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Oslo: il parco di Vigeland, il giardino atelier della Norvegia. Un inno alla vita

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Nella capitale meno nota della Scandinavia, si trova un luogo per gli estimatori dell’arte e i cercatori di storie: il parco di Vigeland racchiude tutte quelle del ciclo della vita. Un atelier a cielo aperto da includere nella lista dei luoghi da visitare in una piccola città che riserva inaspettate sorprese. Oslo si racconta nel pathos dell’arte, non solo nell’ “Urlo” muto di Munch

“Sinnataggen”, la  “Piccola testa calda” di Gustav Vigeland 

Oslo non è una città votata al turismo di massa, si rivela al viaggiatore come una realtà moderna e istituzionale ma non priva di angoli preziosi, come piccoli cristalli di quarzo incastonati nella pietra grezza. Il parco di Vigeland ne è l’esempio perfetto. Conosciuto anche come “parco delle sculture”, spicca per il suo rigore bizzarro: un museo a cielo aperto con più di 200 sculture di granito, bronzo e ferro battuto. Opere delineate da forme rigorose ma animate da uno stupefacente pathos che il grande artista norvegese Gustav Vigeland (1869-1943) seppe modellare. Un luogo della suggestione dove l’arte incontra la natura, elemento imprescindibile nella cultura nord europea. Questo spazio verde di 320 ettari è situato nel cuore di Oslo, all’interno del Frognerparken a poca distanza dal Palazzo Reale, una delle mete più visitate della capitale norvegese.

Il parco fu una fucina di creatività per l’artista che nei primi anni del ‘900 non solo lo adornò con le sue opere ma ne progettò l’architettura del paesaggio in ogni singolo dettaglio. Un intarsio d’arte nel verde dove spiccano le linee e i volumi decisi delle sue sculture addolcite dall’armonia della natura circostante, un impatto visivo da apprezzare come una sorta di incantesimo. La stagione più indicata per visitare il parco è la primavera e l’estate, quando tra i vialetti e le siepi fiorite spiccano a contrasto le numerose opere monocromatiche in pietra e in metallo ma si consiglia di non escludere l’autunno per i suoi mille colori e l’inverno per vivere a pieno tutto il freddo fascino avvolgente che solo il nord Europa sa regalare. Allegorie scultoree che raccontano la vita in tutte le sue emozioni, capaci di descrivere i desideri e le speranze dell’uomo nelle forme e nei volumi esaustivi della materia nonostante la freddezza dei materiali utilizzati. Tra le sculture più note del parco ormai simbolo della città, primeggia il “Sinnataggen”, la  “Piccola testa calda”. Una statua in bronzo a grandezza naturale che raffigura un bambino arrabbiato nell’atto di battere i piedi con un’espressività coinvolgente e stupefacente: un capriccio puerile non è mai stato così esaustivo nell’arte scultorea. Quest’opera appartiene alla serie di 58 raffigurazioni lungo il ponte principale del parco, una struttura imponente lunga 100 metri e larga circa 15 metri. Una protomoteca a cielo aperto che ospita statue di uomini e donne, adulti e bambini che raccontano nella loro staticità il dinamismo della vita con le sue infinite emozioni.

Un racconto dell’arte moderna per espressioni e movenze dei protagonisti che rendono una visita al parco un’esperienza sensazionale: un riscontro della vita reale attraverso la plasticità della scultura che ripropone i sentimenti più puri ma anche i desideri più arditi che tutti noi proviamo dall’infanzia sino alla vecchiaia. Vigeland ha saputo elaborare alla perfezione sia la sfera emotiva del singolo che la sinergia della famiglia e della collettività come si evince dalla splendida fontana in bronzo dove sei uomini sorreggono una grande coppa da cui sgorga l’acqua, simbolo della forza e della condivisione tra simili. Attorno a quest’opera una coreografia di 20 sculture umane intrecciate agli alberi, allegoria della vita, e 60 bassorilievi che ripercorrono il corso dell’esistenza umana. Un altro emblema del parco che ne riassume il tema è il “Livshjulet”, la “Ruota della vita”. Un monito alla ciclicità delle generazioni e allo scorrere del tempo composto da 7 figure umane, 4 adulti e 3 bambini.

Punto di riferimento del parco è l’inconfondibile “Monolitten”, l’opera emblematica nota come il “Monolite” in granito, una colonna alta 14 metri e formata da 121 figure umane raffigurate senza vita. L’interpretazione racchiude un duplice significato in apparente antitesi: rielabora il lutto e l’orrore della guerra ma nella morte rievoca anche la speranza legata alla spiritualità e alla vita ultraterrena. Questo unico blocco magistralmente modellato è una scultorea via ascensionale, metafora del desiderio dell’uomo di raggiungere il paradiso. Un omaggio al valore dell’esistenza che spicca sulla sommità di una struttura a gradini a pianta ottagonale. In questa “Terrazza del Monolite” sono inoltre posizionati altri 36 gruppi scultorei che rievocano la vita con tutte le sue emozioni terrene, dall’amore alla gioia, dalla paura alla pietà, temi cari allo scultore norvegese e filo rosso di questo suo atelier sotto il cielo del nord, abbracciati dal verde della natura, dove tutto si riconduce.

Per tutte le informazioni utili, contattate Visit Oslo .

“Monolitten”, l’opera più famosa dell’artista

Immagine copertina: la “Terrazza del Monolite”.

Photo credits: Elena Bittante

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Vigeland Park: humanity into the wild. The world's largest sculpture park with more than 200 sculptures in bronze and granite in all variety of poses and situations exploring the human form and human life. Gustav Vigeland's lifework (built between 1939 and 1949) 🇳🇴 Il parco di Vigeland nel cuore di Oslo ospita opere in bronzo e in granito dell’omonimo artista. Un atelier a cielo aperto con più di 200 sculture che impersonificano i sentimenti umani. Un luogo della natura dove cogliere la magia evocativa dell’arte, capace di infrangere l’immobilismo della materia attraverso le emozioni. . . . #vigeland #vigelandsparken #norway #norge #oslo #visitnorway #ig_norway #visitoslo

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Elena Bittante
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