della città e si divide in due parti distinte che seguono le conche divise dallo sperone della Civita su cui sorge il Duomo: il Sasso Caveoso, il più antico, e il Sasso Barisano, il più recente, due realtà ipnotiche e troglodite scavate nel tufo, un’estetica della povertà ricchezza dell’umanità. Le abitazioni vennero realizzate senza particolari ingegnerie (a parte i sistemi di raccolta per l’acqua piovana), e dagli scavi svolti nel corso degli anni sono emerse un groviglio di cavità disposte in modo apparentemente caotico, il corrispettivo di dieci piani scavati gli uni sugli altri.

Un alveare di scarna bellezza: il tetto di una casa può essere una strada, una scalinata un giardino, così tanti altri incastri delle possibilità. Numerose sono le case dalla facciata costruita che celano una struttura interna completamente scavata nella roccia, altre come semplici e nude grotte. L’inestricabile groviglio interno rivelato dagli studi, appare come una ragnatela sassosa, una miriade di cristalli di tufo con un passato maleodorante dove gli uomini e gli animali vivevano a stretto contatto, gli effluvi di una realtà condivisa che indignarono l’opinione pubblica tanto da far promulgare un disegno di legge atto a favorire il risanamento e a delineare la soluzione del problema dei Sassi. Così si legge dai documenti storici: “Il 17 maggio 1952 lo Stato Italiano, per mano di De Gasperi e su suggerimento del ministro Colombo, con la “Legge Speciale per lo sfollamento dei Sassi di Matera” impose a due terzi degli abitanti della città, circa diciassettemila persone, di abbandonare le proprie case per trasferirsi nei nuovi rioni”. Oggi quello scempio si fa inestimabile tesoro, un carosello degli eventi che ha riscritto le sorti delle città decretandola come uno dei luoghi più straordinari del mondo.

Dedalo di case del Sasso Barisano

I Sassi sono un labirinto dove è impossibile perdersi poiché tutti i vicoli e vicoletti sbucano nel centro del Piano e della Civita che li divide. Sasso Caveoso si trova a sud, ed è il quartiere più antico dall’anima rupestre. Qui si trovano le caratteristiche case-grotta che testimoniano la vita di un passato troglodita prorogato sino alla metà del Novecento. Imperdibile è la Casa Grotta di Vico Solitario, dove è possibile visitare la ricostruzione di una tipica abitazione scavata nel tufo, con arredi, oggetti di uso quotidiano e attrezzi per il lavoro. Un’importante testimonianza per comprendere la vita di allora, scempio per gli standard moderni ma ricchezza di cultura e umanità.

Casa Grotta di Vico Solitario

A Sasso Caveoso si trova anche una delle più suggestive chiese rupestri di Matera, luoghi mistici scavati nella roccia mimetizzati nel tessuto urbano della città, la chiesa di Santa Maria de Idris scavata nel fianco del Monterrone, che deve il nome ad antiche cisterne per la raccolta delle acque. L’interno del complesso è collegato attraverso un piccolo corridoio alla chiesa di San Giovanni in Monterrone, un ambiente ipogeo completamente scavato nella roccia decorato con magnifici affreschi, alcuni risalenti al XI secolo. Gli altri luoghi del credo che permeano nell’identità del luogo sono la chiesa di San Pietro Caveoso, con una sobria facciata barocca che sorge sull’omonima piazza da dove ammirare un bellissimo scorcio sul Sasso e sulla Gravina, S. Lucia delle Malve, chiesa rupestre fondata intorno al Mille, e la chiesa rupestre di S. Barbara, una cripta del IX – X secolo. Da non perdere anche Casa Noha, primo bene FAI in Basilicata, antica dimora appartenuta all’estinta famiglia nobiliare Noha oggi centro di informazioni turistiche e documentazione.

