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La musica al Sabir la porta Roma Incontra il Mondo

in COMUNICATI STAMPA/CULTURA/MUSICA/SOCIETA’ by

A Roma dal 10 al 13 ottobre. Lo storico progetto di Arci Roma intreccia il suo percorso con il festival diffuso delle culture mediterranee. Ecco chi suonerà quelle sere

Roma Incontra il Mondo intreccia il suo percorso con Sabir, il festival diffuso delle culture mediterranee, che approderà a Roma per la sua decima edizione in programma alla Città dell’AltraEconomia dal 10 al 13 ottobre 2024. In quelle serate si alterneranno sul palco Bono Burattini, C’Mon Tigre, KOKOKO! (dal Congo) e Clap! Clap!, Les Amazones d’Afrique (dal Mali) e Catherine Atim, meglio conosciuta con il suo nome d’arte Catu Diosis (dall’Uganda) e, infine, Micah P. Hinson. A tutti i concerti l’ingresso è gratuito.

La tappa romana di Festival Sabir coinvolgerà particolarmente Arci Roma anche perché la musica la porta Roma Incontra il Mondo. Per il festival delle culture mediterranee, come spiega Vito Scalisi, presidente di Arci Roma, si tratta di un importante giro di boa, quello del decennale mentre per lo storico progetto dedicato alla world music è addirittura il trentennale. E, mentre Sabir approda a Roma dopo aver girovagato da Lampedusa a Trieste dove ha addirittura sconfinato in corteo fino in Slovenia – racconta Scalisi – Roma Incontra il Mondo è stato sempre a Roma. Ma entrambe le esperienze convergono sulla medesima visione progettuale e sullo stesso slancio antirazzista e meticcio. L’arte e la musica sono la migliore forma di mediazione linguistica e culturale tra le persone. E, seppure non sia più nella cornice dell’Estate Romana, Roma Incontra il Mondo intreccia il suo percorso con altri festival in attesa di riconquistare la sua complessità e di ritrovare un ambito nella città.

Il contesto in cui avviene l’incontro tra questi due festival è evidentemente segnato dalla vicenda palestinese e gli eventi si collocano proprio tra due date di mobilitazione, in particolare quella del 12 ottobre a cui tutta l’Arci ha aderito. «Quel giorno ci muoveremo proprio da Sabir per raggiungere il corteo contro il genocidio e l’apartheid», sottolinea Scalisi.

«A connetterci a Sabir c’è la stessa centralità della contaminazione culturale», dice anche Giuseppe Giannetti, direttore artistico di Roma Incontra il Mondo la cui ricerca, negli anni,

Anche a Sabir sarà centrale il concetto di contaminazione culturale. La nostra ricerca, negli anni, è è stata attenta anche alle mutazioni nelle dinamiche ci contaminazione grazie alla spinta sia delle migrazioni che delle tecnologie. «Ora in particolare, si avverte la necessità di decolonizzare i linguaggi, c’è una scena artistica, soprattutto tra le seconde e terze generazioni, che tende a rivendicare la connessione con le proprie radici, dentro un processo più ampio di decolonizzazione delle cultura. E’ dentro questa tendenza che è stato composto il cartellone di questa edizione.

Non c’è un genere migliore degli altri ma esiste un’esigenza artistica trasversale e la contaminazione procede anche tra i generi, tra modernità e tradizione.

Come per Les Amazon d’Afrique, gruppo punk-blues simbolo della denuncia della condizione femminile in Mali, che ogni anno rinnova il collettivo per immettere qualcosa di innovativo nelle loro proposte. Gli artisti stranieri di questo Sabir sono tutti provenienti dall’Africa e tutti attivissimi politicamente come Kokoko, punk-funk, che in Congo lottano da sempre contro le ingiustizie sociale mentre Catu Diosis è proprio una rappresentante della tendenza decolonizzatrice nella scena elettronica.

Altro filone della programmazione vede artisti italiani che, con la rispettiva produzione guardano oltre i confini, specialmente a Sud, come i C’Mon Tigre (elettro-jazz e funky) che si circondano di artisti da ogni parte del mondo e dedicano ogni disco a un pezzo di Sud. Clap! Clap! è un producer italiano con vent’anni di esperienza che indaga le sonorità del mondo in chiave elettronica, Krano cantautore veneto che ha vissuto a lungo a Torino finché non ha scelto di tornare in Veneto per riscoprire la potenza del suo dialetto per intrecciare tradizione e modernità senza rinnegare il processo artistico che lo ha determinato.

Roma Incontra il Mondo è lo storico progetto di Arci Roma: un festival dedicato alla world music, alle culture e alle loro contaminazioni, nato nel 1994 all’interno della programmazione dell’Estate Romana proprio quando i processi migratori cominciavano ad interessare il nostro Paese e la guerra ricompariva in Europa.

