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Teatro di Villa Lazzaroni

“Storia di un uomo magro”, la memoria rimane se viene raccontata.

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In un periodo nel quale la guerra ci viene riproposta quotidianamente quasi al pari di un reality, quasi esclusivamente come oggetto di share televisivo, se volessimo veramente cercare di capire uno dei lati più bassi del genere umano dovremmo scegliere un buon libro oppure un altrettanto valido spettacolo teatrale.

Se preferite il secondo, che in questo caso vi rimanderà certamente al primo, segnate questo titolo, “Storia di un uomo magro” e segnatevi anche l’autore, Paolo Floris, autore, attore e regista che sceglie di commuoversi e far commuovere chi a teatro, in questo caso il Teatro di Villa Lazzaroni, ha deciso di vivere la storia di Vittorio Palmas, contadino, soldato e reduce sardo che per solamente due chilogrammi di peso tornerà vivo da un campo di concentramento.

Una storia vera che Floris ha ascoltato dalla voce del sopravvissuto al forno crematorio, e riadattata ai palcoscenici grazie all’aiuto di Ascanio Celestini e Giacomo Mameli, autore del libro “La ghianda è una ciliegia” fonte espiratoria dello spettacolo il cui titolo è ripreso da una frase raccolta dal giornalista: “Mangiavamo le ghiande e, quando le trovavamo, ci sembrava avessero il sapore delle ciliegie, tanta era la fame”, a raccontare la drammaticità della seconda guerra mondiale.

Una esperienza che dovrebbe essere resa obbligatoria, affinché la memoria rimanga perenne.

Ringraziamo Paolo Floris, il Teatro di Villa Lazzaroni e la scuola Fondamenta Teatro e Teatri per l’opportunità.

Articolo e fotografie di Giulio Paravani.

Canto Pasolini – Pino Ingrosso

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Il teatro di Villa Lazzaroni, con la sua nuova programmazione ospita tre serate all’insegna di Pier Paolo Pasolini, in particolar modo la visione del mondo interiore e di quello pubblico del poeta, vista e tradotta in musica da Pino Ingrosso, voce solista di Nicola Piovani per oltre venti anni.

Uno spettacolo tra sonorità e letture che ci riporta alla luce lo spirito, i sentimenti, l’intera vita di uno dei maggiori intellettuali che l’Italia abbia mai avuto.

Insieme al compositore leccese, alla fisarmonica Stefano Indino, alle tastiere Andrea Rossetti, al basso Umberto Malagnino, alla batteria e percussioni Raul Sceba, ai cori e colori percussivi Daniela Guercia

Completano il gruppo le voci recitanti di Luca Morciano e Francesco Perinelli.

Giulio Paravani
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