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Cascata delle Marmore: quell’orrido spettacolo cantato sin dall’antichità

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Al suo cospetto si avverte l’ebrezza della paura: ci immedesimiamo in una goccia d’acqua che segue l’impeto della corrente, si libra nell’aria in un salto vertiginoso precipitando lungo tre balzi per poi ricongiungersi al cielo con moto antigravitazionale. Ecco il sublime cantato dai romantici dell’800, quell’attrazione indescrivibile mista al terrore di una splendida natura matrigna. Oggi come allora, ogni figlio del suo tempo che ammira e ascolta il fragore della cascata s’incanta soggiogato dal suo incantesimo, un “orrido splendore” che ammalia e sgomenta

Cascata delle Marmore, tra storia e leggenda

Fiume, che per gran sassi rumoreggia e cade” scrisse Virgilio nell’Eneide. Un paesaggio che è rimasto immutato nel tempo quello delle Marmore, uno spettacolare gioco d’acqua creato dal corso del Velino che si getta nel Nera. Una meravigliosa manifestazione della madre terra che nasce da un’opera di ingegneria idraulica progettata nell’ antica Roma. Fu il console Curio Dentato a promuovere nel 271 a.C. lo scavo di un canale emissario, il “cavo curiano”, progettato per agevolare il deflusso dell’acqua stagnante del Velino dalla rupe di Marmore al sottostante corso del Nera.

La Cascata delle Marmore è la più famosa d’Italia ed è tra le più imponenti d’Europa. Si trova nella Valnerina a poca distanza della città di Terni, uno scenario idilliaco che ha ispirato scrittori e poeti nei secoli, capace di evocare miti e leggende a contrasto con il raziocinio di un’opera ingegneristica ante litteram. La leggenda popolare narra una tragica storia d’amore tra la ninfa Nera e il pastore Velino. La candida fanciulla, innamorata del giovane, venne trasformata da Giove in un corso d’acqua. Velino per la disperazione decise di ricongiungersi all’amata lanciandosi dalla rupe delle Marmore. Un gesto estremo che sancì il loro amore eterno dando vita alla cascata.

L’immaginazione edulcora amaramente la bellezza di un paesaggio naturale unico in Italia, tra le mete più note della regione. 165 metri di caduta e una morfologia ritmata da tre grandi salti da osservare da diverse prospettive. L’unica accortezza per una visita o per ammirarla da distante è quella di controllare gli orari di piena in quanto non è sempre possibile vederla al massimo regime. Il rilascio delle acque viene gestito con regolarità per la produzione dell’energia idroelettrica e in determinati momenti della giornata noterete il flusso diminuire considerevolmente nel giro di pochi minuti. La funzione idraulica della cascata è parte della sua storia e sin dall’antichità gli scritti testimoniano numerosi interventi ingegneristici per la gestione del flusso del Velino.

La cascata delle Marmore: i punti panoramici e i sentieri

Per ammirare la grandiosità della cascata è possibile raggiungere diverse terrazze panoramiche e altrettanti sentieri che regalano scorci unici immersi in una natura rigogliosa. Gli accessi principali alla cascata sono due: il Belvedere Inferiore da dove apprezzare dal basso il fluire impetuoso in tutta la sua grandiosità, e il Belvedere Superiore posizionato su una terrazza sopraelevata dalla quale contemplare uno stupefacente paesaggio.

E’ possibile raggiungere entrambi i punti panoramici seguendo un percorso suggestivo. Lungo il sentiero troverete la Specola, un loggiato costruito dal papa Pio VI nel 1781 e il famoso Balcone degli Innamorati. Questo terrazzino si trova alla fine di una piccola galleria scavata nella roccia a ridosso del getto d’acqua: servono un impermeabile e senso dell’avventura per godere tutto il “romanticismo” del luogo, inteso come lo spirito irrefrenabile che animò la fantasia e il desiderio di scoperta dei Grand Tour dell’Ottocento. Ancora oggi per godere la bellezza del luogo, il segreto è quello di lasciarsi trasportare dall’attrazione verso la natura entrando in comunione con il suo impeto come fecero Hans Christian Andersen, Wilhelm Heinse, De Sade, Goethe, Lord Byron e tanti altri.

E’ possibile ammirare la cascata anche dal belvedere dei giardini pubblici lungo la statale 79, dal belvedere Pennarossa, un’amena terrazza naturale davanti al salto, dalla specola costruita nel tardo ‘700 sul fianco della cascata e il borgo medievale di Torreorsina, un gioiello della storia incastonato nel verde. L’Umbria alterna ai suoi scrigni urbani in una natura intonsa e generosa.

Le cascate si trovano nell’area del Parco Fluviale del Nera, conosciuto anche come “il Parco delle acque” dove i corsi d’acqua Nera e Velino incidono la valle con profonde gole e canyon culminando il loro fluire inquieto nella cascata. Questa zona è una delle aree più ricche di biodiversità d’Italia, il “cuore verde del bel Paese” non tradisce per merito la sua nomea. L’area si estende per oltre 2.000 ettari, da Ferentillo arriva al lago di Piediluco, una zona di grande pregio ambientale dove prevalgono lecci, carpini neri e ornielli, tessuta da una fitta rete di sentieri che offrono delle escursioni memorabili per gli amanti del trekking. I percorsi da annotare sono: l’Antico passaggio, l’Anello della ninfa, L’incontro delle acque, La maestosità, La rupe e l’uomo e I lecci sapienti.

Per chi desidera alternare alla serenità di una passeggiata un’esperienza da brivido, il Parco delle Marmore offre diverse alternative. Dal rafting all’hydrospeed per testare la forza delle acque oppure climbing outdoor, l’arrampicata in falesia per chi predilige il feeling con la terra e non teme le altezze. Il lago di Piediluco è invece una località rinomata in tutta Europa per il canottaggio sportivo.

Il trasporto e l’adrenalina che si percepiscono alla cascata delle Marmore sono esperienze emozionali che avvalorano la meraviglia del suo paesaggio. Un’energia che si dissolve nella pace dei suoi paesini e dei suoi borghi medievali raccontando l’Umbria come una sinfonia andante, una magia che ha stregato i cercatori di meraviglia sin dalla notte dei tempi.

Per tutte le informazioni utili, ulteriori percorsi e attività, visitate il sito ufficiale della Cascata delle Marmore.

Immagine copertina: Cascata delle Marmore, Belvedere Inferiore.

Photo credits: Elena Bittante

 

 

Elena Bittante
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