Trent’anni dopo, fuori da Villa Ada, Roma Incontra il Mondo continua a suonare e a portare la sua carica antirazzista, intrecciando i percorsi di altri festival storici, proponendo nella programmazione di Sabir un cartellone di concerti tutti a ingresso libero, senza alcun finanziamento istituzionale.

E’ un’altra visione della progettazione culturale, fuori dalle logiche di mercificazione, aperta a una fruizione popolare e lontana dalle politiche culturali ufficiali ossessionate solo dal modello “grande evento”.

GLI ARTISTI:

giovedì 10 ottobre 

BONO BURATTINI

Francesca Bono, cantante di Ofeliadorme e membro del collettivo Donnacirco, e Vittoria Burattini, batterista e componente storico dei Massimo Volume. Ispirandosi a tre film della cineasta d’avanguardia Maya Deren, Francesca Bono e Vittoria Burattini hanno creato un’ipnotica raccolta di canzoni basate sull’uso del sintetizzatore Juno-60 e sul suono organico e lineare di una batteria. Queste apparenti limitazioni sono alla base di “Suono in un Tempo Trasfigurato”, il primo album a nome Bono / Burattini uscito per Maple Death Records, un viaggio ricco e gratificante che stabilisce immediatamente una forte identità oscillando tra paesaggi sonori circolari e architetture ritmiche psichedeliche.

C’MON TIGRE

C’Mon Tigre sviluppa la propria identità attraverso un collettivo di musicisti ed artisti provenienti da itto il mondo, traendo ispirazione da varie culture, tradizioni musicali e forme d’arte. Con l’idea di oltrepassare i confini e di creare esperienze sonore che abbiano un forte immaginario cinematografico, fin dall’inizio i C’Mon Tigre anno tradotto la propria musica in una forma ed esperienza visiva, collaborando con alcuni dei più talentuosi lustratori, fotografi ed artisti di tutto il mondo, guadagnandosi così il plauso della critica ed un seguito internazionale in continua crescita.

I C’mon Tigre, con la loro musica. danno vita a un linguaggio personale, fatto di commistioni con il jazz, l’afro-jazz, le ritmiche dell’hip hop. il funk, la disco anni 70. Il tutto senza mai confinare le loro canzoni a un solo stile, ma spingendo l’esplorazione il più possibile, in una dimensione che ogni viaggio degno di questo nome dovrebbe comprendere. “Habitat” è il loro quarto album in studio. Il disco è una testimonianza del potere della fusione musicale, avvicinando mondi apparentemente lontani ed illustrando la stretta interconnessione che esiste tra loro.

venerdì 11 ottobre

KOKOKO! (Congo)

Kinshasa di notte è calda, buia e rumorosa. La città congolese si anima dopo un tramonto rosso fuoco. Improvvisamente, i livelli di rumore aumentano e i sensi si acuiscono: i venditori ambulanti tamburellano e urlano per attirare l’attenzione, le pubblicità dei megafoni vanno in loop e gli impianti audio dei club e delle chiese evangeliche diffondono musica a tutto volume.

Il brusio notturno della città è stato l’ispirazione per “BUTU”, il secondo album di KOKOKO! Uscito lo scorso luglio. BUTU significa “la notte” in lingala e il disco sperimentale si tuffa nel profondo del cuore del luogo caotico, celebrando lo spirito gioioso e creativo dei suoi abitanti. Con la cantante Makara Bianko al timone e la produzione di Xavier Thomas, alias Débruit, questo seguito del loro acclamato debutto Fongola vede la band incanalare un suono più elettronico e allegro.

Il nome della band, KOKOKO!, è quello che la gente dice in campagna fuori dalla porta, un modo onomatopeico di rappresentare un colpo alla porta.

La band ha un’inclinazione vivacemente attivista e politica. Le proteste che usano le parole comportano il rischio di incarcerazione quindi gli artisti di strada spesso lavorano con i loro corpi e suoni per segnalare le loro critiche. Con BUTU, KOKOKO! fornisce un’energia resistente, simile al punk, imbottigliando l’atteggiamento di una generazione e portando la loro alchimia da festa di quartiere della RDC a nuove vette globali.

CLAP! CLAP!

Clap! Clap!, ritenuto da molti etno-musicologi pioniere del genere musicale ‘etno-elettronica’, vanta produzioni e collaborazioni con artisti di calibro mondiale come PAUL SIMON, col quale ha scritto quattro brani nel suo ultimo album ‘Stranger to Stranger’, MARCO MENGONI col quale ha scritto e prodotto tre brani nella sua trilogia ‘Materia’, ERIC ANDRE, COLDCUT e molti altri.