In alto la chiesa di Santa Maria de Idris, nella parte bassa la piazza e la chiesa di San Pietro Caveoso

Sasso Barisano si trova a nord, ed è il rione più grande, le cui case oggi ospitano numerosi negozi, ristoranti, alberghi e b&b perfettamente inseriti nel tessuto urbano. In questa zona noterete degli edifici molto curati e diversi dall’edilizia scarna di Sasso Caveoso, una testimonianza del benessere diffuso degli abitanti che prediligevano questa parte di città. L’entrata al Sasso Barisano è segnata dal palazzo del Casale, e si prosegue per via Fiorentini, la strada che taglia in due il quartiere dove si affacciano diversi palazzi sei-settecenteschi e numerose attività commerciali. Anche in questa zona non mancano le realtà inattese come la chiesa di San Pietro Barisano, una delle meravigliose chiese rupestri di Matera. Una sorprendente rivelazione che si cela dietro la facciata in stile romanico – barocco: l’interno è completamente scavato nel tufo e conta sette altari, meravigliosi affreschi e la cripta con l’ossario. Per ammirare uno dei panorami più suggestivi di Sasso Barisano, tappa al belvedere della chiesa di S.Agostino, costruita nel 1591 dai ruderi di una chiesa rupestre, uno scorcio che si affaccia sulla gravina e sul groviglio di case vegliato dal maestoso Duomo.

Vicolo di Sasso Barisano

E’ bello addentrarsi nel labirinto dei Sassi, che sia Caveoso o Barisano, perdere la bussola per poi ritrovarla con il naso all’insù alla ricerca della Cattedrale, faro nel mare di tufo. Matera è da vivere a piedi ma se cercate un appiglio alla modernità motorizzata, tenete in considerazione la Strada dei Sassi, l’unica via percorribile in auto tra il dedalo di abitazioni. Comprende via Buozzi, Madonna delle Virtù e D’Addozio, un percorso tortuoso e suggestivo che offre panorami e scorci magnifici sui Sassi.

Scalinata di Sasso Caveoso

Parco archeologico storico naturale delle Chiese Rupestri del Materano

Matera è un microcosmo di bellezza immerso in un universo dalle sembianze primordiali. Il territorio che circonda la Città della Cultura 2019, è un paesaggio plasmato dalla natura e dall’uomo: l’aspra e selvatica bellezza del Parco della Murgia Materana e il Parco delle Chiese Rupestri sono luoghi di grande valore naturale e archeologico. Un viaggio nel tempo immerso in una natura impietosa e suggestiva dove sono state trovate necropoli preistoriche, villaggi risalenti al Neolitico e antiche chiese scavate nella roccia, meraviglie trasformate nei secoli in ricoveri per i pastori e le greggi. Il Parco archeologico storico naturale delle Chiese Rupestri del Materano venne istituito nel 1990 per tutelare e valorizzare l’habitat naturale e le preziose testimonianze archeologiche del territorio che contano oltre 160 chiese rupestri. Nel lembo più settentrionale del Parco della Murgia Materana, vale una tappa il belvedere di Murgia Timone, e la Cripta del Peccato Originale, l’eccezionale oratorio rupestre affrescato con un prezioso ciclo pittorico che si localizza lungo la parete della Gravina di Picciano.

Come arrivare e muoversi a Matera

L’aeroporto più vicino è quello di Bari “Karol Wojtyla”, in località Palese, per poi prendere un bus dei servizi extraurbani o noleggiare un’auto. La Basilicata non è agevolmente raggiungibile in treno. Dal versante tirrenico è possibile arrivare con i Frecciarossa Trenitalia sino a Napoli o Salerno da dove partono gli autobus (Trenitalia e altre aziende) in collegamento con Matera via Potenza. Il versante ionico è servito dalla linea Taranto – Sibari, mentre quello adriatico dalle Ferrovie Appulo Lucane.

La stazione dei treni di Matera è lo scalo ferroviario dove si effettua servizio locale con la vicina Puglia, capolinea della tratta Bari-Matera che collega in un’ora e mezza la città pugliese alla città dei sassi. Le ferrovie Appulo Lucane garantiscono il servizio della linea ferroviaria su ferro e su ruota  agevolando i collegamenti quotidiani.

Le linee che operano in città sono gestite dall’azienda Miccolis. Il terminal degli autobus è in Via Saragat, che dista circa 15 minuti a piedi dal centro.

 

Immagine copertina: panorama notturno del Sasso Barisano.

Photo credits: Elena Bittante

 

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