La sua musica è nelle colonne sonore ufficiali dei videogames GTA V, PRO EVOLUTION SOCCER, STEEP ed è compositore della soundtrack ufficiale della serie animata WOLFBOY per APPLE TV e dei documentari ‘I AM THE REVOLUTION’ e ‘LIYANA’.

sabato 12 ottobre

LES AMAZONES D’AFRIQUE (Mali)

Un nuovo suono e un messaggio dall’Africa per il mondo, Les Amazones d’Afrique sono una forza creativa che abbraccia voci internazionali; armonie dolci e forti che evocano i diritti delle donne e delle ragazze; e un misto di tradizione e talento di nuova generazione. Si sono formate a Bamako, in Mali, nel 2014 grazie all’incontro di tre rinomate star della musica maliana e attiviste per il cambiamento sociale: Mamani Keïta, Oumou Sangaré e Mariam Doumbia, e da allora il collettivo si è espanso coinvolgendo molte artiste provenienti da tutta l’Africa e dalla diaspora. Sebbene la loro causa, la campagna per l’uguaglianza di genere e la lotta alla violenza ancestrale, sia abbastanza degna di per sé, la loro espressione creativa musicale è altrettanto potente, riccamente melodico e di vasta portata, fonde stili panafricani e armonie contaminate con un pop contemporaneo e grintoso.  Dopo due album di successo prodotti dall’innovatore Congotronix Doctor L, la band ha lavorato con il rinomato produttore pop Jacknife Lee (U2, Taylor Swift, Modest Mouse) per presentare un suono completamente nuovo nel loro terzo album uscito quest’anno “Musow Danse”,  che trae ispirazione dall’hip-hop, dalla trap e dalla musica elettronica.

CATU DIOSIS (Uganda)

La dinamo afrocentrica dei beat ugandesi, Catherine Atim, meglio conosciuta con il suo nome d’arte Catu Diosis, è una forza poliedrica nell’industria musicale proveniente dall’Uganda. Nata con una naturale inclinazione al ritmo e alla creatività, Catu si è ritagliata la sua nicchia come produttrice musicale, DJ, ballerina e rapper, guadagnandosi il titolo di “Diva africana” con la sua personalità libera ed energica. Nel 2016, Catu Diosis è emersa, iniziando a fare la DJ e in seguito dedicandosi alla produzione musicale. Il suo suono unico fonde perfettamente elementi afrocentrici con una tavolozza musicale globale, creando tracce che non sono solo saporite ma anche altamente ballabili. Attingendo alle sue prime esperienze con il rap Luo, Catu infonde nelle sue attuali produzioni uno stile distintivo che la distingue nel settore. Affiliata al rinomato collettivo Nyege Nyege dell’Uganda, Catu Diosis è diventata un’artista ricercata sulla scena internazionale.

Il viaggio musicale di Catu è una testimonianza della sua incrollabile passione per la musica, del suo impegno nel preservare e far evolvere le sue radici culturali e della sua capacità di affascinare il pubblico di tutto il mondo.

Domenica 13 ottobre

KRANO

Krano è il progetto solista di Marco Spigariol, già noto per il suo lavoro con i Vermillon Sands e i Movie Star Junkies. Nel 2012, Marco si è ritirato sulle colline di Valdobbiadene, in Veneto, dove ha iniziato a comporre e cantare in dialetto, un gesto di riconnessione con le proprie radici e di esplorazione linguistica. Questo percorso lo ha portato a riflettere sul suo rapporto complesso con la sua terra, il Veneto, da cui ha successivamente deciso di distanziarsi. In una regione dove spesso la lingua viene usata per distinguersi e creare barriere, Krano ha scelto invece di trasformarla in uno strumento di unione, rendendola universale attraverso la sua musica.
Il suo album “Requiescat In Plavem” è vagamente ispirato dal lavoro dell’attivista italiano per la pace Alexander Langer, un eroe dimenticato che ha lavorato incessantemente per eliminare i confini e promuovere l’unione e i veri valori di solidarietà e rinascita ecologica.
Krano, con la sua musica profondamente emotiva e senza confini, mescola influenze country-swamp e rompe le barriere della tradizionale musica dialettale veneta, sfidando i confini linguistici e culturali, utilizzando il dialetto in modo universale.

MICAH P. HINSON

E’ il main live di questa giornata, un finale imperdibile per questo attraversamento di Roma Incontra il Mondo. Attraverso la sua musica, Micah P. Hinson si trasforma in un menestrello che racconta al suo pubblico storie, ricche di sfaccettature diverse, utilizzando parole schiette e mai banali. Il palcoscenico diviene così una casa accogliente in cui Micah si mette a nudo, connettendosi con la sua anima più profonda. Il 2022 è stato l’anno in cui ha presentato il suo ultimo progetto in studio, “I Lie To You“, nel quale emerge una storia, la propria, scritta attraverso la trasparenza di canzoni gonfie d’amore, assenza e rimpianto. Una voce rauca e segnata dalle intemperie, una musica vera e sincera ma struggente e poco rassicurante. Un mix perfetto di amarezza e malinconia si intrecciano con l’alone di mistero e fascino che aleggia intorno alla sua figura.

I concerti si svolgeranno dalle 21:00, nello spazio di Testaccio  Estate, ingresso da Largo Dino Frisullo

Chiara Lucarelli
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